Messina CRONACA
dr. Giuseppe Di Prima

                         Cannabis light

Sono il vero e proprio nuovo business economico e di costume dell’ultimo anno con punti vendita che hanno aperto come ‘funghi’ in tutta Italia creando un giro d’affari milionario.

Stiamo parlando dei ‘Canapa shop’ e soprattutto del prodotto di maggior successo che vi si può comprare: le infiorescenze di canapa a basso contenuto di THC, denominata ‘cannabis light’ o ‘canna legale’ per intenderci. In poco più di un anno sono stati aperti quasi 1000 negozi in tutta Italia che hanno prodotto un giro d’affari milionario.

Oggi le infiorescenze di canapa sono vendute come un prodotto da collezione ma in realtà chi le compra lo fa per fumarsele. Ma il business della ‘canna legale’ potrebbe finire Ad accendere la miccia è stato il Consiglio Superiore di Sanità che in un parere, , richiesto dal Ministero della Salute per analizzare proprio il nuovo business della marijuana light, ha sparigliato il tavolo.

Non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa” si legge nel parere del CSS, che per questo “raccomanda che siano attivate nell’interesse della salute individuale e pubblica, misure atte a non consentire la libera vendita”.

Che le infiorescenze di canapa possono essere per legge coltivate e vendute è vero, ma possono essere utilizzate solo come prodotto da collezione. Insomma, chi acquista delle infiorescenze di canapa le dovrebbe tenere in una teca come i francobolli, le monete o le farfalle. È del tutto evidente che invece l’uso che se ne fa prevede o la combustione (sigarette arrotolate, pipe, bong etc..), o la vaporizzazione tramite apparecchi ad hoc. E infatti nei punti vendita è un fiorire di pipette e quant’altro per ‘fumarsi’ la propria canna ‘legale’.

Silvio Garattini, direttore scientifico dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano e membro egli stesso del CSS, ha dichiarato: "Penso sia molto importante mantenere soprattutto fra i giovani l'idea che la cannabis è una droga e può dare effetti molto importanti anche a distanza di tempo se si assume in fase giovanile, quando il cervello è ancora in fase di sviluppo, e può aprire le porte ad altri tipi di droga. Bisogna togliere dalla testa della gente che sia una droga leggera: questo è un termine che non deve essere utilizzato”.

Il parere del Consiglio Superiore di Sanità contribuirà probabilmente a far chiudere negozi e coltivazioni.

Finirà che avremo un mercato nero e criminale anche per la cannabis light".

 

 

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