Ferdinando cardinale de Medici Gran Duca di Toscana
(Vedi anche http://www.madonnadellaquercia.it) 

Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli
 

Cardinali di S. Chiesa ricevono grazie: e loro particolar divozione
(Leggi l'inizio delle grazie, le trovi qui sotto, appresso alla pubblicità del Monastero)

 [...] Fioriva circa il medesimo tempo Ferdinando Cardinal De Medici, che poi fu Gran Duca di Toscana quale infermatosi l'anno 1580 di puntura, scaranzia, e febre maligna, e dopo più consulti, disperato da Medici, ricorse con gran fede alla Madonna della Quercia, e questa apparendoli in sonno, lo consolò con dire: Non dubitar Ferdinando, che io sono quella, che ti posso dar la sanità, e benedicendolo disparve.

Svegliatosi po si trovò affatto sano, e tutto allegro chiamò i domestici, che gli portassero li panni da vestirsi, perchè non aveva più male, avendolo guarito la Madonna della Quercia.

Dubitorno i Cortegiani, che delirasse, ma vedendolo levar di letto, e parlar seriamente, ringraziarono insieme la Madonna Santissima, conforme poi nel medesimo anno fece personalmente il Cardinale, con lasciare ricca limosina alla Chiesa, dove per anche si vede la sua statua. [...]

[... continua nel prossimo articolo alla metà del mese di febbraio]

Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 38

VITERBO

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Cardinali di S. Chiesa ricevono grazie: e loro particolar divozione 

Filippo Cardinal di Bologna, fratello del Papa Nicolò V, Vescovo Portuense, e Penitenziere maggiore, fece molto palese la gran venerazione che aveva a questa Santa Imagine: mentre non contento di venirla a visitare più volte, si tratteneva qualche tempo in Viterbo, e Bagnaia per dar campo alla sua divozione verso la medesima: e fu il primo, che concesse Indulgenza a questa Chiesa per le Feste della Madonna, come per un suo Breve dato in Bagnaia li 24 Settembre del 1474.

Domenico della Rovere Cardinal di San Clemente per grazia ricevuta da questa SSma Vergine, della quale era molto divoto, li portò un busto grande d'argento, rappresentante la sua persona e fece altre limosine l'anno 1480.

Lorenzo Cybo nipote d'Innocenzo VIII, Cardinal di Benevento, l'anno 1490, venne a visitare questa miracolosa Immagine con preziosi regali, facendovi fare la sua Statua per molte grazie ricevute.

Fazio Santori Viterbese Cardinale di S. Sabina ebbe sempre divozione speciale alla Madonna della Quercia, da essa riconoscendo la sua esaltazione; e la sua morte seguita l'anno 1510 gli lasciò li paramenti. ed argenti della propria Cappella.

Il Sig. Cardinal Nicolò Ridolfi Vescovo di Viterbo, e Legato del Patrimonio, fu singolare nella divozione verso la Madonna della Quercia.

Tra le molte grazie, che ne ricevé, non fu, che l'anno 1525 caduto infermo di scaranzia con febre maligna, e disperato da Medici, ricorse à questa sua Avvocata ed immantinente cessò la febre, e l'infiammazione della gola, e fra pochi giorni con perfetta salute venne a ringraziarla con ricca limosina.

Fu poi sempre particolar protettore, e benefattore di questo santo Luogo in 25 anni che sopravisse. 

Cristofaro Madrucci Camerlengo di Santa Chiesa fu devotissimo di questa miracolosa Imagine, e molto amorevole del Convento.

L'anno 1576 venuto a visitarla pregò li Religiosi à tenerlo sempre raccomandato alla Santissima Vergine; il che con modo speciale faceva spesso anche per lettere, offerendo la sua protezione in ogni occorrenza come efficacemente la dimostrò in grand'utile, e beneficio.

Gio: Francesco Cardinal Gambara Vescovo di Viterbo fu si divoto della Madonna della Quercia, e ne ricevè tante grazie, che voleva dire, non averli chiesto cosa che non avesse ottenuto.

L'anno 1577 serpeggiando la peste per l'Italia e facendo gran strage per la Lombardia, raccomandò a lei i suoi parenti di Brescia acciò si degnasse preservarli in tal pericolo; e fu esaudito mentre non solo tutti li suoi Attinenti, ma anche le loro Ville, e Castelli furono esenti dal detto male, che li era vicino, e presente.

Caduto poi infermo con evidente pericolo di vita, un Giovinetto suo nipote ritenuto appresso di sè, appena l'ebbe raccomandato à questa nostra gran Madre di Grazie, che ritrovollo fuori d'ogni pericolo.

Per questi, ed altri favori ricevuti, soleva spesso celebrar Messa nell'Altare della miracolosa Imagine: alla quale fece molti ornamenti, e donativi, tra quali un Calice d'oro, sette lampadi d'argento, un paliotto, e bandinella tessuti con l'insegne di sua Casa, e con soprariccio d'oro, e argento ed anche li parati di broccato di gran valore per i lati della Cappella.

Fece ornare la medesima di stucchi. e pitture, facendovi dipingere anche se stesso col sudetto suo Nepote in uno di detti lati col mistero della Nunziata, e dall'altro lato fece dipingere il mistero della Nunziata, e dall'altro lato fece dipingere il mistero della Natività della Madonna.

Questo divotissimo Principe nel secondo giorno di Pasqua dell'anno sudetto 1577 che fu alli 8 d'Aprile volle consagrare questa Chiesa con gran magnificenza, e con somma consolazione del suo spirito, assistito dal Vescovo d'Amalfi suo suffraganeo, dal Vicelegato del Patrimonio, da altri Prelati, Clero Regolare, e Secolare, ed alla presenza di popolo infinito, racchiudendo nell'Altare della Santiss. Vergine le Reliquie dell'Apostolo Sant'Andrea, e de' SS. Martiri Lorenzo, Ignazio, e Biagio; e dopo cantata la Messa, publicò Indulgenza d'un'anno, che concedeva in detto giorno, e per l'avvenire in perpetuo di cento giorni, ed appresso publicò ancora il Breve di Gregorio XIII per l'Indulgenza plenaria perpetua nel medesimo giorno, come si disse.

In segno anche del suo grand'affetto, e divozione volle esser sepolto vicino all'Altare della Vergine e che il suo Corpo da Roma, ove morì, fosse quivi trasportato. [...] 

 

 

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