Mario Olimpieri

Ciao Mauro, continuo con le pubblicazioni farnesiane, presento altri tre paesi: Nepi, Fabrica di Roma e Bomarzo. Un saluto a voi tutti. Mario

Nepi il Comune negli anni '50 (Archivio Mauro Galeotti)

NEPI

Nel 1537,  Pier Luigi Farnese, figlio del papa Paolo III,  venne da lui investito del titolo di Duca di Nepi, inserendo questo territorio nel Ducato di Castro.

In questo decennio che vide il governo del casato Farnese, grandi opere vennero improntate in tutta la città ed ovviamente la Rocca non fu trascurata.

Altri lavori di adeguamento vennero compiuti all'interno dell'edificio, come testimoniano alcuni stemmi in pietra dell'Accolti, coperti da intonaco e affrescati con lo stemma del nuovo governatore. Ma l'opera più grandiosa realizzata in questo periodo, fu indubbiamente la costruzione dei bastioni esterni. Venne incaricato dell'opera Antonio da Sangallo il giovane, intorno al 1537. Esempio tra i più completi della grande maestria Sangallesca di concepire fortificazioni "alla moderna". Il Vasari nelle sue "Vite", definì quest'opera "inespugnabile e bella".

Egli studiò almeno tre ipotesi per compiere quest'opera, oltre a realizzare anche un rilievo delle strutture esistenti all'epoca della Rocca. Alla fine, la scelta cadde sulla soluzione più funzionale, sia a livello difensivo che a livello economico. Essa si compone di quattro enormi bastioni, dotati di apposite cannoniere per il fuoco incrociato.

Notevoli le porte di accesso, in particolare la principale, porta Romana, che conservano ancora la porta e la controporta interna. Agli angoli dei due bastioni principali e sopra porta Trionfale o "Nica", gli stemmi in travertino di Pier Luigi Farnese.

Nei sottostanti cartigli la scritta: "P. ALOISIUS FARN. DUX CASTRI ET NEPETE MONUMENTUM HOC AD TUTELAM CIVITATES EXTRUXIT MDXL", mentre sopra la porta principale, l'arme di Papa Paolo III.

Con la dipartita di Pier Luigi Farnese nel 1545, essendo stato nominato Duca di Parma e Piacenza, Paolo III trasferì i cannoni della fortezza nepesina in quella di Perugia. Nel 1570 vide l'arrivo a Nepi di un altro membro della famiglia Farnese, il Cardinale Alessandro.

  

Fabrica nel 1900 circa (Archivio Mauro Galeotti)

FABRICA DI ROMA

Il castello fu costruito nel XIII secolo quando Fabrica di Roma divenne feudo dei potenti Prefetti Di Vico. Nel 1308 però, Manfredi di Vico cedette il castello al cardinale Napoleone Orsini e quest'ultima famiglia a sua volta lo cedette all'Ospedale di Santo Spirito.

Ma i passaggi non finirono qui, perché nel 1536 il maniero fu dato in enfiteusi a Lucrezia della Rovere (vedova Colonna) e tre anni più tardi fu riscattato dalla Camera Apostolica che subito lo vendette a Pier Luigi Farnese, così che castello e paese entrarono a far parte del Ducato di Castro. L'edificio fu ampliato dai Farnese per questo oggi è conosciuto anche come Rocca Farnesiana. Con la caduta del ducato il castello rientrò in possesso della Santa Sede che nel 1756 lo concesse in enfiteusi ai conti Cencelli. 

Ora il castello è in mano privata e non visitabile.

Quando nel 1534 il cardinale Alessandro Farnese venne nominato papa, Paolo III creò uno Stato indipendente da quello della Chiesa sotto il ducato di Castro, riunendo i feudi dei Farnese tra cui Fabrica di Roma.

 L’ingresso principale, salendo dalla via che fiancheggia la Rocca, ci porta direttamente in una grande sala dalla quale sulla destra entriamo nella grande cucina con un enorme camino mentre sulla sinistra troviamo lo studio, una sala da pranzo, altri due salotti, due camere da letto ed un bagno.  Le camere con pavimenti in cotto originali, camini monumentali in peperino e soffitti in legno intarsiato Al primo piano si trovano altre tre grandi sale ed un terrazzo dal quale si gode di una vista sul Castello e sui tetti del paese.

Una rampa di scale ci porta nel livello inferiore dove un salone con camino conserva tutta l’impronta di una sala da banchetto medievale, un antico forno ed altri ambienti Ulteriori scale portano alle cantine e a quella che nei secoli andati era una prigione. Al piano interrato si sviluppano circa 113 mq di cantine molto asciutte ed arieggiate.

Parco dei Mostri negli anni '50 (Archivio Mauro Galeotti)

BOMARZO

Bomarzo è conosciuto per il celebre Sacro bosco dei mostri, anche chiamato “Villa delle meraviglie”, nato, a metà del 1500 dall’idea del principe Pier Francesco Orsini, allo scopo di “sol per sfogare il core” spezzato per la morte della moglie Giulia Farnese.

Orsini, Vicino (Pierfrancesco detto Vicino) – Si­gnore feudale (4 mar. 1523 – Bomarzo, 28 gen. 1585).

Figlio del condottiero Gian Corrado (ramo di Mugnano) e di Clarice di Franciotto Orsini di Monterotondo, successe in tenera età al padre (1535) nella signoria feudale di Bomarzo, Chia, Castelvecchio (oggi Castel di Tora), Collepiccolo (oggi Colle di Tora), Pietraforte e Montenero (oggi Montenero Sabino), spesso risiedendo a Bomarzo, dove il padre fin dal 1525 aveva iniziato ad edifi­care il palazzo baronale. 

Il legame con i Farnese, famiglia del regnante papa Paolo III, si rafforzò in seguito alle nozze, celebra­te 1’11 gen. 1544 nel castello di Giove, con Giu­lia di Galeazzo Farnese (ramo di Latera, Latera, 1527 – Bomarzo, gen. 1557), dalla quale ebbe fi­gli e figlie. Nel 1546 prese parte, agli ordini di Ot­tavio Farnese, alla spedizione di un’armata ponti­ficia di 12000 uomini in Germania, dove si com­batteva la guerra smalcaldica; vi era, come legato apostolico, il cardinal Farnese, insieme al cardinal Cristoforo Madruzzo, cui Orsini rimase legato.

 

 

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