Montefiascone L'OPINIONE
Giuseppe Bracchi – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il giornalista Giuseppe Bracchi

Ho davanti agli occhi il prezioso volumetto di Paul Driessen: “Eco-imperialismo”, con la presentazione a cura di Giovanni Palombini, editrice Liberilibri, per la Collana Oche del Campidoglio.

Davvero simbolica la scelta di questa Collana e la stessa volontà di inserirvi tematiche, dove il risveglio degli apoti (ovvero di coloro che non la bevono, per dirla con lo scrittore Giuseppe Prezzolini), è tanto necessario, quanto quello dei nostri progenitori dell’Antica Roma, che di fronte all’assalto dei barbari se la dormivano tranquillamente, esponendo le mura della futura Città Eterna all’assalto dei nemici.

Esiste, infatti, un pericolo serio, oggi, quello che Giovanni Palombini nella sua prefazione descrive come una sorta di paganesimo di ritorno, che oltre a smantellare l’antropocentrismo biblico si prostra ad adorare Panteisticamente la Gaia Madre Terra, una novella dea Kalì dalle molte braccia, che innanzitutto chiede che sul suo altare siano sacrificati l’uomo e la sua libertà, l’uomo e le sue ragioni sociali, economiche, etiche e morali.

Ricordate il romanzo di Michael Crichton, Stato di Paura? Questo è l’Eco-imperialismo, la nuova perniciosa ideologia (peggiore del fascismo, del nazismo e del comunismo) nata come longa manus del Nuovo Ordine Mondiale, tanto caro ai vari Lester Brown e Paul Ehrlich, Aurelio Peccei ed il Club di Roma, fautori dell’aborto, crimine pessimo, su scala mondiale. Quel Paul Ehrlich che tempo fa è stato perfino invitato da Bergoglio a parlare in Vaticano (sic!).

Ma davvero questo ambientalismo è così infallibile, tanto da essere inserito da Bergoglio, rivoluzione delle rivoluzioni, dogma sopra ogni altro, nella sua - e sottolineo sua – Enciclica Laudato Sii? Non sembrerebbe. Anzi. L’ambientalista scettico di Bjorn Lomborg, dimostra “che la gente sta maturando un maggiore scetticismo e non è più disposta a bersi a scatola chiusa la propaganda degli ecologisti”.

Ancora una volta sono gli umili a far la storia, come vorrebbero gli ingredienti migliori del sugo manzoniano, contro i neologismi di orwelliana memoria o contro coloro che Driessen definisce i “mutanti” “per la loro capacità di assumere ogni giorno sempre nuovi significati a seconda degli obiettivi prescelti: responsabilità sociale di impresa, lo sviluppo sostenibile, il principio di precauzione, l’investimento socialmente responsabile…. Agli standard fissati da queste teorie, secondo gli ambientalisti dovrebbero conformarsi i governi, le imprese e gli individui”.

E non solo loro! Ho avuto modo di partecipare, giorni or sono, felix culpa, presso l’Auditorium delle acciaierie di Terni ad un incontro di aggiornamento professionale organizzato dai colleghi dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria. Un ingegnere, un geologo ed un esperto di comunicazioni ci hanno illustrato le nuove forme di comunicazione da usare, quando si parla di ambiente. Alla fine ne è scaturita, a mio avviso, nient’altro che una lezione di ambientalismo ideologico, dove fra l’altro non poteva mancare sul banco degli imputati, il Nuovo Satana Mondiale: Donald Trump! Così che alla fine me ne sono tornato a casa per niente resettato, senza aver avuto modo di confrontare pareri contrari a quelli che ci sono stati gettati addosso e quel che è peggio senza alcun aggiornamento professionale, che non sia stato quello voluto e calato dall’alto.

Ma torniamo all’Eco-imperialismo, alle sue ragioni ed ai suoi derivati. Ragioni naturali, ovviamente! Ovvero, ragioni in nome di quella Natura, con la enne maiuscola, i cui enunciati, tuttavia, gli stessi ecologisti sono pronti e disposti, spesso e volentieri, a stravolgere quando si tratta della natura umana. Una prova? Un carissimo amico mi ha fatto dono di un DVD, accompagnando questo suo gesto affettuoso con una raccomandazione: si tratta di un’inchiesta condotta da universitari svedesi, non solo da visionare, ma soprattutto da ascoltare e da meditare.

Non si tratterà per caso della solita menata sul sesso? Ho chiesto fra il curioso ed il rassegnato. Macché. Dopo aver inserito il DVD nell’apposito lettore, mi sono seduto comodamente in poltrona e mi si è presentata subito la scena di una ragazza che con microfono in mano ed atteggiamento socratico maieutico, si divertiva (nel senso pascaliano del temine divertissement o della scommessa di fronte alla quale nessuno può sottrarsi) a stuzzicare gli intervistati con domande alquanto provocatorie, se per provocazione facciamo riferimento agli standard odierni del pensiero unico: cosa penseresti – chiede l’intervistatrice alla sua interlocutrice – se ti dicessi che sono alta sei metri? L’altra dapprima se la ride e poi, fra il serio ed il faceto, risponde: impossibile, si vede ad occhio nudo.

Contra factum non valet argomentum, direbbe Aristotele. Leggendo tra le righe del pensiero esposto, la risposta dell’intervistata non può non fare riferimento al diario biologico dell’intervistatrice, a quel DNA che la natura ha forgiato per lei definendo, fin dal concepimento sesso, altezza, colore degli occhi, dei capelli e via discorrendo.

Ora, però, la reazione dell’intervistata cambia alla seconda domanda, quando l’interlocutrice chiede: cosa pensi se ti dicessi che sono un uomo? Il volto dell’intervistata cambia completamente espressione. Sgrana gli occhi e si mette sulla difensiva, come Nostro Signore difronte alle domande dei Farisei. Tanto che alla fine riesce solo a balbettare: sono felice per te!

La natura non ha fatto solo un salto, si è gettata in un abisso. Aristotele è andato per la tangente. Socrate ha bevuto la cicuta. La maieutica ha lasciato il posto al sofisma ed alla fallacia naturalistica. Il dato naturale non è più evidente come prima, eppure si parla della stessa persona. Stato di paura, per dirla con Crichton? E’ possibile, dal momento che oggi, a differenza delle dittature di ieri, il pensiero unico ha la pretesa di affermarsi su scala mondiale e di costruire un Nuovo Ordine. Anzi, non gli basta più di rifare il mondo, vogliono rifare anche l’Universo.

Un Universo dove l’essere e il non essere siano incarnati nella medesima cosa o persona, dove un melo possa scambiarsi all’occorrenza con un ciliegio o un albero di fave, un cavallo con un asino o con un unicorno o con un ircocervo. Dove sono andate le ragioni della natura quando si parla dell’uomo?

Tutto nella dittatura del pensiero unico deve sottostare ai suoi principi e se il dato non corrisponde alla realtà, tanto peggio per la realtà. E’ stato l’errore di Cartesio: cogito, ergo sum. Il pensiero prima dell’essere, non l’essere prima del pensiero. Può, infatti, l’uomo pensare prima di essere?

E’ l’illusorio canto del gallo della modernità, come ci dice Danilo Castellano nella sua ultima fatica su Martin Lutero, antesignano insieme al protestantesimo del libero esame, della verità come prodotto della coscienza soggettiva o della cultura o dell’educazione che ogni società impone in determinati periodi della storia. Il resto lo hanno fatto Hegel, Marx, Gentile per quanto riguarda l’Italia.

E il diritto quale parte avrà, nel Nuovo Ordine Mondiale, quando non più veritas, ma solo auctoritas facit legem?

Continua
Giuseppe Bracchi – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 960 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it