La Quercia STORIA
Gianfranco Ciprini

La Madonna della Quercia ad Ascona (Svizzera)
alla fine del comunicato leggi la storia del quadro

Carissimo Mauro, ho letto l'articolo sulla serva di Dio Francesca Caterina Vacchini, volevo dirti che i Cerquaroli de La Quercia, o meglio i Querciaioli assieme alla Madonna della Quercia, non l'hanno dimanticata! Ti invio alcune notizie. Un abbraccio. Gianfranco Ciprini

Riporto le parti scritte poco leggibili
 
ASCONA

CHIESA DI S.MARIA DELLA MISERICORDIA
OVVERO
CHIESA DEL COLLEGIO PAPIO

ORIGINE

Nel 1591 Mons. Ninguarda, Vescovo di Como, in occasione di una sua visita pastorale nel Ticino , così descrive la chiesa del collegio: «Item, nella suddetta terra di Ascona, vi è un’altra chiesa intitolata a S. Maria della Misericordia, molto bella et grande, appresso alla quale si edifica uno collegio il quale è in buon essere».
          La chiesa molto bella et grande di cui parla il prelato, esisteva già da due secoli. Posta la prima pietra nel 1399, come conferma la scritta dipinta nel coro della chiesa stessa, la bella chiesa di stile tardo romanico con influssi gotici, veniva consacrata nel 1442.

Era stata voluta dal console e dalla popolazione di Ascona ed edificata a proprie spese in ragione della devozione degli asconesi alla Madonna della Misericordia. La cattiva lettura di un atto notarile del 1510 aveva fatto supporre agli storici la «demolizione» di una precedente chiesa esistente nello stesso luogo: in realtà il documento parla di «devozione» e non di «demolizione».  

 Nell’anno del documento, il 1510,  gli asconesi affidarono la loro chiesa devozionale, posta allora tra il verde della campagna e discosta dal nucleo di case volte verso il lago che costituiva il villaggio, a due padri Domenicani. Questi addossarono al coro della chiesa un minuscolo conventino.
Quando, alla fine del secolo, Carlo Borromeo ebbe necessità di erigere il collegio voluto dal Papio, esonerò i domenicani dal loro incarico…

 L’interno
Le lisce pareti convergono verso l’Arco trionfale luminoso di affreschi. Il soffitto, ora appesantito da enormi incombenti cassettoni, era all’inizio, secondo la descrizione del Card. Federigo Borromeo,  di tavole di lance ornate a fiori, con cornici di color ceruleo. L’altare maggiore, senza pregi particolari, eccetto la grandiosa pala di cui si parlerà separatamente, ha un palliotto di scagliola, opera di Giuseppe Maria Pancaldi.

       Su ogni parete della chiesa appaiono affreschi, segnatamente nel coro, così da costituire, a detta del Rahn «il più grande ciclo di affreschi esistente in Svizzera». Sepolti sotto uno strato di calce nella prima metà del Seicento...

Nella navata oltre la porta laterale incontriamo una serie di sette santi: scomparso il primo, ancora visto dal Rahn, abbiamo nell’ordine: Sant’Antonio Abate, San Rocco, S. Lucio, - S. Antonio da Padova, di nuovo San Rocco, Madonna in trono, San Sebastiano.

 Le scritte attestano i nomi dei donatori, quasi tutti asconesi o locarnesi per cui non risulta probabile dedurre da questi dipinti votivi l’ipotesi che la chiesa della Mater Misericordiae fosse chiesa di pellegrinaggio interessante i fedeli di tutto il Lago Maggiore.

La datazione degli affreschi è nota: 1506. Per caratteri stilistici possono venir attribuiti ad Antonio da Tradate.   
Né è da escludere che altri affreschi possano venire alla luce su queste pareti laterali al momento di un restauro generale della chiesa...
Nella stessa parete, accanto all’ingresso principale si rileva una nicchia creata per far da sfondo al primitivo altare della Madonna della Quercia.
La nicchia è affrescata con modi che si staccano nettamente dal gotico e recano chiari segni rinascimentali.

I due affreschi databili attorno al secondo decennio del 1500, rappresentano in alto il Padre Eterno e più sotto, la Madonna della Quercia tra San Sebastiano e San Rocco…

Le tele degli altari laterali
A metà navata, dopo numerosi spostamenti richiesti dai Vescovi  nelle loro visite pastorali, si trovano due altari faccia a faccia: nella parete settentrionale l’altare dedicato alla Madonna della Quercia; nella parete meridionale l’altare della Madonna del Rosario. I due altari hanno una importanza notevole.

La tela dell’altare della «Madonna della Quercia
 La curiosa devozione è stata importata ad Ascona da emigrati a Viterbo dove asconesi e locarnesi avevano nel cinquecento una fiorente colonia.
Viterbo possiede un celebre santuario dedicato alla Madonna che sarebbe appunto colà apparsa sopra una quercia.
 Inoltre la devozione è tipica dell’ordine domenicano italiano, cui era stata affidata la chiesa asconese.

Quanto alla tela che sovrasta l’altare, fa spicco la calma dolcezza del volto della Vergine e l’armonia compositiva della scena: la Madonna, è posta elegantemente come in un ostensorio dentro la quercia col suo Bambino sorridente.

Per cui si può ritenere fondata la tradizione secondo cui la tela sarebbe opera di un valido pittore di scuola toscana. Non è neppure da escludere che gli impacciati angioletti che fanno esercizi ginnici attorno alla quercia, siano stati dipinti posteriormente da altra mano.  
(Tratto da: La chiesa del Collegio Papio – Ascona di Aldo Lanini, Locarno 1983)
 
Numerose sono le registrazioni nei libri contabili del convento della Quercia che attestano la presenza di lavoratori provenienti dalla zona di Locarno e Ascona.
Ronco Sopra Ascona

CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

              Costruzione barocca con una facciata a tre arcate, in cui spicca un bel portico su colonne toscane, questa chiesa è ubicata sulla piazza più grande di Ronco, a pochi passi dalla chiesa di San Martino.

             L'attuale chiesa fu edificata nel 1712 a sostituzione della modesta cappellina delle Grazie risalente al secolo precedente e che già sorgeva in questo luogo.
            Al suo interno, un’aula unica suddivisa in tre campate, è possibile ammirare un altare in marmo del 1767 che ospita un piccolo affresco cinquecentesco con l’immagine della Vergine col Bambino oltre ad alcuni affreschi sulla volta, degli ex voto e due grandi tele con due splendide cornici d’epoca riccamente intagliate.
            La prima, di Pietro Dandini, raffigura la Gloria del Sacramento, mentre la seconda ritrae la Madonna della Quercia e dovrebbe provenire da Viterbo.
(Tratto da: http://www.ronco-s-ascona.ch/it/96/edifici_storici)
Si ringrazia la dottoressa Alessandra Giussani per le notizie fornite
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Il quadro "La Madonna della Quercia" ad Ascona (Svizzera)
 
"Nella chiesa di Santa Maria della Misericordia in Ascona si trova un dipinto dedicato alla Madonna della Quercia, opera commissionata nel XVI secolo dalla Confraternita della Madonna di Viterbo.

Il dipinto fu offerto alla parrocchia di Ascona nel 1550 dalla confraternita composta da emigranti asconesi, ritornati nel paese natale dopo aver vissuto molti anni a Viterbo.

Fra i componenti della confraternita v’era l’orafo Cristoforo Vacchini - padre della Beata Francesca Caterina Vacchini -, probabile committente della Madonna della Quercia, dipinta da un pittore anonimo, di cui, a tutt’oggi, non è stata riconosciuta la mano nei confronti iconografici e stilistici con altre opere locali o di Viterbo.

Nel dipinto in esame spiccano le foglie e le ghiande d’oro che accolgono la Vergine col Bambino. Questo particolare sembrerebbe voler alludere al mestiere del committente: Cristoforo Vacchini, infatti, aveva fatto fortuna a Viterbo con l’arte dell’oreficeria".

Tratto da LA MADONNA DELLA QUERCIA UNA LETTURA ICONOLOGICA
di Mauro Zanchi sta in: LA MADONNA DELLA QUERCIA JOSEPH BEUYS – HARALD SZEEMANN
http://alchimiarte.ch/AlbertiMadonnaDellaQuercia.pdf
 

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