RACCONTINO FLASH FANTASY MAX 400 (parole): DEJA VU

FANTASY MAX 400 (parole)

Johan Beistler

DEJA VU

-Prendiamo questa strada, ci dovrebbe essere un vecchio negozio di vetri di Murano… -

-Vera, che fai, mi prendi in giro? E’ la prima volta che vieni a Venezia… -

Vera fa spallucce e prosegue; girato l’angolo, ecco il negozio.

-Vedi? Che ti dicevo? –

Non mi sorprendo. Vera lo sapeva, lo aveva visto su qualche social e ora fingeva di essere una veggente.

-Vabbè – commento ammiccando divertito.

Vera mi guarda severa:

-Tu non mi credi. Io sento di essere già stata qui –

-Allora, sei stata già a Venezia… dicevi di non esserci mai stata… -

-Vero. Però io qui ci sono stata… perché riconosco questo posto –

-Ma dai… -

Lei insiste:

-Allora, guarda. Vedi quel portone? Lì ci vive la signora Adelaide…vuoi scommettere? Ora busso…-

E si dirige a passi decisi verso un vecchio portone scrostato, a lato del negozio.

-Vera… - la imploro. Ma lei ha giù bussato.

Pochi secondi e il portone si apre. Si affaccia un anziana signora dall’aria un po’ trasandata.

-Adelaide? – chiede Vera, con la voce un po’ incrinata dall’emozione.

L’anziana aggrotta la fronte, e mentre risponde quasi automaticamente – Sì – spalanca gli occhi, le si colorano le guance pallide e scavate ed esclama: - Vera! –

Non ci capisco più nulla.

-Vera… - sussurra la vecchia – ma tu sei così, così… giovane… come è possibile? –

Vera si volge verso di me:

-Ti presento Adelaide, una mia cara, vecchia amica –

-Ma dove… dove l’hai conosciuta…- balbetto.

Vera guarda verso l’anziana signora con tenerezza:

-Adelaide è morta a novant’anni nel 1827. Eravamo amiche d’infanzia, ma non ricordavo di aver vissuto a Venezia, al tempo dei dogi…poi improvvisamente mi si è rischiarata la mente…-

- Ma è un déjà vu – protesto - non può essere altro… mi state prendendo in giro –

Rivolgo lo sguardo verso l’anziana. Ma non c’è più. Il portone scrostato è chiuso e, a ben vedere dalla polvere e dal muschio che lo incorniciano, è un bel pezzo che non viene aperto.

-Vera… - imploro.

Vera fissa un punto nel vuoto; è un’altra persona, distante, diversa.

-Il déjà vu non esiste –dice scuotendo la testa – è solo un piccolo errore di programmazione della nostra esistenza… ora ho capito… -

- Ma cosa hai capito? –

-Siamo sempre gli stessi… moriamo, rinasciamo e riviviamo vite nuove… ma le anime sono un numero limitato. Siamo sempre gli stessi… ogni tanto capita una falla e riaffiora un ricordo…-

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