Viterbo STORIE
Alessandro Gatti

Re Gustavo Adolfo e Mario Moretti

Il Re archeologo Gustavo Adolfo di Svezia si prodigò affinché, la sua passione per la Storia, regalasse una genuina ricomposizione di alcuni fondamentali tasselli mancanti per la riorganizzazione del mosaico della Civiltà etrusca.

Correva l’anno 1966 quando l’archeologo svedese Carl-Erik-Östenberg, diresse i lavori di scavo presso il sito Acquarossa alle porte di Viterbo. Il nome deriva dal colore ramato dell’acqua che sgorgava in quelle terre la quale, assorbendo i minerali del terreno, assumeva un colore rossastro.

Molti ritengono debba condannarsi l’abbandono di simili glorie di ritrovamenti, sul nostro suolo nazionale, a popoli che non siano quello Italiano. Lungi dal voler mostrare contentezza, per il fatto  che i meriti della scoperta di un importante insediamento di Civiltà etrusche nei pressi di Acqua Rossa, siano da attribuirsi agli Svedesi, non posso negare sentita gioia per i risultati della scoperta.

L’Istituto svedese di studi classici di Roma, grazie ai finanziamenti del Re Gustavo, portò alla luce una testimonianza unica per bellezza ed impatto storico.

Abitazioni comuni di cittadini del VI secolo, dalla cui architettura, perfettamente conservata, si è potuto capire come tali popoli fossero all’avanguardia e come la loro vita sociale fosse organizzata in senso moderno.

La scoperta del sito archeologico di Acquarossa rappresentò una  prova che gli Etruschi non erano soliti costruire solo edifici a carattere sacro, ma che essi amassero lo stanziamento urbano.

Sorti all’alba della storia delle prime civiltà come nomadi, gli Etruschi hanno sviluppato un moderno senso di urbanizzazione ed avanzate tecniche architettoniche.

Gli archeologi vennero subito stupiti dalla finezza delle decorazioni e dalla maestosità degli edifici. Questo progetto di recupero fu un successo per l’Italia e per il mondo intero. Un'occasione di condivisione della conoscenza dall’impatto antropologico significativo. Al di là di chi debba vedersi attribuiti i meriti, Italiani e Svedesi lavorarono insieme e con passione per il recupero di una parte importante della Storia umana.

Quanto compete allo Storico è ricostruire le tracce del percorso dell’umanità e questa missione è stata assolta egregiamente. La passione di Re Gustavo lo portò ad investire parte del suo patrimonio in un progetto che, attraverso l’Istituto archeologico svedese presso Roma, sarà responsabile della stragrande maggioranza degli scavi che in quel periodo vennero condotti in Italia e nel viterbese.

Re Gustavo finanzierà, e seguirà con passione, operando attivamente sul posto, gli scavi archeologici nella Tuscia fino alla sua morte; avvenuta nel 1973.

E’ possibile ammirare alcuni rinvenimenti degli scavi archeologici di Acquarossa presso la Rocca Albornoz a Viterbo.

Ancora una volta la passione e l’amore per la cultura si rendono responsabili di un recupero di intensa portanza valoriale per il genere umano tutto. Vale la pena ricordare, umilmente e con gioia, chi ringraziare.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

Barbro Santillo Frizell, Il Re Archeologo Gustavo IV Adolfo nel Viterbese, articolo

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