Viterbo STORIA La nostra città venne liberata dai tedeschi il 9 giugno del 1944
di Emanuela Dei

 

1945 Piazza dei Caduti, il macchinario sta raccogliendo le macerie

Con il referendum del 2 giugno del 1946 agli italiani veniva chiesto di scegliere tra la monarchia e la repubblica.

Il 54,3% degli elettori, per la prima volta votarono anche le donne, gli italiani preferirono la Repubblica, con uno scarto di voti molto esiguo, appena 2 milioni.

Ma come andarono le votazioni nel viterbese? Ce lo racconta il settimanale locale “Il Bulicame”, N.23 - 8 giugno 1946, che aveva come direttore responsabile Corrado Buzzi.

La nostra città venne liberata dai tedeschi il 9 giugno del 1944. Già nel 1946 molte case erano state ricostruite, le macerie sgombrate, le strade riparate, luce acqua e gas rendevano la città più che vivibile. Persino il famoso Caffè Schenardi aveva rimesso in piedi i suoi biliardi e i treni per Roma impiegavano le solite tre ore per raggiungere la capitale, come prima della guerra.
Nel giorno del referendum ben 22mila viterbesi si recarono alle urne per scegliere, in omaggio alla democrazia, il futuro del loro paese.

Alcuni, diedero il voto alla monarchia perché avevano paura che, in caso di vittoria repubblicana, i denari con l'effigie del re, che avevano ammucchiato sotto il materasso, non valessero più; altri invece votarono per il cambiamento che doveva portare all'abolizione del servizio militare e di ogni guerra. Un contadino, preso dall'incertezza, scrisse sulla scheda del referendum “Con chi se sta mejo”.

Ma quali furono i risultati definitivi a Viterbo e provincia? Su un totale di 125.710 elettori, 69.325 votarono per la repubblica e 56.385 per la monarchia. Barbarano Romano, Bassano di Sutri, Bieda, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel S. Elia, Grotte di Castro, Monteromano, Monterosi, Ronciglione, S. Giovanni di Bieda, S. Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tessennano, Veiano, Vetralla e Vitorchiano rimasero fedeli al re.

Tutti gli altri, tra cui Viterbo (repubblica batteva monarchia per 12.174 voti a 9.539), scelsero di far ammainare la bandiera sulla torre del Quirinale con lo stemma Savoia. Per la prima volta nella storia una monarchia cadeva in seguito ad un plebiscito, senza violenze o rivoluzioni. Prima del 2 giugno esistevano monarchici e repubblicani “...oggi non vi sono che italiani, affratellati nell'armonia e nella concordia degli animi” scriveva Buzzi sul suo giornale “...Se qualcuno vorrà parlare ancora di monarchia e di repubblica, di antagonismi regionali, di Nord e di Sud, noi risponderemo con le parole di Giuseppe Mazzini: 'Non vi sono cinque Italie, tre Italie. Non vi è che una Italia'.

Da qui in poi, per l'Italia, si apriva un nuovo capitolo: la Costituzione della Repubblica Italiana sarebbe stata varata da lì a poco, decretando diritti e doveri per ogni cittadino.

Emanuela Dei