Viterbo CRONACA si potrebbe dedurre che tutto va bene;
in realtà, non è sempre così
di Luigi Torquati

 

Un barbaro

Caro Direttore, dato che mi conosci da tanto tempo, sai bene quanto mi piaccia fare il “bastian contrario”, non tanto per mettere in evidenza ciò che penso, quanto per un ampliamento dei punti di vista. Se tutti accettiamo passivamente quanto diffuso dai media, si potrebbe dedurre che tutto va bene; in realtà, non è sempre così.

Nel passato, Aggì non mi ha mai dato modo di contestare, se non una volta in maniera molto, ma molto contenuta (vedi “trentatreesima  puntata  vocabolario impertinente” e “Si deve competere”). Non solo, ma più volte ho dovuto dire bravo al tuo collaboratore.

Oggi, ripeto, finalmente contesto, non dico totalmente, ma quasi, la voce “S come Solitudine dei primi (della classe)” della 38a puntata del suo vocabolario.

Per me, caro Aggì, i primi della classe, salvo eccezioni di rara modestia, non si sentono soli: vogliono essere soli, per non “mischiarsi con il volgo” che li circonda. Sono talmente pieni di sé da non provare sensi di solitudine,  per loro è sufficiente sentire appagato il proprio “ego”.

Detto della solitudine dei singoli, veniamo a quello che hai pensato della Germania: “è un ‘primo della classe’ e, come tale, è in ‘solitudine e antipatia’”, naturalmente non approvando la battuta del giornalista Piero Sansonetti.

Anche  per i tedeschi vale lo stesso discorso, anzi, il concetto è sinonimo di tedesco. Vogliono essere soli, vogliono sentirsi i primi della classe, non vogliono essere contaminati da quelli che loro considerano inferiori, a loro non frega niente dell’antipatia che suscitano, anzi ne sono orgogliosi, vogliono che gli altri li invidino nella speranza che ci sia qualcuno che li voglia imitare nella loro perfezione, superiorità, intransigenza.

Vogliamo vedere la storia? Nazismo, Hitler, campi di concentramento, donne e bambini massacrati. Si dirà: ma Hitler era un pazzo! Potrebbe anche essere; ma tutti quei soldati che eseguivano gli ordini come erano? Tutti quegli ufficiali che ordinavano, perfino pochi minuti prima della ritirata, di uccidere e distruggere tutto, erano pazzi anche loro? No, erano semplicemente tedeschi.

Vogliamo vedere l’attualità? Chi comanda in Europa? Riporto volentieri, solo perché condivido questo pensiero, un trafiletto di un articolo di Clemente J. Mimun, esperto giornalista e direttore del TG di Canale 5 “Che in Europa si viaggi a due velocità è un dato di fatto. A noi vengono chiesti rispetto delle regole e rigore assoluto. Ad altri Paesi, si pensi per esempio alla Germania, è permesso fare quasi tutto, il contrario di tutto, e di ergersi ad arbitri dei destini altrui.

Vogliamo vedere lo sport? Nella recente partita con il Brasile sono, non convinto, ma certo, che qualsiasi altra nazionale, arrivata al risultato di 3 a 0, si sarebbe rilassata,  pensando solo al controllo della partita e a mantenere il risultato; i tedeschi no, loro devono stravincere, farsi notare, umiliare gli altri anche nel gioco, irrispettosi di trovarsi di fronte ad una nazionale malridotta e che sta giocando in casa propria, con milioni di persone deluse ed avvilite. Loro debbono annientare tutto e tutti e …. al diavolo l’etica sportiva!

Anch’io, caro Aggì, tifavo Argentina come Sansonetti e anche a me la Germania “ha rotto le palle”.

L’unica consolazione che mi resta è quella del nostro DNA. Anche noi italiani, come ha spiegato bene Piero Angela, abbiamo una grande varietà genetica, specialmente nel Nord, ma la maggioranza dei geni proviene da Etruschi, Greci e Romani, tutti popoli di grande civiltà. Loro, i tedeschi, sono un vero e proprio miscuglio: Cherusci, Suebi, Marcomanni, Vandali, Burgundi, Gepidi, Rugi, Eruli, Bastarni, Sciri, Ostrogoti, Visigoti e Longobardi: tutti “barbari”!

Basta risalire al Medio Evo, quando la Germania non esisteva ancora come stato, in quel territorio si parlava il latino (lingua della chiesa e dei saggi) e una lingua popolare chiamata theodisce.

Questa parola appare per la prima volta in un documento dell'anno 786 dopo Cristo, proviene dai dialetti germanici e significava semplicemente "del popolo". Quindi, in origine "lingua tedesca" significava semplicemente "lingua del popolo" a differenza dal latino che era la lingua dei saggi, dei monaci, la lingua di chi sapeva leggere e scrivere. Da theodiscus si sviluppa la parola deutsch, e in Italia la parola tedesco. I tedeschi, ovvero die Deutschen, erano quindi semplicemente coloro che parlavano la lingua del popolo.

Anche io appartengo al “popolo”, ma, imitando loro, affermo che sono ben distante da “quel popolo”.

Luigi Torquati

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 1133 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it