Viterbo CRONACA

Il centro di accoglienza alla Fiera di Viterbo risponde più a logiche di emergenza e isolamento che alla necessità di una integrazione efficace. Servirebbe invece passare a un modello di accoglienza diffusa.

Come appreso dalla stampa, sono arrivati all’ex Fiera di Viterbo i primi richiedenti asilo; si tratta di un Centro di accoglienza straordinaria localizzato in una zona isolata dal resto della città e realizzato attraverso dei container. Numerose polemiche avevano accompagnato la realizzazione di questo vero e proprio campo, per le modalità in cui le persone sarebbero state accolte.

Arci Viterbo esprime ancora una volta la propria contrarietà a modelli di accoglienza che non rispettano la dignità delle persone e rendono ancora più complicato qualsiasi percorso di integrazione.

Questa modalità risponde a una logica emergenziale che preferisce isolare le strutture di accoglienza in zone separate dal resto della città, con tutte le difficoltà in termini di accesso ai servizi che tale isolamento comporta, e predilige concentrare i richiedenti asilo in grandi complessi collettivi; ciò determina una difficoltà nell’attuare reali processi di integrazione delle persone, isolandole dal contesto sociale.

Arci Viterbo propone invece il passaggio a politiche di accoglienza diffusa in appartamenti di piccoli nuclei; un modello che non punta all’isolamento del richiedente asilo ma, al contrario, al suo inserimento all’interno di rapporti e reti di relazione, che facilitano la sua reale integrazione all’interno della società.

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