Viterbo CULTURA A battezzare la rassegna letteraria ideata da Raffaella Sarracino e Pierluigi Vito sarà Nicola Lagioia

 

"La ferocia (edito da Einaudi)"

In alto libri e calici: “Aperitivo d’Autore” inizia la sua avventura venerdì 30 gennaio alle ore 18.30, al Due righe book bar (via del Macel maggiore 3).

A battezzare la rassegna letteraria ideata da Raffaella Sarracino e Pierluigi Vito sarà Nicola Lagioia, una delle più interessanti voci tra i narratori italiani della generazione dei quarantenni. 

Il suo ultimo romanzo, La ferocia (edito da Einaudi) ci porta tra gli splendori e le miserie di una famiglia di costruttori pugliese per decifrare, attraverso i suoi personaggi, l’opacità degli anni che stiamo vivendo.

Fu sullo sfondo dell’impalpabile nuvolaglia grigio-verde che la ragazza fece il suo ingresso nel giardino. Era nuda, e pallida, e ricoperta di sangue. Aveva le unghie dei piedi laccate di rosso, belle caviglie dalle quali partiva un paio di gambe slanciate ma non secche. Fianchi morbidi. Un seno dritto e pieno. Avanzava un passo dietro l’altro – lenta, barcollante, tagliando il prato in due. Non era molto oltre la trentina, ma non poteva avere meno di venticinque anni a causa dell’intangibile rilasciamento dei tessuti che trasforma la sveltezza di certe adolescenti in qualcosa di perfetto.

Così l’autore descrive l’irrompere sulla scena di Clara, personaggio chiave del romanzo intorno a cui sembrano ruotare i destini di una famiglia, e più ancora di una intera comunità.

 

E visto che l’appetito vien mangiando, ecco che subito si raddoppia con Marco Presta, storica voce della trasmissione di Radio2 Rai “Il ruggito del coniglio”, che torna in libreria con L’allegria degli angoli (sempre targato Einaudi).

Alle 18.30 di sabato 31 gennaio al Winter Garden del Magna Magna (via dei Pellegrini 2) appuntamento con lettori (e radioascoltatori) per addentrarci nella storia di Lorenzo, giovane geometra spinto da varie circostanze a guadagnarsi la vita come faraone ballerino.

Ho trentadue anni e non ho un lavoro fisso. Chiunque viene a saperlo, in genere, scuote la testa con aria grave e aggiunge «Con questa crisi…». Ecco uno dei vocaboli più ricorrenti nella mia vita, mia come di molti altri, credo. Crisi delle ideologie, crisi dei valori, crisi di risultati, crisi di governo, delle borse, dei mercati asiatici, crisi di coppia, crisi religiose, nervose ed epilettiche, crisi delle trattative, epocali, sindacali, crisi del cinema, del teatro, delle vocazioni, crisi mediorientale, internazionale, crisi del dollaro e dell’euro, crisi individuali e collettive. L’eccezionalità che si pretende da questa parola è immotivata. La vera anomalia è il benessere, la felicità.

È questo il biglietto da visita del protagonista di una storia che è pretesto per parlare con amara ironia di amore, lavoro, dignità ai tempi del Jobs Act.

A febbraio “Aperitivo d’Autore” continuerà, quando arriveranno a Viterbo Carlo D’Amicis (Quando eravamo prede, Minimum Fax) e Leonardo Colombati (1960, Mondadori).

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di Mauro Galeotti

 

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