Chiesa di santa Maria in Gradi nel 1900 (Archivio Mauro Galeotti)

Prima dell’inizio di questo incontro ho potuto visitare lo stupendo complesso di Santa Maria in Gradi, che ospita l’Università della Tuscia e che è stato la prima residenza dei Domenicani a Viterbo, fatta costruire dal cardinale Raniero Capocci e da lui direttamente offerta a Domenico di Guzman, presente a Viterbo nel 1219 con il papa Onorio III, che aveva da poco approvato l’istituzione dell’Ordine Domenicano.

Il complesso conventuale, dotato di due chiostri, che occupava una notevole estensione recintata e munita di torri, anche in passato è stata sede di una scuola molto apprezzata, dove furono istruiti nobili viterbesi, tra cui il famoso Annio da Viterbo, chiamato a Roma nel 1499 da papa Alessandro VI Borgia come magister Sacri Palatii Apostolici, che influenzerà la cultura artistica attraverso le sue interpretazioni e ‘invenzioni’ di fonti letterarie.

L’antica chiesa, a cui nel Quattrocento fu addossato alla facciata un portico che si è conservato, è stata luogo di sepoltura delle più importanti famiglie viterbesi che vi elessero le loro cappelle. 

Riconfigurata a partire dal 1738 dall’architetto Nicola Salvi, (autore della fontana di Trevi a Roma), con la soppressione del convento nel 1874 e la destinazione a Carcere del complesso, le opere d’arte in essa contenute sono state traslate a San Francesco (come il monumento sepolcrale di papa Clemente IV) e nel Museo Civico.

In occasione della nuova destinazione d’uso quale carcere, furono eseguiti interventi di adeguamento, utilizzando la chiesa come laboratorio di falegnameria dei detenuti. Danneggiata dai bombardamenti del 1944, per problemi di sicurezza il Genio civile nel 1950 ha demolito quanto era rimasto della grande copertura voltata. 

Divenuto il convento sede dell’Università della Tuscia, negli anni 2004-2007 sono stati intrapresi interventi di consolidamento e di restauro della chiesa, destinata ad Aula Magna/Sala Convegni /Auditorium, rimasti interrotti per mancanza di fondi.

E’ quindi con profonda convinzione che rivolgo pubblicamente un appello all’amico Ministro della Cultura on. Dario Franceschini, perché il Ministero si faccia rapidamente carico del restauro della chiesa di S. Maria in Gradi, che appartiene allo Stato, affinché essa possa assolvere alla sua nuova funzione di Aula Magna, come è già stato fatto per l’Università di Bologna nell’ex chiesa gesuitica di Santa Lucia.