Viterbo CRONACA È questo il caso di citare Ungaretti: “Si sta come d’autunno, sugli alberi le foglie”
Diego Galli

 

Sono cominciate oggi le prime prove scritte per alcune delle classi di concorso formate dagli oltre 164 mila professori candidati e precari, in lotta per ottenere una delle 63712 cattedre previste dalla “Buona Scuola”.

Di buono sembra però esserci davvero poco.

Alle già nutrite manifestazioni da parte di professori, studenti e sindacati, si aggiungono ora le tante voci dei canditati che, via social, rendono pubbliche le loro ansie, le preoccupazioni e le tante presunte irregolarità di questo poco chiaro concorso pubblico.

 

Alcuni sembrerebbero aver addirittura richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per mettere a verbale la mancanza delle griglie di valutazione, delle commissioni o addirittura dei verbali, cosa che andrebbe a sfatare le recenti dichiarazioni del ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, a RaiNews24: “Le commissioni sono pronte e adeguate al compito non facile”.

A onor del vero, si tratta questo del “concorso storicamente più grande della scuola italiana” (altra dichiarazione del ministro), cosa che però non dovrebbe giustificare la mancata osservazione delle regole, ma altri problemi si erano già manifestati giorni addietro, con un repentino cambio delle sedi dove i candidati avrebbero svolto la loro prova: a quanto pare non erano stati rispettati i termini del bando, che prevedeva una suddivisione dei futuri professori per ordine alfabetico. Si è dovuto rifare tutto insomma, o quasi, andando così a rettificare e gettare ancor di più nel limbo i veri protagonisti di questa storia.

Restano dubbi anche su come la prova potrà effettivamente essere valutata in maniera oggettiva. Le domande previste per lo scritto (otto in totale) saranno infatti a risposta aperta, un metodo giudicato poco parziale da moltissime persone.

Mistero infine anche sul vero significato del comma 131 della Legge 107.

Sembra che a partire da questo settembre, il massimo delle supplenze che ogni professore potrà accumulare sarà di 36 mesi (continuativi o non).

Dopo tale periodo potrà, apparentemente, continuare a lavorare solamente se immesso in ruolo.

È questo il caso di citare Ungaretti: “Si sta come d’autunno, sugli alberi le foglie”.

Diego Galli

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