Messina STORIA
dott. Giuseppe Di Prima

Abbiamo pubblicato questo interessante studio del dott. Giuseppe Di Prima, uno studio facile da comprendere, illustrato per tutti in maniera esemplare e semplice, uno studio che ha arricchito la nostra conoscenza anche su quella piccola foglia, indifesa, tremolante al passaggio del soffio del vento, sempre pronta a macerarsi per lenire i nostri dolori.
Ringraziamo il dott. Di Prima per averci concesso la pubblicazione. (m.g.)

Storia della medicina naturale - parte sesta
Storia della medicina naturale - parte quinta
Storia della medicina naturale - parte quarta
Storia della medicina naturale - parte terza

Storia della medicina naturale - parte seconda

Storia della medicina naturale - parte prima

La Fitoterapia rappresenta un aspetto non trascurabile della medicina, che consente oggi di intervenire nella prevenzione e cura di numerose malattie, con piante medicinali e derivati qualitativamente controllati, nonché titolati e standardizzati in principi attivi.

L’empirismo che negli anni scorsi ha dominato in questa branca della medicina è stato sostituito da importanti lavori di ricerca sperimentale e clinica, facilmente reperibili nelle banche-dati scientifiche internazionali. L’evoluzione scientifica registrata negli ultimi anni è confermata dalla nascita di un Centro di Farmacovigilanza per il controllo di eventuali reazioni avverse di fitoterapici, argomento da sempre trascurato. A livello universitario esiste una intensa attività di ricerca sulle piante medicinali; purtroppo nel nostro Paese non esiste alcun insegnamento durante il corso di laurea in medicina. La fitoterapia è diventata ormai in campo europeo e nel Nord-Italia una branca specialistica della medicina, inserita tra le prestazioni del SSN e Aziende USL. Un Primo Servizio Ambulatoriale Pubblico di Fitoterapia è presso l’ospedale S. Giuseppe di Empoli (USL 11) e ambulatori presso la USL di Firenze e di Padova. Il medico delle nostre zone del Sud dovrebbe prestare le sue attenzioni al malato e non alla malattia e pertanto sempre e comunque dovrebbe essere professionalmente in grado di proporre l’indicazione terapeutica più giusta. A parità di effetti certamente dovrebbe scegliere il trattamento meno rischioso e meno dannoso per il paziente. Affermazioni come “elemento placebo” si giustificano quindi per malafede o ignoranza. Le piante medicinali agiscono non in virtù di energie misteriose bensì di sostanze chimiche farmacologicamente attive; paradossalmente purtroppo sono proprio i medici quelli che forse meno conoscono la realtà delle piante medicinali e la fitoterapia in particolare. Per alcuni di essi le erbe hanno solo un effetto placebo; altri le ritengono indicate solo in qualche disturbo funzionale, e comunque non avendo alcuna conoscenza in materia, sono scettici, o le ritengono micidiali miscele di sostanze chimiche sconosciute e imprevedibili. E’ quindi auspicabile un prossimo inserimento dell’insegnamento della fitoterapia nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità si è già pronunciata favorevolmente sull’uso terapeutico delle piante medicinali in quanto parte integrante dell’arsenale terapeutico del medico.

Non rappresenta una alternativa al farmaco di sintesi bensì una terapia di prima scelta perché gravata da minori effetti collaterali. E’ quindi farmaco a tutti gli effetti. Per questi validi motivi, la medicina naturale ha conquistato un nuovo ruolo, specialmente se gestita da professionisti scientificamente preparati e qualificati. La medicina ufficiale, in mano alle miliardarie industrie farmaceutiche, fornisce l’informazione farmaceutica ai medici e non è purtroppo favorevole a tale diffusione. Perché?

E’ facile comprendere che una sostanza chimica, sintetica, viene prodotta al costo di qualche centesimo di euro, mentre per ottenere lo stesso principio attivo dalla natura, il procedimento è lungo e più costoso.

Con un alto margine di guadagno, quindi, si può convincere chiunque sulla bontà o necessità di utilizzare prodotti “griffati”.

Abbiamo detto che le erbe medicinali sono usate nel Nord- Italia anche presso ospedali e inserite nelle prestazioni dell’AUSL. Nel Trentino Alto Adige ha fatto registrare, per la mutua, una sensibile riduzione dei costi dei prodotti. A Bolzano e nella regione Toscana, la percentuale dei cittadini che usa anche la fitoterapia si aggira sul 40%. Come nel resto d’Europa. Perché nel meridione e in Sicilia questa percentuale non supera il 5%? Tra le tante risposte, c’è qualcuno che riesce a scegliere quella più convincente? Eppure uno dei primi centri di medicina naturale è nato proprio a Messina circa cinquanta anni or sono, fondato dal compianto prof. Antonio Imbesi preside della facoltà di Farmacia della nostra Università.

In Europa è considerato uno dei più attivi studiosi della farmacognosia.

Le istituzioni universitarie del Nord-Italia riconoscono ancora le sue doti. E a Messina?

Non sono stato l’unico suo allievo.

 

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