Viterbo CRONACA Se la prende con tutti coloro che,
secondo lui, avrebbero equivocato una così elementare esternazione

di Patrizia Zambianchi

 

Caro Direttore, leggendo il titolo dell’articolo che richiama la frase di Papa Francesco: - chi sono io per giudicare? -, mi aspettavo di trovare delle riflessioni sulla grande opera di umanizzazione del clero e di richiamo ai valori della solidarietà e della tolleranza che il Pontefice sta magistralmente conducendo, fin dal primo minuto della sera in cui è comparso sul balcone più importante del mondo.

 

L’autore dell’articolo, evidentemente non osando spingersi a criticare apertamente il pensiero della massima autorità religiosa, se la prende con tutti coloro che, secondo lui, avrebbero equivocato una così elementare esternazione, trasformandola in un incoraggiamento a trasgredire regole morali e di comportamento sociale che, sempre secondo l’autore, discenderebbero direttamente da Cristo, compresi sacramenti e teologia.

Mi permetto umilmente di ritenere che, a parte il battesimo e l’eucaristia, tutto il resto dei sacramenti, dei dogmi e dei protocolli liturgici che caratterizzano il cristianesimo, non discendano direttamente da Gesù di Nazareth, ma dagli uomini che, nei secoli, hanno edificato, in suo nome e in interpretazione del suo messaggio, la Chiesa, edificio spirituale in continua evoluzione che non sarà mai ultimato e che, nei secoli, si è modificato, distrutto e ricostruito più volte, sia per adeguarsi al progresso della società umana che per eliminare i falsi ideologici che spesso l’hanno corrotto, rischiando di farlo crollare per sempre.

Non contento di aver espresso opinioni chiaramente omofobe e anacronisticamente conservatrici, l’autore, dall’alto della sua carica di esperto giurista ecclesiale, fustiga sdegnosamente tutti i sacerdoti che si permettano di sperimentare nuove forme, più flessibili, di dialogo con i fedeli, uscendo dal consolidato schema perbenista che consente di smacchiarsi l’anima, come in una lavanderia a gettone, attraverso la classica confessione, con relativa comminazione della pena di un certo numero di Ave Maria e Pater Nostro, scontata la quale, si potrà tornare tranquillamente a peccare per un’intera settimana.

Per finire, il nostro Savonarola si permette anche di preoccuparsi della confusione spirituale e morale dei “fedeli più semplici”, una sorta di “paria” intellettuali, magari analfabeti, che esistono solo nella sua fantasia o nelle lande della Papuasia.

Non riesco nemmeno ad arrabbiarmi, anzi, provo un po’ di compassione nei confronti di chi si è arroccato in una sorta di torre d’avorio piena di vecchi libri e rassicuranti precetti, invece di usare l’intelletto e la cultura con cui l’ha coltivato per aprirsi al nuovo e al diverso, con semplicità, desiderio di comprendere e voglia di contribuire a rinnovare il vero, fondamentale messaggio di Cristo: ama il prossimo tuo come te stesso!

Patrizia Zambianchi

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 951 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it