La Quercia STORIA
Gianfranco Ciprini

Oggi è la festa di San Pio V. Madonna della Quercia salvaci e proteggici sempre! Gianfranco

San Pio V e la Madonna della Quercia

           Lo potremmo chiamare senza ombra di dubbio il papa della Madonna della Quercia; da religioso, spesso, era, ricorso al Suo aiuto e sempre era stato esaudito.

           Quando il cardinal Antonio Ghisleri fu eletto papa con il nome di Pio V, alla Quercia fu fatta una gran festa, perché il nuovo pontefice era molto devoto della Immagine ivi venerata.

(8 gennaio 1566 A.S.M.Q. vol.293 c.85)

"… Il glorioso S. Pio V , conoscendo quanto Dio, e la sua gran Madre Maria si compiacessero in questa Immagine, ne fu sempre devotissimo; et essendo Cardinale visitolla più volte con lasciarvi anche l’indulgenze.

Creato poi Papa, in tutti i bisogni di S. Chiesa ricorreva al di lei patrocinio, ordinando spesso alli religiosi orazioni particolari avanti la medesima… Mostrò anche il Santo Pontefice la particolare divozione a questo luogo nel concedergli molte grazie e privilegi. Tra questi l’anno 1568 per breve dato a Roma li 23 gennaro concesse a religiosi la libera amministrazione delle limosine et altri beni con la SUPPRESSIONE DE' SANTESI". (N.M.Torelli 1725 p.26)

In particolare, volle che i frati del convento della Quercia, giorno e notte, pregassero davanti all’altare della Vergine quando, nel 1571, minacciando i Turchi l’Occidente, riuscì a mettere insieme una flotta da inviare contro di loro per fermarne l’avanzata in Europa e limitarne la supremazia nel mar Mediterraneo.

La flotta cristiana, composta da ottantuno galere di Filippo II, re di Spagna, centocinque galere e sei galeazze di Venezia, dodici galere del Papa, tre galere dei Cavalieri di Malta, tre galere della Repubblica di Genova, quattro galere del Granduca di Toscana e due galere dei Duchi di Savoia, al comando di Giovanni d’Austria, fratello di Filippo II, partì da Messina il 16 settembre.

Tra i partecipanti nomi illustri della cristianità: Marc’Antonio Colonna, comandante la flotta pontificia, Sebastiano Venier, a capo di quella veneziana,l’ammiraglio veneziano Agostino Barbarigo, Francesco della Rovere, figlio del Duca di Urbino, Alessandro Farnese, figlio del Duca di Parma, fra Ridolfo Cavaliere di Malta, venuto a pregare la Vergine della Quercia il 5 di maggio di quell’anno, (A.S.M.Q. vol. 160 c.14), alcuni della casa dei Gonzaga, altri dei Doria, degli Orsini; tra loro anche uno dei più popolari scrittori spagnoli: Miguel de Cervantes .L’armata cristiana giunse a Lepanto la mattina del 7 ottobre, domenica; lì trovò ad aspettarla quella Turca, composta da duecentoquaranta vascelli.

Don Giovanni, fatto inalberare lo stendardo che gli aveva donato S. Pio V, si preparò alla battaglia e tutti i suoi soldati gridarono a gran voce il nome di Gesù e quello di Maria.

Alì Pascià, comandante la flotta turca, sparò il primo colpo di cannone; Don Giovanni rispose con un altro colpo . La battaglia iniziò violentissima e tutto il golfo di Lepanto fu coperto da una densa nube di fumo solcata dai lampi delle artiglierie. Ad un tratto, il vento che prima spirava contro le navi cristiane cessò e poi cambiò direzione portando la polvere ed il fumo tra le navi turche che non scorgendo bene il nemico iniziarono a danneggiarsi a vicenda. Il combattimento durò più di quattro ore e fu talmente cruento che il mare era pieno di morti e relitti galleggianti.

Alla fine del giorno la grande battaglia si concluse con una pesante sconfitta per la flotta Turca: 80 navi affondate,140 galere e 13 galeotte catturate, 10.000 prigionieri, circa 30.000 morti tra cui quasi tutti i comandanti, compreso Alì Pascià.

La flotta cristiana perse 12 galere e morirono circa 7600 dei suoi uomini, fra cui anche il veneziano Agostino Barbarigo; Miguel de’ Cervantes, nel combattimento, perse la mano sinistra, ma più di 10.000 cristiani, prigionieri dei turchi, furono liberati.

Intanto, il pomeriggio di quella domenica, verso le cinque, san Pio V stava ricevendo alcuni prelati ; all’improvviso impose a tutti il silenzio, corse verso una finestra, la spalancò,si gettò in ginocchio e rimase alcuni minuti in profonda contemplazione.

Ad un tratto si alzò di scatto e quasi correndo lungo i corridoi del Quirinale, gridò: "Andiamo in chiesa a rendere grazie a Dio, la nostra armata ha trionfato". La Vergine Santissima gli era apparsa e gli aveva mostrato la grande vittoria .La voce si parse subito tra i romani e molte chiese suonarono le campane a distesa.

Ma la reputazione del santo papa fu messa a dura prova perché il messaggero, che non aveva potuto approdare ad Otranto per una grande tempesta, fu costretto a dirigersi verso Venezia; ma quando il messaggio della vittoria fu portato a Roma, verso la fine di ottobre, la fama di santità di Pio V si accrebbe ancora di più. (G. Chantrel p.167-Le repub. Marin. p.109- Ravicini-Roseto. p.302)

Riconoscente per la grazia ricevuta dalla Madonna, che spesso invocava sotto il titolo di Madonna della Quercia, volle inviarLe un suo ex voto (Carosi, Ciprini – Gli Ex voto… p.219 )

 

Inviò, inoltre , tramite Giovanni d’Austria, due bandiere turche che il comandante la flotta Cristiana lasciò ai piedi della Vergine Santissima della Quercia, dentro la cassettina di legno dove era solito porre il suo vessillo di comandante.

Museo Ex Voto : La cassettina di legno di Giovanni d’Austria e una delle due bandiere turche

Era intenzionato a venire personalmente a ringraziarLa, ma la morte glielo impedì.

 

(T.Bandoni 1636 p.32)

Particolare Lunetta Chiostro della Cisterna (1631- Pucciatti?)

Per testimoniare il suo affetto filiale verso l’Immagine della Madonna della Quercia , dai frati fu fatto anche un reliquiario dove fu posto il suo Berrettino; poi: “Nell’istesso mese ho messo dentro al Reliquiario d’argento dove sta il berrettino del Beato Pio Quinto una cassettina sigillata con il sigillo del vescovo di Viterbo dove sono delle vesti, e ceneri del detto Beato, con la sua autentica, che sta dentro del medesimo reliquiario dietro al berrettino...”  così scrive il sacrestano maggiore nel dicembre del 1699.

 

A.S.M.Q. vol. 356 c. 8

Ogni anno il 5 maggio le Sue reliquie venivano esposte, illuminate da sei candele, all’altare della Vergine dall’apertura della chiesa fino alla recita serale del S. Rosario.

 

A.S.M.Q. vol. 357 c. 29v

“A di 5 detto (maggio 1715 ) libre due in sei candele di quattr’onze consumate alla Reliquia di S.Pio esposta dalla prima messa fino terminato il Santissimo Rosario…” .

Gianfranco Ciprini

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 325 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it