Fabrica di Roma CRONACA

Nel solco delle iniziative della Questura di Viterbo di educazione alla Legalità, si è inserito l’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori della Direzione Centrale della Polizia Criminale - organismo interforze incardinato nella Direzione Centrale della Polizia Criminale, presieduto dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Antonino Cufalo - che, ieri ed oggi,  11 e 12 gennaio 2017, ha incontrato  circa 180 studenti dell’Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco” di Fabrica di Roma. 

Gli incontri sono stati promossi dalla Sezione A.N.P.S. “Prefetto V. Parisi”, in collaborazione con  l’Associazione “Aquile Tricolori”, composta da appartenenti alla Polizia di Stato ed all’Arma dei Carabinieri, nell’ambito di un progetto che ha come obiettivo comune quello di affrontare le problematiche adolescenziali con particolare attenzione ai pregiudizi di età, genere, etnia, orientamento sessuale, religione e disabilità.

Personale dell’OSCAD ha tenuto  lezioni fuori dal comune,  veri e propri confronti con i ragazzi sulla loro conoscenza degli atti discriminatori, sulle paure e sui nuovi metodi di discriminazione, soprattutto quella 2.0..

Da dove parte la discriminazione? Dalle caratteristiche principali di ogni individuo, le diversità, le unicità diventano i potenziali obiettivi della discriminazione.

Le differenze che ci rendono unici sono motivo di paura, che si esteriora anche con atti violenti in ogni campo.

In questa fascia di età l’attenzione è concentrata sul primo utilizzo consapevole del web, sui rischi della rete, e sulle difese che si possono attuare sul cyber bullismo.

Punti focali dell’incontro il bullismo psicologico ed il bullismo violento, il primo determina  l’esclusione del ragazzo/a dai gruppi di interazione, il secondo, che non si estrinseca in un pugno in faccia, ma negli insulti o nel far sentire inadeguata la vittima, colpendola nelle proprie vulnerabilità.

L’Oscad ha raccolto le incertezze e le domande degli studenti, sottolineando nuovamente l’aspetto principale di contrasto del fenomeno discriminatorio, ovvero il parlare, denunciare qualsiasi tipo di episodio di sopraffazione, appoggiandosi a coloro i quali per natura, i genitori, o per lavoro, istituzioni, sono preposti alla protezione dei giovani.

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