Viterbo POLITICA
Andrea Stefano Marini Balestra


L'avvocato, Andrea Stefano Marini Balestra

Cara sig.na Boschi le bugie hanno le gambe corte ed alla lunga svelano il vero.
Vedrete se vince il “SI” come quanto detto a Viterbo l’altra sera sarà effettivamente raggiunto.

Infatti, durante la sua visita pastorale a Viterbo a nome del Governo e nell’unico interesse del suo attuale capo, un Ministro della Repubblica ha difeso le ragioni del “SI” al prossimo Referendum costituzionale infarcendo di inesattezze, se addirittura falsità.
Consideriamo da subito che a parere di chi scrive è un’impropria intrusione quella di un componente di governo in campagna elettorale su un quesito referendario di natura costituzionale, in quanto, essendo le norme facenti parte della Costituzione di uno stato la sua legge fondamentale, quindi la regola base (“la regola del giuoco”) che regola i rapporti tra cittadini e tra questi il governo, non può essere che proposta da un ente “terzo”, appunto un’assemblea costituente, mai da un qualsiasi governo in carica.

Un governo di qualsiasi stato non può proporre come frutto del suo programma una riforma costituzionale perché proprio essendo governo in carica ha ricevuto un mandato elettorale dapprima solo a tempo sempre e poi non dalla totalità degli elettori, ma solo di una maggioranza di essi che esisteva al momento della votazione.

Pertanto, tale governo può cadere per poi essere sostituito da un’altra maggioranza, mentre le norme costituzionali restano sino a nuova “revisione”, ma frutto di un governo e di una maggioranza che potrebbe non esserci più.

Il nostro attuale governo (o meglio il loro, perché nessuno di noi ha votato l’attuale maggioranza) che si fregia dell’onore di aver proposto e fatto votare (magari anche con i voti dei transfughi dell’opposizione- vedi Verdini e co.) una riforma costituzionale versa in un errore costituzionale e politico.

Nessun governo può per correttezza istituzionale cambiare una Costituzione, perché tale è un cambiamento e non revisione quello che prevede il Disegno di legge costituzionale in attuale vaglio referendario perché sostituire 37 articoli su 139, non è quindi cambiamento e non certo “revisione” (cosi è scritto!) prevista ex art. 138 Costituzione vigente!) in quanto le “regole del giuoco” vanno proposte e votate con condivisione di tutti prima di giocare.

Questo lo può fare solo un’Assemblea costituente ad hoc costituita quindi formata da cittadini non parlamentari che rappresentino ogni componente della società civile, non certo una riforma votata da un parlamento di nominati, di transfughi e sotto ricatto di caduta del governo di nuove elezioni con mancata rielezione dei parlamentari riottosi alle direttive delle loro segreterie di partito.
Questo è quanto siamo tenuti a votare il prossimo 4 dicembre!

Non una revisione, ma uno stravolgimento della Costituzione repubblicana vigente che furbescamente (alla Boschi quindi!), non tocca per iscritto la Parte I (diritti e doveri dei cittadini, cd. principi fondamentali), ma solo la parte II (ordinamento della repubblica).
Ma non è un vulnus alla parte I la negazione dell’elettorato attivo dei cittadini per la composizione del nuovo Senato, che sarà composto da componenti autovotatisi dopo un’elezione di secondo grado!

Ma non è un vulnus al sistema parlamentare un rafforzamento del Governo che godrà della fiducia di una sola camera composta da eletti con una legge elettorale (il vigente “Italicum”) che premia con un assurdo premio di maggioranza un partito vincente e nega la rappresentanza ai piccoli?

Non è un vulnus rappresentare che il monocameralismo, comunque imperfetto per la coesistenza di un cosiddetto Senato, renderà più veloce l’iter legislativo, quindi una compressione della discussione parlamentare e la possibilità di esprimere emendamenti!
Non è un vulnus ridurre il numero dei parlamentari, quindi la scelta da parte degli elettori da chi vuol essere rappresentato!

La sig.na Boschi (ministro per caso) che si fa paladina e imbonitrice delle ragioni del “SI” a parte lo sgarro istituzionale che sta compiendo (cioè quello di propagandare una legge proposta dal suo governo) sta mentendo quando riferisce che la “riforma” non tocca la prima parte della Costituzione, non rappresenta un voto sull’Italicum, non aumenta i poteri del Presidente del Consiglio, non è a favore o contro questo Governo, non riguarda i partiti, escluderà il conflitto tra Stato e Regioni, ridurrà i costi della politica e che la scelta tra i favorevoli del “NO” e quelli del “SI” è tra chi vuole mantenere uno status quo e chi innovare.
E’ proprio tutto il contrario !

Come abbiamo visto la eliminazione di un voto diretto dei senatori lede la partecipazione democratica dei cittadini, il voto di una sola camera rafforza di fatto i poteri del Consiglio dei ministri mancando il contrappeso del voto al Senato, è un referendum a favore e contro il Governo (molti elettori che non saranno capaci di comprendere le vere ragioni del No e del Si) voteranno contro o a favore di Renzi, i partiti daranno al significato del voto un segnale per loro, il Senato, benché chiamato in soli particolari casi ad esprimersi sulle leggi votate alla Camera non mancherà di far sentire la sua voce ed allora addio alla velocità legislativa e ci si aspetterà un lavoro della Corte Costituzionale per dirimere i conflitti.

Addio alla riduzione dei costi della politica, perché se è vero che i nuovi senatori non riceveranno un’indennità come oggi, comunque la manterranno per la partecipazione alle Commissioni ed in ogni caso l’amba aradam senatorio resta dal palazzo all’ultimo commesso.

Per ultimo, un’altra truffa!

Il quesito referendario che si vuol porre sulla scheda è un invito nascosto a far votare “SI”, quando il punto in votazione è la approvazione o no del “Disegno di legge costituzionale” del 12.4.16 pubblicato in G.U. del 15.4.16 nella sua interezza, quindi non è possibile farne “estratto di esso” dovendo l’elettore esprimersi non su parti di esso, ma sull’intero testo.

Attenzione quindi ai melliflui canti delle sirene governative, in bilico con questa votazione sono le garanzie costituzionali che sino ad oggi con la Costituzione vigente, ancorché con qualche chiaroscuro, ha consentito la crescita dell’Italia, della sua democrazia e del suo benessere non solo economico, ma di sostanziale concordia tra cittadini.

Andrea Stefano Marini Balestra
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