Viterbo STORIA La vasca grande è delimitata dalla classica pietra tratta dal vicino Bullicame

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1910. Prato Giardino, il Bosco (Archivio Mauro Galeotti)
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La prima festa organizzata a Prato Giardino avvenne il 5 Maggio 1872 a cura della Società di Mutuo Soccorso. Per l’occasione fu organizzata una corsa di butteri con cavalli e al vincitore andarono cento lire ed il palio in seta con l’emblema della suddetta Società.

La lotteria invece prevedeva numerosi premi ed un biglietto costava ottanta centesimi, l’ingresso venti.

In un Consiglio comunale del 1873 si decise di abbellire Prato Giardino con dei pratini, un giornalista della Gazzetta di Viterbo dell'11 ottobre 1873 scriveva così: «ora non si ha che degli alberi sopra un campo arido e polveroso. E' stato approvato un progetto di abbellimento con fontane, aiuole e piante di varie specie. Ne è stato esposto lungamente nelle sale comunali il disegno, che si giudica riuscirà di bell’aspetto».

La vasca grande, delimitata dalla classica pietra tratta dal vicino Bullicame, presentava al centro una grande scogliera con delle apposite nicchie che ospitavano, per ripararsi o nidificare, le anatre, i cigni e le oche.

Nel 1874, come riporta Giuseppe Ferdinando Egidi sulla sua guida di Viterbo del 1889, Prato Giardino «fu modificato, come è attualmente, sul disegno dell’ing. Valerio Caposavi viterbese» e a sistemazione ultimata, sempre in quell’anno, i fratelli Schenardi chiesero al Comune ed ottennero di poter aprire all’interno un caffè e una rivendita di bibite. In data 25 Novembre 1874  fu anche stilato un regolamento comunale che, tra l’altro, prevedeva l’apertura durante l’Estate dalle 5 alle 20,30 e l’Inverno dalle 9 alle 17, mentre in Autunno e Primavera dalle 6 alle 18. 

Si stabilì, inoltre, che «Ogni ceto di persone può accedere liberamente, esclusi gli accattoni, gli ubbriachi, la gente male in arnese ed i ragazzi che non abbiano chi ne possa rispondere. E’ vietato espressamente l’ingresso ai cani che non siano legati, ai carrozzini ad un cavallo se non sono decenti, agli scozzoni con cavalli a sella, alle vetture tirate da puledri ed ai carretti d’ogni specie. Le carrozze ed i cavalli a sella non potranno introdursi nei viali segnati dalle colonnette. 

A niuno è permesso di cogliere fiori, schiantar rami e piante e fare qualunque altro danno agli alberi e alle piantagioni, non che ai sedili, muri ecc. E’ proibito di passeggiare entro le aiuole o di attraversarle come pure d’intorbidare le acque delle fontane e di pescarvi i pesci che vi risiedono».

Ai viali più grandi fu data una denominazione, il Viale Principe Amedeo, ad esempio, conduceva al busto di quest’ultimo; invece, il grande piazzale centrale fu detto Piazzale dei Concerti. Infatti, il sindaco Pietro Signorelli, nel 1886, fece costruire una piattaforma in legno sulla piazza grande, per tenervi i concerti eseguiti dalle Bande musicali di Viterbo comunale e militare.

E' del  1912 l'inventario che riporta l’elenco delle piante collocate nel giardino, tra le più numerose: centoquarantadue olmi, centotrentuno elci, settantuno aceri, trentuno acacie, ventisette frassini, ventisei tigli, ventuno pini, diciannove noci Nigra, diciotto abeti, diciassette ippocastani, quindici cedri del Libano, tredici cipressi ed undici pioppi.

Verso Via della Palazzina fu eretto nel 1919 un tratto di muro dove vi furono collocate sei cancellate con relative colonnine in ghisa, già poste attorno alla Fontana di piazza delle Erbe. 

Nel 1927 fu assunto un custode Angelo Fioretti, il quale si occupò della manutenzione e vigilanza fino al 1936.  In seguito, nel 1929, tale incarico fu affidato anche alla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

I bombardamenti della Seconda guerra mondiale, nel 1944, colpirono anche Prato Giardino danneggiando le condotte d’acqua, gli alberi, le panchine e il cancello d’ingresso che, reso irrecuperabile, fu venduto come ferraccio a Giorgio Pacini. L’attuale cancello è stato realizzato verso il 1950 dai fratelli Edoardo e Azelio Felicetti, su disegno dell’architetto viterbese Rodolfo Salcini.

All’interno sono presenti vari monumenti. Quello dedicato a Vittorio Emanuele II voluto dalla Società del Circolo Viterbese, eseguito dallo scultore viterbese Silvestro Zei, l’inaugurazione avvenne il 5 Giugno 1881.

A Giuseppe Garibaldi, fu dedicato un busto su pilastro, inaugurato il 1° Giugno 1884, opera di Silvestro Zei.

Il monumento a Camillo Benso conte di Cavour fu realizzato ad opera dello scultore Silvestro Zei e fu inaugurato il 6 Giugno 1886. Quello al principe Amedeo di Savoia (1845 - 1890), duca d’Aosta, fu inaugurato il 1° Febbraio 1891 e fu eseguito dallo scultore Francesco Fasce.

Il busto in bronzo di Giuseppe Mazzini fu invece eseguito dallo scultore e pittore Ettore Ferrari (1845 - 1929) e fuso da Crescenzi, fu inaugurato il 14 Giugno 1891. Sul fronte del piedistallo, al centro di una corona bronzea, è scritto: A / Mazzini / Viterbo / MDCCCXCI.

L’ultimo monumento innalzato a Prato Giardino è quello al musicista viterbese Cesare Dobici con la scritta Cesare Dobici / 1873 · 1944 / musicista, fu eseguito in bronzo dallo scultore Assen Peikov e fu inaugurato il 6 Giugno 1971, a scoprire il busto è stato Ferdinando Harbel, preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra, discepolo del musicista.

Oggi Prato Giardino, oltre ad essere un luogo animato da giochi per bambini, è utilizzato come luogo per le esposizioni canine, le manifestazioni sonore e cantore e altrettante attività culturali.

Patrizia Labellarte

Bibliografia: Galeotti, Mauro: L'illustrissima Città di Viterbo", Viterbo, 2002

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