Viterbo PROVOCAZIONE Ormai i vegani si trovano dappertutto, petulanti e fastidiosi come le zanzare, che però sono tutt’altro che vegetariane
Agostino G. Pasquali

Aiuto! Una veganaaa…

     Ieri sera stavo cenando con una bella milanese. No, non voglio dire con una bella signora di Milano, magari! ma con una fettina panata, fritta nel burro e aromatizzata con la salvia, proprio deliziosa! E intanto seguivo distrattamente un talk show in TV.

   All’improvviso è apparsa una milanese (questa, sì, era proprio una signora di Milano o dintorni; si capiva dall’accento), della quale mi è sfuggito il nome, amica degli animali e vegana fondamentalista, che ha cercato di rovinarmi l’appetito accusandomi di crudeltà e animalicidio, dichiarando solennemente che sono da condannare e rieducare perché ‘mi credo’ onnivoro. Secondo lei l’uomo non è onnivoro, ma erbivoro essendo fisiologicamente più simile a un somaro che a un cane. Alla scimmia (che è onnivora), no?

     Come dovevo reagire? Nel modo più semplice, cambiando canale. Però nell’altro canale c’era un cuoco vegano che cucinava una ‘amatriciana’ con il tofu (ma che è? direbbe Michele La Ginestra) al posto del guanciale. Discutibile la ricetta, ma almeno lui non insultava. Comunque ho spento il televisore.

     Ormai i vegani si trovano dappertutto, petulanti e fastidiosi come le zanzare, che però sono tutt’altro che vegetariane.

     Più tardi, mentre centellinavo il mio digestivo, ripensavo a quella signora milanese e meditavo.

Se i vegani fanno la loro scelta per motivi salutistici …

… in questo caso ho poco da obiettare. Posso solo avanzare qualche dubbio sulla correttezza della loro dieta dal punto di vista nutrizionale. Ma non sono un dietologo e lascio agli specialisti il giudizio. A me, però, la mia dieta onnivora va bene così.

Se i vegani combattono il maltrattamento degli animali negli allevamenti intensivi…

… sono d’accordo con loro: è un maltrattamento orribile. Mi possono arruolare come affiliato nella loro lotta, anche se la loro vittoria comporterà un aumento dei costi di produzione (non me ne frega niente) e di vendita (beh! questo invece mi frega, ma pazienza).

Se i vegani si battono contro l’inquinamento derivante dagli allevamenti intensivi…

… come al punto precedente.

Se i vegani fanno la loro scelta per motivi etici e religiosi…

… mi permetto di obiettare che il loro principio assoluto (rispettare gli animali perché sono uguali all’uomo) va contro un comandamento di Dio. Infatti la Bibbia (Genesi 1,26) riporta queste precise parole di Dio: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Altro che animali uguali all’uomo!

     Nel vecchio testamento si racconta spesso di animali sacrificati a Dio che sembra gradisse molto lo spargimento di sangue, specialmente quello ovino. Ovviamente gli animali sacrificati (diciamo: a Dio) poi venivano mangiati e non mi pare che quest’uso fosse proibito o sconsigliato.

     E nel Vangelo Gesù racconta la parabola del ‘figlio prodigo’ (Luca 15, 11-32), per il ritorno del quale il padre fece uccidere, ovviamente per un festoso banchetto, il vitello grasso. E ancora Gesù approva ripetutamente la pesca e moltiplica pani e pesci per sfamare la folla che lo segue; mica gli dà pane e tofu.


Se invece i vegani sono atei e fanno la loro scelta per motivi soltanto etici, cioè sulla base di una loro etica ‘naturale’…

…vorrei chiedergli:

     1)- i vegani rispettano tutti gli animali? Anche mosche, zanzare, processionarie, pidocchi, scarafaggi e tutti gli insetti fastidiosi e nocivi per l’uomo? rispettano anche i così detti animali superiori, per esempio i topi? gli permettono di infestare le loro case?

     Penso di no. Dunque i vegani ammettono una graduatoria tra gli animali e consentono all’uomo di ucciderne alcuni. E non invochino la legittima difesa, perché, com’è noto, la legittima difesa deve essere proporzionata all’offesa. Nessuno degli animali citati mette in pericolo la loro vita.

     2) - dato che esistono animali carnivori, questi animali vanno contro natura? quindi sbagliano e sono da condannare o rieducare?

     Per me, io non intendo rieducare nessun carnivoro, certo non la tigre o il leone, ma nemmeno il gatto. Infatti c’è un gatto di incerta provenienza che viene a miagolare alla porta di casa mia, ha un aspetto sofferente e affamato, quindi gli do qualche cosa da mangiare. L’ho battezzato Romeo perché mi ricorda un famoso gatto della Walt Disney. Questo Romeo ha una sua dignità, che conserva anche nella sua evidente vita da accattone, per cui rifiuta legumi pane e pasta; se gli do dei rigatoni al ragù, lecca accuratamente il ragù e lascia i rigatoni; gradisce solo carne e pesce. Dunque gli do qualche cosa secondo i miei avanzi e le sue esigenze, ma non provo a convertirlo alla dottrina vegana. E se non converto Romeo, che è un gatto, figuratevi se penso di rieducare una tigre o un leone…

     Ora mi rivolgo alla signora milanese nell’ipotesi (improbabile) che legga queste mie osservazioni o che qualcuno gliele riferisca.

     E lei, signora vegana, ha mai pensato di rieducare un leone o una tigre? Penso proprio di no, per non rischiare di finire sotto i loro unghioni e le loro zanne. E dunque lei non cerchi di rieducare me dallo schermo TV. Io non ho unghie e zanne, ma ho il telecomando. Quindi, senza violenza e senza farle male, cambio programma, la riduco al silenzio e la ricaccio nei megahertz vaganti nello spazio.

     Concludo con una battuta alla Luigi Bersani (imitazione Crozza):

     “Ooooh, ragassi! Siam mica qui a mangiar sempre di magro perché qualcuno ha modificato il calendario così che tutti i giorni è venerdì… Orco boia!”

 Agostino G. Pasquali

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