Vasanello LIBRI

"Come fiori nati sull'asfalto". Ma altrettanto vividi, e profumati. Quei fiori sono le storie di Elena, Margherita, Annamaria, Silvia e tante altre.

Sono il racconto delle loro vite "esemplari" e delle scelte che le hanno segnate, irreparabilmente. Vite che sono raccontate nel bel libro di Paola Staccioli: "Sebben che siamo donne. Storie di rivoluzionarie" pubblicato nel 2015 da DeriveApprodi.

Dieci ritratti di donne che, tra gli anni ’70 e gli ’80, orientarono la loro militanza politica scegliendo la lotta armata e l’azione illegale: Elena Angeloni, Margherita Cagol, Annamaria Mantini, Barbara Azzaroni, Maria Antonietta Berna, Annamaria Ludmann, Laura Bartolini, Wilma Monaco, Maria Soledad Rosas, Diana Blefari. Le loro vite, i loro corpi, l'amore, la personalità, i pensieri, la radicalità di donne mosse da un'ardente desiderio di giustizia e di libertà, da insopprimibile rabbia e speranza. E da una precisa scelta di campo politica e esistenziale.

Ma non si tratta di semplice biografismo, perché ripercorrendo le loro vicende si rilegge la storia degli ultimi trent'anni del secolo scorso da una prospettiva diversa, da una prospettiva"al femminile". Un modo per chiarire, semmai ce ne fosse bisogno - o forse, proprio perché è necessario - che la consapevolezza di quelle scelte si gioca tutta all'interno di decisioni autonome, di chi con passione imbocca la sua strada e la percorre fino in fondo, con coraggio e determinazione: non dietro, ma alla pari dei loro compagni di lotta.

Infatti, come scrive Paola Staccioli nell'introduzione, "...nel sentire comune una donna prende le armi per amore di un uomo, per cattive conoscenze e mai per decisione autonoma. Al genere femminile spetta sempre e solo il ruolo rassicurante. Madre, moglie, figlia, al più, amante. Una citazione conosciuta afferma che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Un vecchio un luogo comune che farà anche ridere qualcuno, ma che sicuramente ha stufato".

E, tra queste esistenze eccezionali, c'è anche quella di Silvia Baraldini: "Sono anni che in molti mi chiedono di raccontare la mia storia, e ho sempre avuto perplessità a farlo. Non ero pronta a mettere la penna su carta, anche perché la mia lettura del passato è in costante evoluzione. Quando Paola Staccioli mi ha domandato se fossi disposta a contribuire a questo libro, mi è sembrata un’opportunità per iniziare a dare un senso, un ordine alle mie esperienze".

Silvia Baraldini nel 1983 è stata condannata negli Stati Uniti a 43 anni di carcere, di cui molti passati in isolamento e in carceri di massima sicurezza, per i reati di associazione sovversiva, concorso in evasione e ingiuria al tribunale, per non aver fornito i nomi dei compagni. Ha ottenuto l'estradizione in Italia solo nel 1999 e dopo alcuni anni di arresti domiciliari, nel 2006, è stata scarcerata per effetto dell'indulto.

Di tutto questo si parlerà domenica 16 ottobre, alle 18.30, alla Casa del popolo di Vasanello in un incontro, organizzato dall'Associazione culturale la Poderosa, con Paola Staccioli e Silvia Baraldini. "Sono molto soddisfatto - dice il presidente Vincenzo Libriani - della riuscita di questa edizione della Notte Rossa, sia per la partecipazione numerosa del pubblico che per l'interesse che ha suscitato. Rinnovo quindi l'invito per oggi pomeriggio ma anche al buffet, offerto dall'associazione, e al concerto di questa sera dei Tirollallero che ci offriranno un lungo e divertente viaggio nel mondo della canzone popolare romana".

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