Viterbo - La Chiesa di santa Maria delle Farine negli anni '60 (Archivio Mauro Galeotti)

Elisa Angelone per il Centro diocesano di documentazione – Viterbo

CHIESA DI S. MARIA DELLE FARINE1
(STR. CASSIA SUD, KM 79) (PARROCCHIA DI S. MARIA DELLE FARINE)

Storia

L’esistenza della chiesa di S. Maria delle Farine è attestata già al tempo del viterbese Silvestro Gatti che, si dice, la eresse o la ricostruì nel 1320 sulle rovine di un edificio precedente2.

Maggiori informazioni sulla sua storia si hanno nella seconda metà del XVI secolo quando il Cardinal Gambara - per assicurare l’esercizio del culto e l’assistenza spirituale agli abitanti delle campagne intorno a Viterbo - ordina la fondazione di due parrocchie rurali: l’una con sede in S. Maria delle Farine e l’altra in S. Maria in Sanguinara3.

La prima - a cui era stato riunito il beneficio semplice di S. Michele - nel 1550 risulta affidata alla cura della Società dei Cacciatori, i quali fin dal 1507 vi nominavano un cappellano4. Poco dopo però si ha la testimonianza delle cattive condizioni in cui versa la chiesa: nel 1612 vi risiede un eremita, e nel 1622 a celebrarvi la messa è un cappellano sostenuto a spese dei santesi.

In questi anni nella chiesa – intitolata a S. Maria e S. Daniele - risultano eretti tre altari dedicati a s. Daniele, al SS.mo Crocifisso e a s. Francesco; tutti sprovvisti del necessario.

Il territorio della parrocchia di S. Maria delle Farine, compreso tra la Strada Romana e quella di Toscanella, era stato costituito dismembrando ventisei poderi che in origine appartenevano alla parrocchia di S. Lorenzo e quarantuno che spettavano a quella di S. Sisto.

Nonostante i possedimenti, nel 1623 si ha ancora la testimonianza delle cattive condizioni in cui versa la chiesa che risulta ormai non più officiata5.

Ad intervenire a favore di S. Maria delle Farine saranno i vescovi che si succederanno al governo della Diocesi e che rivolgeranno le loro attenzioni alla cura delle anime che risiedono nelle campagne intorno alla Città.

Nel 1647 il Cardinal Francesco Maria Brancaccio chiama i frati dell’Ordine Carmelitano - che da poco dimoravano nel convento costruito presso la fonte del Sepale - ad officiare la chiesa6.

L’intervento dei religiosi non migliora le condizioni dell’edificio che, ancora per tutto il XVIII secolo, sembrano restare disastrose.

Da Mauro Galeotti si ha la notizia di un incendio che, intorno al 1780, interessa la chiesa e il suo Archivio e l’attestazione che, nel 1826, la struttura muraria dell’edificio è ridotta allo stremo, è detta “miserabile, invasa dall’umidità, e anche la casa parrocchiale è in disfacimento”7.

Agli interventi voluti da Giovanni Battista Paolucci nel 18858 e da Antonio Maria Grasselli nel 19009 succederanno una lunga serie di restauri: il tetto, il campanile e le navate saranno restaurati nel 1924, mentre al 1939 risalgono i lavori all’interno dell’edificio.

In questi anni la chiesa passa sotto il governo dei pp. Giuseppini che, nel 1941, partecipano ai lavori di ristrutturazione riparando il tetto10.

Ai più recenti restauri, che risalgono al 1970 e al 198211, sono seguiti ulteriori interventi che hanno dato alla chiesa l’aspetto che oggi possiamo ammirare. Risale al dicembre 2011 la riapertura al culto e l’inaugurazione della chiesa da parte del Vescovo Lino Fumagalli12.

1 Scheda realizzata a cura di Elisa Angelone per il Centro diocesano di documentazione – Viterbo.
2 A. Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo, 1915-20, p. 327; cfr. M. Galeotti, L’illustrissima città di Viterbo, Viterbo, 2002, p. 94.
3 G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, vol. II, parte II, Viterbo, 1940, p. 364.
4 Ivi.
5 G. Signorelli, Viterbo ..., cit, vol. III, Viterbo, 1969, p. 27.
6 Ibidem, p. 56.
7 M. Galeotti, L’illustrissima ..., cit, 2002, p. 95.
8 G. Signorelli, Viterbo ..., cit, vol. III, Viterbo, 1969, p. 529.
9 M. Galeotti, L’illustrissima ..., cit, 2002, p. 95.
10 Ivi.
11 Ivi. 12http://www.tusciamedia.com/viterbo/cronaca-locale/10861-riaperta-dopo-la-ristrutturazione-la-chiesa-di-smaria- delle-farine.html

 

L’Archivio della chiesa parrocchiale di S. Maria delle Farine

La prima notizia dell’esistenza di un Archivio della chiesa di S. Maria delle Farine si ha nel 1612 quando, in occasione della visita pastorale, il vescovo Tiberio Muti ordina che si realizzi l’inventario di tutti i beni mobili, immobili e semoventi ed una copia di tali inventari sia resa disponibile per gli atti della sacra visita13.

Nel 1703 il vescovo Santacroce dichiara di aver visto i libri parrocchiali che, evidentemente sono già presenti in Archivio14. Nel 1827 le notizie sono un po’ più dettagliate ma attestano l’esistenza di un Archivio molto limitato, si dice infatti: “Non vi è archivio ma vi è una credenza dove vi sono poche carte di denunzie matrimoniali e i libri parocchiali”. Nella stessa visita si dice che nell’Archivio “Vi sono i libri Parrocchiali de matrimoni, delle Cresime, de’ Morti e li stati dell’anime dal 1815 in poi”15.

Oggi L’archivio è costituito di 39 unità archivistiche (1619 – 1948).

La documentazione è conservata all'interno di buste. L’Archivio è diviso nelle Serie: Liber Baptizatorum16, Liber Confirmatorum17, Liber Matrimoniorum18, Liber Mortuorum19, Status Animarum20, Liber Missarum21, la serie Amministrazione è costituita di 6 unità archivistiche che contengono carte relative alla Contabilità22 e all’Amministrazione della parrocchia, tra cui: Pergamene con datazione a partire dal 1782; Notificazioni delle autorità civili ai parroci di Viterbo datate dal 1810; Comunicazioni della Curia vescovile di Viterbo al parroco di S. M. delle Farine; Testamenti...; Inventari; Documenti vari e Corrispondenza (1810 – 1870).

13 Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Muti 1612-1622, c. 167.
14 Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Santacroce 1702-1703, c. 441v.
15 Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Pianetti 1827, vol. V, c.n.n.
16 La serie Liber Baptizatorum è costituita di 4 unità archivistiche (1900-1948) che presentano una consecuzione cronologica abbastanza completa. Nella maggior parte dei casi i registri cartacei presentano una numerazione coeva per atti e, inserito in fine, un repertorio alfabetico. Il primo registro è composto da due volumi rilegati insieme, dal 1924 i Registri sono stampati e compilati a mano.
17 La serie Liber Confirmatorum è costituita di 8 unità archivistiche (1635-1947) che presentano una consecuzione cronologica abbastanza completa; mancano gli atti degli anni 1671-1700. I registri, fino al 1773, contengono anche la registrazione di atti di matrimonio e morte.
18 La serie Liber Matrimoniorum è costituita di 9 unità archivistiche (1619-1948) con una consecuzione cronologica abbastanza completa. I registri fino a 1739 contengono anche atti di cresime e morti.
19 La serie Liber Mortuorum contiene 12 unità archivistiche (1620-1948). I registri fino al 1773 contengono anche atti di Cresima e matrimonio. Dal 1924 i registri sono stampati e compilati a mano.
20 La serie Status animarum è costituita di 72 unità archivistiche (1795-1929) con lacune per gli anni 1812-1821, 1860- 1863, 1871-1872, 1874-1877, 1902-1925.
21 La serie è costituita di 6 registri con datazione compresa tra il 1730 ed il 1936.
22 Entrate e uscite della chiesa, Corrispondenza e amministrazione (1726 – 1850); Libro dei testamenti (1792 – 1815); Relazioni per questioni economiche riguardanti la chiesa di S. M. delle Farine (1810 – 1817); Cabreo de Casali che sono soggetti a pagar la Decima a questa Chiesa Pr.le di S. Maria detta delle farine ed altre rendite e cose spettanti a detta Chiesa ... (1825 – 1853); Casali e Fondi in ogni anno soggetti alla Decima (1853 – 1887).

 

 

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