a cura di don Mauro Manzoni
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Rifugiamoci nel silenzio della contemplazione e nella quiete dell'estasi: stiamo contemplando il mistero di quello che il santo padre ha definito la famiglia di Dio.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Nel nome e non nei nomi, perché la Santissima Trinità è comunione profonda e unità piena, comunità e unità di amore. E non poteva essere altrimenti: in Dio non c'è spazio alla solitudine e all'isolamento, non sarebbe più Dio, o meglio, non sarebbe più il Dio che Cristo ci ha rivelato.
Dio è Trinità, dono, poesia, gioia, comunicabilità, vita, amore che genera, amore che unisce. Davide Maria Turoldo annota: neanche Dio può star solo. E la Trinità è la sconfitta della solitudine, mistero da contemplare, sì, ma nello stesso tempo, mistero che sollecita ognuno di noi a ricercare con tutti i mezzi quella unità di comunione, che fa delle nostre comunità e delle nostre famiglie vera chiesa.
Noi eravamo là, nel cuore di Dio, quando ancora, come dice la prima lettura, non aveva fatto la terra e i campi, quando fissava i cieli e, prima ancora di ogni sua opera, eravamo e siamo nel cuore di Dio e con Cristo figlio, e lo Spirito, formiamo una identità di amore, entrando a far parte di quella famiglia di Dio che è la Trinità.
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