Mario Adduci, Giuseppe Crea e Giovanni Calisti

Viterbo VIDEO e articolo 29 Febbraio 2016. Risultati dell’ultima indagine congiunturale della Federlazio, secondo semestre 2015.

Interventi del presidente della Federlazio di Viterbo, Giovanni Calisti, di Mario Adduci, del servizio sindacale, e del direttore, Giuseppe Crea.
Ripresa con iPhone6 di Mauro Galeotti per il quotidiano www.lacitta.eu

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Le Piccole e Medie Imprese della Provincia di Viterbo finalmente mostrano segnali di reazione, vogliono guardare avanti, mettendo da parte quelle strategie solo difensive e d’emergenza, che avevano contraddistinto i precedenti periodi.

Per rendersene conto basta scorrere i risultati dell’ultima indagine congiunturale della Federlazio, relativa al secondo semestre 2015.

Primo, tra  questi, il dato sulla “percezione” della crisi da parte degli operatori: sono salite al 63,6% , rispetto al 38,55 del primo semestre ed al 15% di un anno fa , le risposte degli interpellati secondo cui “si comincia ad intravvedere una luce in fondo al tunnel”.

E pensare che, a fine 2014, il 70% degli intervistati riteneva che “al momento non si intravvede alcuna via d’uscita”.

Riguardando indietro le varie indagini congiunturali, che si sono succedute nel corso degli anni della crisi, avremmo l’ulteriore conferma di come nel tempo le opinioni delle PMI siano progressivamente cambiate.

I segnali, che già nella precedente rilevazione indicavano un sistema in recupero e un’iniziale inversione di tendenza, risultano ad oggi confermati e lievemente consolidati nella loro intensità.

Gli indicatori esaminati dunque ci autorizzano a pensare che si sia imboccata  la strada per una lenta uscita dal tunnel, ma  siamo naturalmente ben lontani dall’aver ripristinato la situazione ante-crisi.

Tuttavia il clima generale consente di affermare che qualche nuvola può dirsi allontanata e anche le attese degli imprenditori per il futuro prossimo sono improntate all’ottimismo, più di quanto non fosse nel semestre appena trascorso.

Le nostre piccole e medie imprese ora vogliono guardare avanti verso il superamento di questa congiuntura e con una certa fiducia che il sistema si possa rianimare, sebbene con la consapevolezza di come ,nel frattempo, il contesto sia profondamente mutato nelle sue caratteristiche strutturali rispetto a poco tempo fa.

Nello scenario del cambiamento non possiamo non considerare un contesto internazionale favorevole per quanto concerne il costo dell’approvvigionamento energetico.

Ed è una condizione che non si verificava da lungo tempo e che certamente determina qualche beneficio per le nostre imprese, malgrado l’immutato livello della componente fiscale sull’energia stessa.

Da considerare ,inoltre, che le imprese sotto la morsa della crisi hanno avviato processi di riassetto organizzativo interno, finalizzati sia alla ricerca di maggiore produttività, efficienza  e qualità, sia ad un riposizionamento competitivo. in funzione dei nuovi scenari, che – oltretutto - vedono le altre economie che stanno ripartendo o sono già ripartite a ritmi più veloci dei nostri.

In buona sostanza, sta accadendo che le nostre Piccole e Medie Imprese hanno smesso di “piangersi addosso”e piano piano cominciano a ridisegnare la propria rotta, con quelle capacità , dinamicità e flessibilità che da sempre le contraddistingue.

Ma ciò da solo non basta, in quanto non è solo il sistema produttivo privato che deve essere riorganizzato; ma parallelamente è anche quello della Pubblica Amministrazione che deve essere riordinato, con altrettanta rapidità e determinazione.

Questo perché un apparato burocratico più snello, efficiente e razionale  potrebbe supportare le nostre imprese alle prese con le sfide competitive che hanno intrapreso, sottraendo loro meno tempo e meno risorse finanziarie.

Significativa, in tale direzione, è l’iniziativa della Federlazio in programma domani ,1°marzo, a Roma, per la presentazione dell’indagine “Il nodo di Gordio”- Da una burocrazia “contro” ad una burocrazia “per”,con la partecipazione, tra gli altri, del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia e del Governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

L’indagine, realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma, ha lo scopo di  porre in risalto il peso della burocrazia che grava sulle Piccole e Medie Imprese, in termini di difficoltà, tempo e risorse perdute.

La locuzione “nodo gordiano” è stata scelta proprio in quanto sinonimo di difficoltà inestricabile, qual è l’attuale burocrazia, che può essere risolta solo agendo con decisione e d energia.

Quello di cui le nostre imprese, hanno più di ogni altra cosa bisogno per superare il gap che ancora le separa dagli altri concorrenti stranieri , non è certo una novità:

  1. che si riduca significativamente la pressione fiscale;
  2. che venga garantito e migliorato l’accesso al credito, in quanto le sofferenze che si registrano sul fronte dei pagamenti tra privati evidenziano come le imprese soffrano sul piano finanziario;
  3. che non venga meno il supporto al processo di internazionalizzazione che le Pmi stanno faticosamente sostenendo, per ricercare e sviluppare un nuovo posizionamento sui mercati esteri.

Ma quanto tempo è ancora  necessario  attendere, prima che il sistema politico e istituzionale si faccia carico di sciogliere i tanti  nodi che soffocano le Pmi, per non deludere le attese e  vanificare gli sforzi che queste ultime , con estrema fatica e costi notevoli, stanno mettendo in campo?

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