Viterbo STORIA Un attestato del Sindaco di Viterbo, datato 28 agosto 1944, dichiara che le più gravi incursioni aeree nemiche sulla città sono avvenute nei giorni: 11 marzo, 6 maggio, 25 maggio e 6 giugno
Maurizio Pinna

 

Maggio 1944. Incursioni aeree degli angloamericani su Viterbo Ventiseiesimo incontro con i lettori de La Città (www.lacitta.eu)

Siamo vicini al giorno d’ingresso a Viterbo dei liberatori anglo-americani, mentre proseguono i bombardamenti della città per accelerare la resa e il ripiegamento dei tedeschi, nonché la collaborazione della popolazione stremata dalla distruzione, dalla fame e dai familiari morti sotto le macerie.

Anche questo metodo per annientare la capacità di reazione e sopportazione della gente civile e inerme fa parte di certe strategie militari. La distruzione dei centri abitati ne sono la prova, poiché non nascondevano punti sensibili, truppe, aeroporti, dighe, centrali elettriche, stazioni ferroviarie, depositi e quant’altro sia ritenuto utile distruggere per piegare il nemico.

Per la particolare impaginazione del calendario delle attività su Viterbo, relative al mese di maggio 1944, mi corre l’obbligo di ripetermi per i nuovi lettori che potrebbero rimanere sorpresi a causa di una mancanza di concatenamenti “morbidi” tra una notizia e la successiva. La forma utilizzata, infatti, mantiene quella originaria militare, ben più dura, quasi telegrafica, come telegrafici sono gli ordini e i rapporti di servizio, perché di questo, dove compare “M.T.O.” si tratta.

MTO è infatti il teatro delle operazioni nel Mediterraneo Orientale. 

6 maggio 1944

«MTO - Operazioni tattiche (12AF): in Italia, A-20 mettono a fuoco un'area di deposito ad Itri; A-36 colpiscono tratti di ferrovia nei pressi di Viterbo; P-40 bombardano appostamenti, una stazione ferroviaria ed altri tratti di ferrovia intorno a Frosinone, altre stazioni, strade e paesi intorno ad Itri, Colleferro e Sezze; P-47 centrano la stazione di smistamento di Certaldo, oltre a varie ferrovie, autostrade e ponti; gli squadroni HQ 324FG e 314th della Fighter Squadron si trasferiscono da Cercola a Pignataro Maggiore con P-40». 

Un attestato del Sindaco di Viterbo, datato 28 agosto 1944, dichiara che le più gravi incursioni aeree nemiche sulla città di Viterbo nel periodo 23 gennaio – 8 giugno 1944, sono avvenute nei giorni: 11 marzo, 6 maggio, 25 maggio e 6 giugno.

La certificazione è stata rilasciata al Sindacato Italiano Ferrovie, Sezione di Viterbo, per il Capo Compartimento FF.SS. di Roma.

7 maggio 1944

«MTO - Operazioni tattiche (12AF): in Italia, le condizioni atmosferiche proibitive precludono ogni operazione ad opera dei bombardieri medi; A-20 colpiscono un'area di rifornimento a sud-ovest di Albano Laziale; caccia-bombardieri interrompono numerose connessioni, prevalentemente stradali, con risultati eccellenti; strade, veicoli militari, treni, appostamenti, ponti, ferrovie, stazioni di smistamento, aree portuali ed altri obiettivi nelle vicinanze di Stimigliano, Vetralla, Viterbo, Bracciano, Anzio, Manziana, Acquapendente, Civitavecchia, Terracina, Roma e l'Isola d'Elba».

17 maggio 1944

«MTO - Operazioni tattiche (12AF): in Italia, le operazioni a sostegno delle forze di terra alleate d'assalto continuano; B-26 bombardano ponti stradali nell'immediata vicinanza della zona di guerra con risultati piuttosto soddisfacenti; le strade nell'area di Frosinone sono bloccate; B-25 bombardano il campo di atterraggio di Viterbo, mentre A-20 attaccano un posto di comando nei pressi di Valmontone e sganciano viveri alle truppe francesi sul Monte Revole; caccia-bombardieri colpiscono ferrovie, ponti, autocarri militari e appostamenti su, ed oltre, il fronte di guerra con buoni risultati, distruggendo diversi ponti e creando il blocco delle strade nei comuni di Vallecorsa e Pico.

Inoltre, vengono colpiti appostamenti all'altezza di Cassino e centrati numerosi obiettivi strategici».

25 maggio - 26 maggio 1944

«L’ultima fase dei bombardamenti si iniziò subito dopo la mezzanotte del 25 maggio, quando circa 70 “Wellington” attaccarono con bombe di grosso calibro la nostra città. Anche questa volta il suono delle sirene precedette di solo qualche secondo l’inizio del bombardamento».

«Fra le numerose vittime c’era anche l’amato Arciprete Parroco di San Sisto. La morte lo aveva trovato al suo posto. Quella chiesa a cui aveva dato tutto se stesso, fu la sua tomba».

«La giornata del 26 maggio fu veramente la più tragica per Viterbo: per ben 4 volte, alle 0,05, alle 9,20, alle 19 ed alle 23,30 essa subì massicce incursioni aeree che devastarono in maniera particolare le adiacenze di Porta Romana e di Porta Fiorentina, ma non risparmiarono nessuna zona della città».

«Particolarmente colpita fu l’area compresa fra piazza Fontana Grande, Porta Romana e Porta della Verità. Radio Londra la sera del 27, o del 28, informava con compiacimento che nella “zona di Porta Romana per la prima volta erano state lanciate, con ottimo successo, bombe da due tonnellate l’una”.

L’offesa aerea non risparmiò […] le chiese di San Sisto e di S.Maria della Verità, il complesso di S.Maria in Gradi, la chiesa di San Lorenzo, Porta Fiorentina con relativa fontana di piazza della Rocca e vari Palazzi d’epoca».

Il 25 maggio fu distrutta dalle bombe la chiesa di Sant’Andrea Apostolo in Pianoscarano e nei bombardamenti tra il 24 e il 25 la chiesa di San Sisto.

27 maggio 1944

Il Maresciallo Gravano Franco di Roma, ospite del Grand Hotel Grandori in piazza della Rocca, durante i bombardamenti del 26-27 e 28 maggio 1944, perse il suo bagaglio rimasto seppellito sotto le macerie dall’albergo.

Il 13 dicembre 1944, il sottufficiale scrive al sindaco di Viterbo chiedendogli, qualora si fosse provveduto al recupero di tutto il materiale giacente sotto le macerie, di compiere un’opera di bene affinché gli venisse restituito ciò che gli appartiene, poiché, evidenzia il Maresciallo: «Le perdite subite in questa guerra sono molteplici e tali da indurmi a supplicarla (…)».

28 maggio 1944

Nella notte tra il 27 e il 28 maggio furono bombardate la cattedrale di San Lorenzo e la chiesa di San Giovanni in Zoccoli.

 

(Fonte e riferimenti bibliografici: Viterbo dal fascismo alla guerra con uno sguardo ai giorni nostri, Maurizio Pinna, 2011). 

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