Carbognano STORIA Non nascondiamo la nostra emozione nel commentare la straordinaria notizia comunicata ieri mattina sul suo profilo facebook da Andrea Postiglioni di Carbognano

Ritrovato il volto di Giulia Farnese nel suo Castello di Carbognano
di Romualdo Luzi e Patrizia Rosini

Non nascondiamo la nostra emozione nel commentare la straordinaria notizia comunicata ieri mattina sul suo profilo facebook da Andrea Postiglioni di Carbognano che ha fotografato un labile bassorilievo nel cortile del Castello di Carbognano in cui appare un volto di donna sopra un cartiglio in cui è scritto “IVLIA FARNESI...”, e quindi ha subito individuato le fattezze della tanto ricercata Giulia Farnese, anche se lui conclude questa notizia con un punto interrogativo…

 

La scoperta è stata fatta domenica scorsa, in una delle due giornate dedicate dall’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane – Sezione del Lazio) ai luoghi farnesiani dell’Alto Lazio, organizzate dal Presidente dott. Francesco Sforza Cesarini con la collaborazione del dott. Stefano Aluffi Pentini.

Dopo anni di ricerca e di studi approfonditi svolti proprio sull’argomento noi non poniamo punti interrogativi ma ci sentiamo di affermare che le fattezze del ritratto certamente rappresentano Giulia Farnese “La Bella”, benché il tempo, e siamo attorno a cinquecento anni e il leggero muschio, hanno addolcito e quasi nascosto il “disegno” dello scalpellino che l’ha immortalata in un momento importante della sua vita all’interno della sua straordinaria residenza. La cercavamo da tutte le parti e lei, invece, era rimasta a casa sua!

Ci viene sì da chiederci chi sia l’autore del “ritratto” così risorto fra le pietre scure del castello. Ebbene, se potessimo conoscere il nome dello scalpellino che ha sagomato le cornici delle finestre del Castello incidendo in numerosi architravi, con lo stesso carattere e stile, la scritta “IVLIA FARNESIA”, probabilmente avremmo individuato uno sconosciuto “artista” che ha saputo lasciarci una così importante testimonianza storica e iconografica. Tra l’altro possiamo aggiungere alla foto di Andrea Postiglioni, che ringraziamo e con cui ci complimentiamo per l’intuito che lo ha portato a questa scoperta, un altro particolare prossimo alla scultura in cui appare il decoro di un angelo forse destinato alla vicina nicchia ove è dipinta una Madonna. Queste altre immagini, dell’angelo e della nicchia, le dobbiamo alla cortesia di Laura Ricci che ce le ha fatte avere con la collaborazione di Claudia Chiereletti che da tempo si occupano della storia di questo straordinario monumento.

La storia dei ritratti di Giulia alla cui ricerca e studio ci siamo applicati, ci consentono di dire che sicuramente ne esistevano diversi, tra cui quello ritenuto “scandaloso”, affrescato dal Pinturicchio che la rappresentava nelle vesti di una Madonna con Bambino e la figura adorante di papa Alessandro VI, posto nell’appartamento Borgia in Vaticano; un altro ove Giulia era ritratta in una statua al naturale, composta di tela e cera, da lei donata come ex voto alla Madonna della Quercia di Viterbo. Affresco e statua scomparsi per varie vicende che poi hanno richiamato alla memoria le tante dame con unicorno presenti nelle residenze Farnesiane ma di cui non si ha certezza alcuna anche se va segnalata la copia dell’affresco del Pinturicchio replicata ad olio su tela dal pittore Pietro Fachetti nel 1612.

Di Giulia se ne è parlato tanto e, ovviamente, il destino che ha contraddistinto la sua vita di donna di grande rilievo, così discussa soprattutto in gioventù per i suoi rapporti con i Borgia che hanno sempre affondato la penna sulle tracce di una  storiografia di tipo scandalistico che non depone certo per un’analisi serena di una storia che, naturalmente è stata molto “sofferta”  e recentemente rivisitata con più serenità e obiettività. Tra l’altro addirittura molti hanno ipotizzato che proprio la mancanza di un ritratto della Farnese sia stata “ordita” dal fratello cardinale e poi papa, Alessandro-Paolo III, che avrebbe operato per una “dannatio memoriae” di una sorella così tanto amata che a lui era legata al punto di affidargli le sue ultime volontà testamentarie.

Nessuno vuol far passare per una “santarellina” la giovane Farnese che, sposata a 15 anni a Orsino Orsini di Vasanello (1590), finisce poi per essere l’amante del Card. Rodrigo Borgia, da cui la dividevano oltre quarantacinque anni di età.

Certo è che la famiglia dell’Orsini da una parte, con la suocera Adriana de Mila, cugina del Cardinal Borgia, e i Farnese, si adoperarono per favorire questa relazione che avrebbe portato benefici ad entrambe le casate. Prebende e proprietà ad Orsino e la porpora cardinalizia ad Alessandro Farnese (nel 1493), quando ormai il Borgia era stato eletto papa con il nome di Alessandro VI.

Nessuno tace la burrascosa quanto scabrosa relazione tra il “vecchio” Borgia e la “giovanissima” Farnese, fatta anche di lettere velenose scritte dal Papa per reclamare a Roma la presenza di Giulia quando questa, approfittando di feste e matrimoni, riusciva ad allontanarsi da Roma, come accadde per il viaggio a Pesaro per accompagnare Lucrezia Borgia presso il marito Giovanni Sforza.

Il culmine di questa storia giunse nel luglio 1494 quando Giulia, appreso dal fratello Alessandro, che Angelo, il fratello maggiore, che si trovava nella Rocca di Capodimonte era moribondo perché colpito da peste, disprezzando gli ordini del Borgia, vi si era recata in tutta fretta senza peraltro giungere in tempo per abbracciarlo da vivo in quanto morto il 12 di quel mese.

Dopo la disavventura della cattura di Giulia, della sorella Gerolama e di Adriana De Mila da parte di un manipolo di soldati di Carlo VIII, si allungarono i tempi del ritorno a Roma che avvenne con l’ingresso solenne a Piazza del Popolo solo il successivo 1° dicembre.

I cronisti del tempo dissero che Giulia, quella notte dormisse in Vaticano. La relazione di Giulia con il Borgia si stava concludendo sia per i problemi legati alla difficile convivenza in Vaticano sia per la paura dell’imminente assalto delle truppe di Carlo VIII ormai alle porte di Roma.

Prima della fine di quell’anno, Giulia era certamente scappata da Roma e quasi certamente era rientrata a Vasanello, sotto la protezione del marito. Si andava così spegnendo, nell’anziano pontefice, quella senile passione per la giovane Farnese che, sarebbe vissuta per diverso tempo a Vasanello nel Castello Orsini, fatto decorare con stemmi e armi di varie famiglie fino alla morte di Orsino causata dal crollo del tetto nella camera ove stava dormendo (1600).

In compagnia della figlia Laura, Giulia si trovò di nuovo a fronteggiare un altro difficile momento della sua esistenza ma con oculatezza amministrò Vasanello per assumere poi il possesso del suo feudo di Carbognano che amministrerà con assoluta competenza e passione, nell’interesse dei suoi concittadini, mentre al posto del vecchio maniero costruirà il “suo” palazzo ornato da fantastici fascioni decorativi ove le armi delle famiglie imparentate si uniscono al giglio farnesiano e al simbolo dell’unicorno.

Vivrà poi serenamente in questa residenza, per un certo periodo, affiancata da un nuovo marito, Giovanni Capece Bozzuto, e si spegnerà a Roma, nel 1524,  nella sua casa di Via Arenula, a due passi dal grande Palazzo Farnese. Nelle sue ultime volontà dispose per la sua sepoltura nel sacrario di famiglia, eretto dal nonno Ranuccio (+1450) nella Chiesa dell’Isola Bisentina.

Nei giorni 24 e 25 scorsi, come detto, dedicati dall’ADSI alle dimore farnesiane.. è stato gratificante per i visitatori rivivere emozioni di un passato ove luoghi straordinari hanno consentito di assaporare pagine di una “Storia” reale ancora viva e presente tra le genti delle terre farnesiane del Lazio e che hanno visto come la memoria si possa manifestare anche con la straordinaria scoperta del volto di Giulia, come avvenuto proprio a Carbognano.

Chi desiderasse approfondire lo studio da noi curato dal titolo Il volto di Giulia Farnese. Un mistero infinito, presente sul sito Nuovo Rinascimento, può cliccare sul seguente link: 

http://www.nuovorinascimento.org/n-rinasc/saggi/pdf/luzi/volto.pdf

Romualdo Luzi e Patrizia Rosini

 

Carbognano, Castello di Giulia Farnese, bassorilievo con il ritratto di Giulia Farnese
(foto Andrea Postiglioni)

 

Carbognano, Castello di Giulia Farnese, nicchia devozionale con Madonna e Bambino
(foto Laura Ricci)

 

Carbognano, Castello di Giulia Farnese,
Angelo decorativo tra il volto di Giulia e la nicchia devozionale
(foto Laura Ricci)

 

Copia, olio su tela, dell’affresco del Pinturicchio nell’appartamento Borgia in Vaticano eseguito dal pittore Pietro Fachetti nel 1612. Dell’affresco si conosce solo il frammento con il famoso “Bambin Gesù delle mani”

 

Pinturicchio, frammento dell’affresco negli appartamento Borgia in Vaticano con il “Bambin Gesù delle mani”

 

Carbognano, Palazzo di Giulia Farnese. Dama con unicorno

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