Claudio PennisiAlcuni animali nell'immaginario collettivo assumono ruoli fissi e caratteristiche ben definite, alla fine ognuno viene classificato come "bello", "stupido"," sporco" ecc... Ma basta guardare un attimo oltre questi schemi per scoprire un mondo tutto nuovo fatto di straordinaria intelligenza, aspetti insoliti e riconoscenza. La storia che voglio raccontare è quella di Margherita, una vecchia fagiana, uno di quegli animali che normalmente sono condannati alla pentola.
In un giorno di aprile durante una leggera pioggerella mi trovavo in giro per la campagna, quando tra l'erba umida vidi chiaramente un grosso fagiano immobile e con la schiena spennata, stava lo come ad aspettare la morte. Tornai a casa presi un retino e al mio ritorno lei era lì come se avesse capito già tutto, infatti si fece prendere e la portai subito con me.
Mai avrei pensato che un uccello così selvatico potesse arrivare a fidarsi di una persona, nell'arco di pochi giorni mangiava dalle mani, mi osservava dalla sua voliera e mi correva incontro ogni volta che mi avvicinavo alla porta. Margherita era già molto anziana e per questo non tornò mai a volare bene, nonostante tutto in quasi due anni di convivenza depose tantissime uova.
Le ferite dei morsi guarirono, le penne rispuntarono con vigore e Margherita in pochi mesi si trasformò, a fine estate potevo ammirare un volatile splendido, come quelli che si vedono nei quadri realisti dove sono raffigurate scene di caccia. Alla soglia del secondo anno in voliera Margherita mi fece capire che stava per abbandonare questo mondo, il suo respiro era pesante le ali basse l'occhio spento.
Un pomeriggio la presi in braccio, nonostante le cure era peggiorata, in pochi minuti appassì come un papavero appena raccolto, quei papaveri che tanto amava. Margherita oggi riposa ai piedi di una vecchia vite, sopra di lei volano i tanti piccioni che in vita le avevano tenuto compagnia...
