Montefiascone L'OPINIONE
Giuseppe Bracchi – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Rino Gaetano

Cecile, Cecile, perché ci perseguiti? Credo che questa sia diventata la domanda più frequente che gli italiani vorrebbero rivolgere all’ex Ministro Cecile Kyenge, espressione vivente della possibile efficacia futura dello ius soli, ovvero come sputare sugli italiani, dopo essere stata dagli italiani rivestita, sfamata, pulita, strapagata quando occupava ai tempi di Enrico Letta un inutile strapuntino come Ministro senza portafoglio (o meglio: grazie a lei sono gli italiani veri ad essere rimasti senza portafoglio) e finanche dagli italiani accompagnata alla laurea.

Con quegli occhioni neri un po’ così da cerbiatto – si fa per dire – spaurito, Cecile è l’espressione massima del vittimismo da bovero negro, sì, di quei boveri berzeguidadi, che una volta sbarcati in Italia, per la serie Radici, sono così maltrattati, discriminati e rifiutati, da essere forniti di telefonini e smartphone a spese del contribuente italiano, per meglio bighellonare sulle varie piazze d’Italia, senza fare una beata mazza tutto il santo giorno e magari rompere anche i coglioni a qualche passante. I più “audaci” di costoro, poi, arrivano anche a pestare la vecchietta che non vuol dare l’euro del carrello nei pressi di un supermercato, o minacciano il controllore dell’autobus alla legittima richiesta del biglietto.

Cecile, la filantropa, è lo sponsor inquietante di halloween, degli… a volte ritornano come il fratello coltello Seferovic, dalla Cecile protetto, sponsorizzato e… tornato - ahimè – in carcere come luogo naturale dei pendagli da forca. Più che ius soli, il tuo, povera Cecile è effetto sole, o come direbbe Bernanos, sotto il sole di satana.

E, a proposito di ius soli, poteva mancare luiiii!?!? Come chi? La marca più nota di cioccolato extracomunitario con tanto di marchio del WWF in favore degli animali (non degli europei, ovviamente) in via di estinzione…. Signore e signori, avete capito bene. E’ Ga-lan-tino-ooooo, il vescovo dal cervello sopraffino, l’illusionista esperto nel gioco delle tre carte, del quale mai si capirà dove comincia il vescovo e dove il laico, il laico e dove il vescovo. Il suo pensiero è un fritto misto da congelatore, insalata rivoluzionaria un po’ appassita e andata a male: un pezzetto di Marx, un pezzetto del Che, con l’aggiunta di Madre Teresa e di iovanottiano ombelico del mondo, uno schizzo di new age, tanto Lutèro (evitare accuratamente l’apostrofo e con l’accento al posto giusto) e… la messa è finita andiamo in pace. Damò che è finita, come disse Nanni Moretti. Oggi ciascuno la messa se la celebra e se la canta come vuole. Summorum Pontificum? Macché, Delle somme sòle. Come Galantino, il cui orologio progressista è sempre in ritardo sulla storia.

E tanto per restare in tema di cristianesimo sola, avete visto chi entrato nella Pontificia Accademia della Vita, su suggerimento di Bergoglio? Un convinto abortista. Ovvero, uno che non considera esseri umani nel seno materno fino alla 18 esima settimana. E’ la prosecuzione del silenzio degli innocenti in chiave vaticana. O meglio l’antitesi di quel Grido silenzioso, che forse Oltre Tevere, a cominciare da Bergoglio, devono aver scambiato per la versione erotico fetale di 18 settimane e mezzo. Tanto è il tempo massimo per eliminare un essere umano. Dio è con me, deve aver pensato, però, Bergoglio. E anche con l’Accademia per la Vita, dove sulla falsariga del programma televisivo Affari Tuoi, si stanno già approntando Sale gioco intitolate alla Lotteria della Vita: 1 settimana… 2 settimane, 5 settimane e mezzo… 7.. 8… Morra!!

Allegriaaaaa! Niente Dubia…. Busta numero uno, due o tre? Lei mons. Caffarra “mi cade sull’uccello”, parola di Mike Bongiorno. O mi segui o... Paglia. Chi, Vincenzo? Boh! Suvvia, vediamoci tutti insieme, appassionatamente, nei pressi di Santa Marta, al ristorante: qui si servono inciuci religiosi, involtini primavera arabe, abbracci luterani assortiti, ostia in bocca ai divorziati, piatti di misericordia ben conditi, uomini bomba, burkini ripieno di donna, il tutto innaffiato col vino dei castelli. Quello delle nozze di Cana è passato di moda (anzi: pare che abbia preso d’aceto) e ci si paga pure il dazio. Mutare l’acqua in vino, è come voler desalinizzare un litro di acqua marina. Come la fede, insomma, costa caro.

E poi basta co ‘sti miracoli! Ci abbiamo già quel visionario di Renzi. Che barba! Disse Bergoglio, consigliando a Cristo una lametta.

E, dulcis in fundo, sed in cauda venenum, veniamo all’ultimo (ius soli), o sola del 2017, ovvero Giuseppina Nicolini, ex Sindaco di Lampedusa. Il caffè della Peppina, si è mutato nel caffè della trombata. Nessun miracolo, ovviamente. Il merito è stato tutto degli abitanti della martoriata isola italiana, che dopo aver dovuto subire il virus del Premio Unesco, hanno detto basta, isolando il ceppo. Per l’appunto UN-Esco. Uscita di sicurezza con maniglione antipanico, usato dalla Nicolini, dopo aver appreso la sua cacciata dal paradiso dei filantropi.

Ora il piccolo tsunami dopo aver fatto danni notevoli su Lampedusa, potrebbe dirigersi, sospinta dal vento renziano, verso Roma, dove chissà quali altri danni potrebbe provocare, scaricando il suo potenziale distruttivo fatto di virus pro immigrazione clandestina e ius … sola. Sindaco Raggi, non vorrei essere nei suoi panni. Anche perché si dice che il virus di cui la Nicolini è portatrice sana, sarebbe resistente perfino agli algoritmi. E poi, dopo aver rivisto la faccia di Romano Prodi sui giornali, si sconsigliano, all’uopo o per eventuali consigli, le sedute spiritiche.

Kyenge, Galantino, Bergoglio, Nicolini, Renzi, dribbla Causio che passa a Tardelli…. Cazzanigaaaaa….. Non ve reggo più…. Non ve reggo più…. Non ve reggo più… Non ve reggo più….                                  

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