Caprarola EVENTI

Algoritmo dal 26 al 28 ottobre 2018 "Condivisioni"

Caprarola (Viterbo)

Per l’edizione 2018 Algoritmo ha trovato un luogo molto suggestivo, Caprarola, situato sui Monti Cimini nella parte che guarda il Lago di Vico. Un paese immerso nella Riserva Naturale del lago, rimodellato in epoca Rinascimentale dalla grande famiglia Farnese. Inserito nei borghi più belli d’Italia, Caprarola non è solo il Palazzo Farnese, ma molto altro.

Per questo Algoritmo entrerà in luoghi non ‘normalmente utilizzati’ dall’arte contemporanea, come chiese, piccoli teatri, garage e bar che sono la vera anima del paese.

Quest’anno il tema è la condivisione, sia social che sociale, di cui si indagheranno i confini labili o meno.

La condivisione è l'utilizzo in comune di una risorsa o dello spazio (Wikipedia).  Lo spazio sarà quello di Caprarola e la risorsa sarà l’arte.

Condividere in uno scambio reciproco il Rinascimento ed il Contemporaneo.

Algoritmo sarà un week end dedicato all’arte contemporanea che dialoga con il nostro passato ed è in relazione con la nostra storia.

Gli artisti che parteciperanno al week-end dell’arte di Algoritmo sono: Iginio De Luca, Marcello Mantegazza, Simone Marini, Filippo Riniolo, Chiara Tommasi.

Anche la comunità di Caprarola verrà coinvolta e resa protagonista dall’arte contemporanea, perché non c’è arte senza partecipazione, cioè senza condivisione.

Programma

Nei tre pomeriggi del 26,27,28 Ottobre dalle 15,30 alle 19,00 saranno presenti:

Marcello Mantegazza ‘Sulla scenografia del caos e la ricerca della forma’ installazione (2018) - Chiesa della Madonna della Consolazione, Piazza Vittorio Emanuele

Chiara Tommasi ‘How the unicorncame to life’ installazione video – Garage, Via F. Nicolai n. 5

Simone Marini ‘Nuove Direzioni’ (2018) installazione – Giardino interno del Comune, Via F. Nicolai n. 2.

Iginio De Luca ‘Uno per tutti’ (2018) installazione sonora – teatro scuderie di Palazzo Farnese.

Rassegna Documentari d’arte  – Bar La Rocca, Piazza Romeo Romei 11

Venerdì 26 Ottobre ore 16,30 ‘Rinascimento e Contemporaneo’ opening con intervento dello storico dell’arte Antonio Rocca – percorso da Piazza Vittorio Emanuele alle Scuderie di Palazzo Farnese.

Sabato 27 Ottobre ore 17,00 ‘Condivisioni’ performance collettiva con la collaborazione ed interventi della Compagnia Teatro Popolare “Peppino Liuzzi” e il Centro Studi e Ricerche di Caprarola– Piazza Vittorio Emanuele.  Ore 19,00  Massimiliano Capo  ‘Viaggio al termine della notte’ – Scuderie Palazzo Farnese

Domenica 28 Ottobre: ore 16,00, Filippo Riniolo ‘Selfie di un Caracole’ performance – Piazza Romeo Romei; ore 17,30 ‘Comunità e Condivisione,  Lorenza Fruci intervista Benedetta Bruzziches, Pasticceria Le Dolci Tentazioni, Piazza Vittorio Emanuele.

Con il Patrocinio e il Contributo di Regione Lazio, Comune di Caprarola  e il sostegno di Confartigianato Viterbo.  

Media partner  https://www.artapartofculture.net/

A cura di Serena Achilli

Con la collaborazione di Lorenza Fruci

Info: https://www.facebook.com/algoritmofestival/

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ARTISTI

 

ALGORITMO 2018

 

CONDIVISIONI

 

26 - 27 - 28 OTTOBRE 2018

 

CAPRAROLA (VT)

 

Iginio De Luca

 

Uno per tutti

 

Installazione sonora - 2018 - 2’06’’

 

L’inno ufficiale dell’Unione europea è costituito da un brano del movimento finale della Nona sinfonia di Beethoven, chiamato anche Inno alla Gioia della durata di 1’03’’.

L’audio consiste in una divisione di 63 secondi dell’inno per 28 (i Paesi che formano l’Unione) così il brano è scomposto in frammenti di poco più di 2 secondi l’uno. Un banale calcolo matematico diviene generatore di metafore, pretesto numerico che spezza il suono e smembra l’Inno attraverso 28 tracce audio con le rispettive 28 pause.

I brandelli di note sfigurano la musica e l’Europa, vanificandone simbolicamente la continuità sonora che disorienta l’ascoltatore ormai privo di riferimenti logici e consequenziali.

I 28 mini-inni sono la metafora di un’Europa parcellizzata che stenta a compattarsi e rifugge un contesto corale scivolando compulsivamente in una dimensione autoreferenziale ed egoistica, separando più che aggregando, dividendo più che sommando.

 

Marcello Mantegazza

 

Sulla scenografia del caos e la ricerca della forma

 

Installazione - 2018

 

Partendo da volumi che richiamano forme geometriche semplici, moduli similari di marmo, l’opera si appropria dello spazio, abitandolo, lo ricostruisce, in un’azione che è performativa prima ancora che installativa. Il momento di costruzione dell’opera infatti si rifà a quella dimensione ludica tipica dell’azione infantile, quando siamo ancora es, istinto, gioco, partecipazione, attività, movimento. Tutto viene ricondotto all’azione di occupare uno spazio, creare pieni e vuoti, utilizzando piccoli blocchi di marmo apparentemente disposti a caso in una visione incongrua, scenografia del caos. Partendo da condizioni basilari, parafrasando i sistemi evolutivi della biologia, si viene a creare un insieme complesso di oggetti che accenna solo apparentemente alla creazione di figure geometriche, forme, linee, tracce, circuiti, ma che modifica lo spazio e lo rimodula.

 

Simone Marini

Nuove direzioni

Installazione - 2018

 

Con queste nuove opere Simone Marini non vuole fare un inno ai social, ma prendere coscienza del grande potere che esercita internet, nella società contemporanea. Conoscere e non sottovalutare il mezzo per poterlo eventualmente dominare o almeno, tenere sotto controllo. Vedi Facebook, che da “semplice” svago per ragazzi fino ai più anziani, è diventato il mezzo per veicolare informazioni da usare anche in campo elettorale.Cartelli stradali pensati come possibili nuove installazioni nelle strade delle città metropolitane. Targhe o insegne identiche a quelle comunali con sopra nomi come ‘Via Facebook, Piazza Twitter, Via You Tube ecc..’

 

Chiara Tommasi

 

How The Unicorn Came To Life
(Come l’unicorno tornò in vita)

 

Installazione video - 2010 - 9’

 

L’installazione fa parte di un ciclo di studi sulle immagini pop, prese a prestito e decontestualizzate dalla loro origine per diventare il veicolo di un modo comunicativo nuovo. Il lavoro è stato l'inizio dell'indagine dell'artista sulla figura dell'unicorno come simbolo contemporaneo, preso frequentemente a prestito dalle culture giovanili per comunicare stati d'animo stereotipati e omologati. Il video mostra un flusso di uomini e donne che camminano, con la ripresa che evita il viso ma che si concentra solo sulla massa e sul movimento. L'identità tradizionalmente riconosciuta nei tratti somatici del viso viene così cancellata. Il senso di estraniamento viene amplificato dall'audio, un comizio politico giapponese. La lingua diventa una nenia, la propaganda che cancella il pensiero. La condivisione come identità che diventa anche un grande fratello, quello di Orwell, riconoscimento nel gruppo, appiattimento ideologico e massificante.

 

Filippo Riniolo

Selfie di un Caracole

Performance

 

Selfie di un Caracole è una performance collettiva che indaga e ribalta il senso del selfie, oggi comunemente inteso come strumento di autecelebrazione personale. La figura del fotografo scompare: rimane il soggetto, sempre più solo, a celebrare se stesso e la propria immagine.
Cogliendo l'occasione dello storico e attuale rinnovamento del movimento zapatista con le dimissioni del Subcomandante Marcos, si pone l'azzardo di una serie di ritratti-selfie in cui tutti indossano il passamontagna zapatista; strumento che antepone il carattere di comunità all'immagine del singolo.

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Rassegna documentari d’arte

L’Accademia di Belle Arti di Roma presenta i tre documentari “I ratti che hanno inventato la ruota”, “Pane quotidiano”, “Contro il muro,realizzati dagli studenti della prima edizione del Master “Filmare l’arte”, vincitore del bando SIAE “S’Illumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. I documentari sono stati realizzati anche con la collaborazione del Conservatorio Santa Cecilia di Roma e la gentile concessione di materiali dell’Archivio del Movimento Operaio e Democratico di Roma.  

“I ratti che hanno inventato la ruota”

di Francesca Lilli, Ambra Lupini e Valerio Sammartino

 

Tre artisti di diverse origini e esperienze, due anziani ex migranti, un monaco tibetano espulso dal suo paese, il regista di una migrazione clandestina si confrontano sul senso del viaggio.

Il viaggio come esperienza di vita, come obbligo di fuga, come condizione necessaria, come speranza, come attesa. “Viaggi”, divenuti, spesso, il soggetto principale di percorsi artistici. Attraverso le storie dei protagonisti, i loro racconti, i loro ricordi ma, soprattutto, la loro capacità di tradurre l’esperienza nel linguaggio delle immagini, il documentario indaga e riflette sulla realtà contemporanea dei migranti.

Con Antonio Augugliaro, Jean BaptisteDecavele, Yona Friedman, Adrian Paci, Nicola Sammartino, LobsangSoepa, Michelina Trivigno.

Musiche Giovanni D’Ambrosio,Fabio Liutina

 

 

“Pane quotidiano”

di Bianca Schröder, Carlotta Scognamiglio e Simone Nazareno Valente

 

Il racconto nasce dalla volontà di venire a contatto con il privato di ciascun personaggio. I luoghi scelti sono, dunque, gli ambienti privilegiati della casa, degli studi d’artista, le cui immagini completano le esitazioni e il non-detto dei protagonisti.

Il ritratto intimo e quotidiano dell’artista Liliana Moro scandisce le memorie e le riflessioni degli artisti Luigi Presicce , Mattia Paié e Olmo G.Stuppia, dei galleristi Dora Stiefelmeier e Mario Pieroni e di una senzatetto romana.

È possibile per chiunque ri-conoscere e riconoscer-si nel confine incerto tra il proprio stare al mondo e quello degli altri, percependo i confini corporei o mentali come segni di e trasformazione e continuo movimento.

Con Jacopo Belloni, Liliana Moro, Mattia Pajé, Luigi Presicce, Olmo G. Stuppia

MusicheFabio Liutina

 

“Contro il muro”

di ShayanAbbassan, Lorenza Fruci, Valentina Marsano ed Alessio Rucchetta

 

Le barriere antiterrorismo che delimitano sempre più gli spazi urbani diventano lo spuntoper interrogarsi, ancora una volta, sulla funzione dell’arte contemporanea nella società.

L’arte è soltanto capace di creare bellezza, di essere rifugio ideale da una realtà difficile, o può diventare anche un dialogo, un’apertura nei confronti di chi vive situazioni di difficoltà?

Il documentario pone una domanda chiara: può l’arte abbattere o, quantomeno, superare le frontiere, intime o geografiche che siano?

Un percorso che si snoda, dialogando con persone, situazioni e, soprattutto, con artisti che hanno dedicato la loro ricerca a raccontare e a “intervenire” con le loro opere per cercare di cambiare un mondo sempre più chiuso e incapace di incontrare l’Altro.

Con Ing. Marco Contini, SaitDursen,AnushHamzehian, Maurizio Mariotti (Cancellotti srl), Vittorio Mortarotti, Filippo Riniolo, Stalker, Michele Trimarchi

Musiche Pietro Rodeghiero


 

 

 

 

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