Messina STORIA
dott. Giuseppe Di Prima, farmacista o meglio l’antico speziale

                           Il farmacista, antico speziale, dott. Giuseppe Di Prima

La mia farmacia, ora dei miei nipoti, è utile ricordarla perché fa storia. Nata molto tempo fa, io pur essendo “vecchio”, all’epoca del terremoto di Messina (dicembre 1908) non c’ero.

Sono nato nel 1933 da genitori farmacisti (quindi ho 86 anni).

Ho dei nitidi ricordi della vecchia farmacia sia perché ho iniziato a “giocare” nel laboratorio dei miei genitori con le affascinanti apparecchiature chimiche, sia perché mio nonno mi raccontava cosa rappresentava la farmacia di un tempo e come si lavorava. Era cambiato poco, mi diceva, da quando nel 1909 dopo il terremoto, da Ravanusa (AG) si era trasferito a Messina impiantando la sua farmacia e riprendendo con lena fino alla guerra del 1940.

Il farmacista, come il parroco e il medico condotto, erano le figure che ogni famiglia utilizzava per qualunque occasione di conforto. In farmacia, o meglio nel laboratorio galenico della farmacia, si preparavano sciroppi per la tosse, pozioni digestive o depurative. Si pesava nel bicchiere la dose di olio di ricino o in una bustina il sale inglese, e si preparavano le cartine, da inglobare nell’ostia prima di deglutirle.

La preparazione di queste, ricordo, era affascinante; si pesava separatamente ogni sostanza-dose, moltiplicata per il numero di cartine da comporre e si distribuiva oculatamente su ogni rettangolino di carta.

La tecnica per piegare e chiudere ogni cartina era un segreto professionale che si tramandava. Ricopiare la formula sul registro delle preparazioni e su un sacchetto, inserire cartine e ostie e depositarlo assieme all’originale ricetta sulla mensola dei “pronti” era un compito usuale e gratificante.

La soluzione resorcinata per il cuoio capelluto o lo sciroppo balsamico a base di eucalipto, pino, balsamo del tolù e passiflora sono state le mie prime preparazioni “ufficiali” ancora studente ginnasiale. I miei genitori farmacisti, dopo la guerra, avevano riattrezzato uno dei più professionali laboratori galenici tanto che l’Università indirizzava i laureandi nella nostra farmacia per effettuare l’allora obbligatoria pratica.

Ed io, ancora studente, insegnavo con intimo orgoglio ai miei colleghi laureandi l’iter delle preparazioni iniziando dall’interpretazione della ricetta dopo ave tradotto “l’arabo” della grafia manuale, a penna, del medico frettoloso. Individuata la formula prescritta, ci si organizzava con le sostanze, gli strumenti e i contenitori definitivi. Il controllo da parte di mio padre era meticoloso ma sempre gratificante; tranne qualche ceffone quando mettevo sulla lingua qualche granellino di sostanza per la curiosità di saggiarla.

Vizio rivelatosi poi molto utile agli esami di laurea per istradarmi sulla prova pratica di riconoscimento. Il fascino professionale e artigianale di allora, ormai estinto mi riporta alle preparazioni oggi inconcepibili ed incredibili anche di capsule, supposte, ovuli e addirittura fiale iniettabili.

Ogni fialetta dopo il riempimento con per es. “olio canforato”, veniva chiusa con una rapida rotazione su una sottile fiamma. Una per una; a mano. - Sono ricordi “storici” che mi avvicinano ai vecchi speziali, ai monaci del medioevo, a coloro ormai estinti, che studiavano e si impegnavano per lenire i malanni altrui.

Ho ancora una autoclave-sterilizzatrice in rame e ottone che come la pentola a pressione si chiude ermeticamente, controllata da termometro e manometro; autoclave che veniva riscaldata da una piccola spiritiera (una lattina con alcool denaturato e uno stoppino che veniva acceso).

Altri oggetti, vetrerie, mortai, bocce, bilancia con i pesi in ottone, bilancia per milligrammi e strumenti da laboratorio mi fanno ancora compagnia per estirparmi quel sentimento sconosciuto ai giovani e di esclusivo retaggio degli anziani: la nostalgia.

Vecchi ricordi della VERA FARMACIA! - I cambiamenti rapidi si sono succeduti dopo la guerra (1945) quando le industrie farmaceutiche cominciarono ad immettere sul mercato i farmaci sintetici.

I medici non studiarono più la farmacognosia (princìpi attivi naturali), le prescrizioni galeniche diminuirono, e quando gradualmente si estinsero i medici anziani, la farmacia diventò quella di oggi: un supermercato.

E oggi, tra le materie universitarie, la più importante ed ambita è la specializzazione nella gestione contabile delle ricette mutualistiche.

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