Andrea Stefano Marini Balestra
Inizialmente non prevista nel cartellone la recita della Commedia “Càsina” di Plauto, è andata in scena l’ultima serata della 56° stagione teatrale di Ferento con grande presenza di pubblico che ha reso necessario in ritardo l’inizio dello spettacolo.
Come fatto notare dal regista Carlo Emilio Lerici nel prologo, l’interesse per il teatro antico che tanto pubblico attrae, in qualche caso addirittura superiore al teatro contemporaneo. Infatti, apprezzare un’opera scritta da un commediografo oltre 2200 anni fa, non è un caso, ma la riprova dell’attualità del racconto.
Tito Maccio Plauto scrisse “Càsina” pochi anni prima della sua morte avvenuta nel 186 a.C. e forse traendo spunto dallo scandalo delle Baccanali. La disinvoltura del testo, nonché del linguaggio spiritoso, attraggono ancora oggi ed appunto il compianto Antonio Salines ne ha fatto una moderna riedizione con toni scenografici attuali.
Purtroppo, il protagonista della commedia: il vecchio Lisidamo che gli spettava come attore, è oggi, dopo la sua recente scomparsa, interpretata dal suo Amico Mariano Rigillo, che, nella recita a Ferento. ha dimostrato una vis artistica notevole come altrettanto valida quella di Anna Teresa Rossini (Cleostrata), Valentina Martino Ghiglia (Mirrina) ed anche spumeggiante di Susy Sergiacomo (Pardalisca), comunque, mai inferiore quella dei maschi Roberto Tesconi e Fabrizio Bordignon, rispettivamente: Olimpione e Calino della originale pièce plautina.
Validi i costumi (Annalisa Di Piero), un mix tra quelli romani e medioevali, ottima la musica (Francesco Verdinelli) e la regia (Carlo Emilio Lerici).
Un plauso agli organizzatori della stagione estiva di Ferento, in primis, a Giuseppe Rescifina ed i suoi collaboratori tra cui Patrizia Natale.
