La Chiesa di san Pellegrino negli anni' 20 (Archivio Mauro Galeotti)

CHIESA DI S. PELLEGRINO (PIAZZA S. PELLEGRINO) (PARROCCHIA DI S. MARIA NUOVA – S. LORENZO)
Dal CEDIDO

Storia

La chiesa si trova nel borgo ad est della città, anticamente detto “Borgolungo”, oggi chiamato quartiere di S. Pellegrino.

Si ha notizia della sua esistenza già dal 10451 e, poco dopo, della sua subordinazione alla giurisdizione dell'Abbazia di Farfa e alla protezione dell’abbazia di S. Martino al Cimino2.

I documenti che attestano la presenza della chiesa non fanno cenno al santo dedicatario, ma la tradizione di celebrare la festa nella prima settimana di maggio, ancora oggi viva, ha portato gli studiosi ad ipotizzare la dedicazione a Pellegrino vescovo di Auxerre ricordato nel martirologio romano il 16 maggio.

Tale ipotesi è avvalorata dalla fondazione della chiesa nella prima metà dell’XI secolo, che porta ad escludere altri santi omonimi3. Nel XIII secolo il clima salubre che caratterizza Viterbo - dovuto alla sua ubicazione alle falde del Cimino - e la favorevole posizione in prossimità della Via Cassia, facilitano l’aumento della popolazione e la costruzione di nuovi e prestigiosi palazzi4.

Nel 1251, con la divisione della città in quartieri, il borgo viene inserito nel quartiere di S. Pietro, ma la chiesa assume maggiore importanza soltanto nel XV secolo quando, per la sua ubicazione in una zona ormai molto popolare, è annoverata tra le chiese parrocchiali economicamente più agiate5.

S. Pellegrino - che non resta esente dalla riforma attuata dal vescovo Gualterio volta ad abolire le parrocchie cui era assegnato un ristretto circuito territoriale - il 29 dicembre 1557 viene unita alla parrocchia di S. Bartolomeo (presso cui era istituito il monastero della Visitazione eretto dalla duchessa Girolama Orsini Farnese), ma le rendite di S. Bartolomeo vengono aggregate al Capitolo della cattedrale6.

Pochi anni dopo il sostegno dei parrocchiani a S. Pellegrino sembra tornare ad aumentare: viene soppressa la vicina parrocchia di S. Giovanni in Pietra perché fatiscente e la cura delle anime viene distribuita fra le contigue chiese di S. Maria Nuova, S. Leonardo e S. Pellegrino7.

Le notizie successive risalgono al periodo napoleonico quando, soppresse molte corporazioni ed espulsi i religiosi, le chiese pertinenti alle associazioni soppresse o ridotte in cattive condizioni, vengono "declassate". Seguendo queste direttive la cura di S. Pellegrino viene traslata a S. Bartolomeo8.

A sostenere la chiesa interverrà, quasi un secolo dopo, il Vescovo Antonio Maria Grasselli che la farà restaurare dotandola di una nuova facciata9.

1 Il documento è citato in G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, vol. I, Viterbo, Cionfi, 1907, p. 111 e pubblicato in P. Egidi, L’abbazia di San Martino sul Monte Cimino, in “Rivista Storica Benedettina”, 1906, n. 4, pp. 579-590.
2 G. Signorelli, Viterbo ..., op. cit, vol. I, 1907, p. 111.
3 M. Bonelli, Viterbo. Chiesa e quartiere di S. Pellegrino, in San Pellegrino tra mito e storia. I luoghi del culto in Europa, a cura di Adelaide Trezzini, Roma, Gangemi ed., 2009, p. 95.
4 G. Signorelli, Viterbo ..., op. cit, vol. I, 1907, p. 139.

5 G. Signorelli, Viterbo ..., op. cit., vol. II, parte I, Viterbo, Unione, 1938, p. 240.
6 G. Signorelli, Viterbo ..., op. cit, vol. II, parte II, Viterbo, Unione, 1940, p. 248.
7 G. Signorelli, op. cit., vol. II, parte II, 1940, p. 249.
8 G. Signorelli, Viterbo ..., op. cit., Vol. III, parte II, Viterbo, Quatrini, 1969, p. 287.
9 G. Signorelli, Viterbo ..., op. cit., Vol. III, parte II, 1969, p. 539.

Architettura

Dell’originario complesso restano poche tracce di muratura; forse il primitivo nucleo venne modificato già tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, nel momento di massima espansione della città. Gli interventi successivi sembra siano stati più drastici: nel 1889, l’edificio ha subito un radicale rifacimento (come già detto)10 che ha portato all’attuale assetto con fronte a capanna, rosone ed arco ogivale su paraste11, mentre i restauri attuati tra la fine dell’Ottocento e il Secondo dopoguerra sembra siano stati meno invasivi12.

Oggi la chiesa conserva della struttura originale soltanto alcuni tratti delle mura esterne e, sul lato sinistro intorno alla lunetta di una porta, uno degli archi a tutto sesto formati da lunghi conci a cuneo su cui gira un'ampia gola aggettante13.

La facciata è incorniciata dall'arco a tutto sesto retto da semipilastri che terminano con capitelli fogliati14. L'interno, a navata unica e soffitto a capriate, presenta tracce di affreschi del XV e del XVIII secolo, mentre il presbiterio è stato ricostruito dopo il 1945 in forme moderne15.

Arte

Tra le donazioni più rilevanti destinate alla decorazione e all'abbellimento della chiesa si ha notizia, nel 1476, di un lascito volto alla realizzazione di una tavola dipinta da porsi sull’altare grande16 e, nel 1485, di una nuova donazione finalizzata alla realizzazione di una campana17 che però reca la data del 1488. In questi anni la chiesa aveva tre cappelle dedicate all’Annunziata, ai SS. Pietro e Paolo ed ai SS. Antonio e Rocco18.

Nel 1827 sono ancora attestati, nella chiesa, l'altare maggiore dedicato a S. Pellegrino, un altare posto in cornu evangeli sotto il titolo dell'Annunziata ed un terzo intitolato al SS.mo Crocifisso. sull'altare maggiore è documentato un quadro rappresentante S. Pellegrino avvisato da S. Michele Arcangelo opera del viterbese Vincenzo Stringelli19; il dipinto distrutto durante i bombardamenti è stato sostituito nel 1979 da una copia20.

Una delle poche opere presenti nella chiesa e degne di menzione è un'Annunciazione datata XV secolo e collocata nella seconda cappella della parete sinistra.

Devozione

Alla devozione verso s. Pellegrino nella cui festa, già dai primi anni dell'Ottocento, è stata concessa l'indulgenza plenaria, si aggiungono - secondo le visite pastorali del XIX secolo - le devozioni del mese di Gesù Bambino (ossia il mese di gennaio) consacrato alla Sacra Infanzia, la novena dello Spirito Santo autorizzata dal vescovo Gabriele Severoli (1808-1824), la festa dei SS.mi Cuori di Gesù e di Maria istituita dal parroco di S. Pellegrino all'inizio del 1800 e l'esercizio della Via Crucis nel venerdì della Quaresima21.

10 M. Bonelli, Viterbo ..., op. cit., 2009, p. 96; cfr. A. Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti, Roma, 1915-1920, pp. 201-203; cfr. L. Gregori, Chiesa di San Pellegrino, in Il centro storico di Viterbo, a cura di M. G. Gimma, Viterbo, 2001, pp. 82-83.
11 M. Bonelli, Viterbo ..., op. cit., 2009, p. 96. Per informazioni sull’edilizia laica e profana del quartiere si veda: K. Seeleke, San Pellegrino di Viterbo : modello per la cura dei centri storici in Germania, in Scritti di storia dell’arte in onore di Roberto Salvini, Firenze, 1984, pp. 579-581; L. Contus, Edilizia medievale a Viterbo: una casa con “profferto” nel quartiere San Pellegrino, in Case Medievali, Milano, 1990, pp. 109-114; L. P. Bonelli, voce “Viterbo, architettura” in Enciclopedia dell’Arte Medievale Italiana, volume XI, Roma, 2000, pp. 709-717; L. Crescia, Il quartiere di S. Pellegrino, il Palazzo degli Alessandri e la casa medievale viterbese, Viterbo, 2001.
12 Per la descrizione dei restauri si veda B. M. Apolloni Ghetti, Architettura sacra della Tuscia, Città del Vaticano, 1960, p. 132.
13 A. Scriattoli, Viterbo ..., op. cit., 1915-20, p. 201.

14 http.//viterbo.artecitta.it/descrizione. Consultazione aprile 2011.
15 Ivi.
16 G. Signorelli, Viterbo ..., op. cit., vol. II, parte I, 1938, p. 240.
17 Ivi.
18 Ivi.
19 Cedido, Serie Visite episcopali, Visita Pianetti, 1827, vol. V, parte I, p. 253.
20 http.//viterbo.artecitta.it/descrizione. Consultazione aprile 2011.
21 Cedido, Serie Visite episcopali, Visita Pianetti, 1827, Vol. V, parte I, p 256.

L’archivio parrocchiale di S. Pellegrino

La prima notizia di un Archivio della chiesa di S. Pellegrino si ha nel 1612 quando, in occasione della Visita pastorale, il vescovo Tiberio Muti ordina “Mand.it fieri Invent.m t.ium bonorum, mobiliu., stabiliu., et semoventium, ac Introytum, et illius copiam asportari penes ...”22. Nel 1659 si ordina di redigere e conservare i libri delle messe ed i libri parrocchiali23.

Ancora nel 1702, visitando la sacrestia, si torna a disporre la realizzazione di inventari dei beni stabili e mobili, dei documenti giuridici e degli attuari della chiesa24.

Soltanto nel 1827 si trova notizia di un archivio ben custodito, non più nella Sacrestia, ma in una stanza della casa parrocchiale. Il libro più antico dichiarato in questa data è un istrumento in cui sono notati i beni della chiesa che risale all’anno 1564. I libri di messe si dichiarano redatti correttamente, mentre tra i libri sacramentali sono elencati Matrimoni, Cresime, Stati delle Anime e Libri dei Morti scritti secondo le formule del Rituale Romano. Nella chiesa non è presente il Fonte battesimale, non si distribuisce il battesimo ai fanciulli e non si conferisce il battesimo in casa25.

Le notizie riportate nella visita di Gaspare Bernardo Pianetti sono ripetute da Gaetano Bedini nel 186126 e confermano che l’Archivio resta conservato nella casa canonica della chiesa di S. Pellegrino fino al momento del trasferimento al Palazzo papale.

Oggi l’archivio è costituito dalle serie: Liber Baptizatorum27, Liber Confirmatorum28, Liber Matrimoniorum29, Liber Mortuorum30 e Status Animarum31, la serie Amministrazione della parrocchia è costituita da documentazione di epoca più antica che comprende un registro di Atti della Sacra Rota pervenuti alla parrocchia datato 1670-1689 e cinque Attuari datati 1692- 1816. Al XVIII secolo appartengono i Libri delle Messe (9 registri con datazione 1742-1956) che presentano però numerose lacune nella consecuzione cronologica32.

Al XIX secolo risalgono le carte relative alle entrate e uscite della parrocchia33 e gli atti giudiziari riguardanti la curia e il fisco (1856-1905).

Tra la documentazione più specifica ci sono Circolari della Curia ai parroci della città e ai titolari di enti beneficiari (1913-1953), Ordini del vescovo Bernardo Doebbing (1914), Mandati di procura per contrarre il matrimonio (1915), il programma del Seminario di Vt. (1915-1916), Questionari e risposte per la S. Visita del vescovo Adelchi Albanesi (1953 - 1959), Decreti ed Autorizzazioni emanate dal Vescovo Adelchi Albanesi (1954-1958).

Al XX secolo risale anche la documentazione a stampa tra cui una copia del “Bollettino diocesano di Viterbo e Tuscania” (1915), un numero dell'”Osservatore romano” (15 ottobre 1936) ed un numero della rassegna quindicinale "Perfice Munus" (1947).

22 Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Muti 1612-1622, c64.
23 Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Brancaccio 1659, c. 60.
24 Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Santacroce 1702-1703, vol. I, c. 427v.
25 Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Pianetti 1827, vol. V, cc. 254-255.
26 Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Bedini 1861, vol. II, cc. 114v-115v.
27 La serie è costituita di 2 registri cartacei datati 1901-1918 e non presentano buchi nella consistenza cronologica.
28 I Libri di cresima sono 4 datati tra il 1710 e il 1947 e coprono completamente l’arco cronologico che abbracciano.
29 7 registri di matrimoni con datazione 1637-1963, mancano gli atti degli anni tra il 1673 e il 1803.
30 La serie è costituita di 3 registri datati 1814-1969, mancano gli atti degli anni 1872-1926.
31 La serie è composta di 9 registri con datazione 1892-1926.
32 mancano le messe degli anni 1754-1791 e 1828-1926.
33 Spese per lavori, preventivi di spesa, piani di esecuzione di lavori nella Sacrestia, restauri, ricevute e documenti di amministrazione della chiesa, messe inadempiute (1853 - 1955), ricevute di pagamento, rinvestimenti in rendita pubblica (1856- 1953). Entrata e uscita, affitti, canoni, censi, (1920-1952).
Raccolta di olio per le lampade, pagamenti, doni alla Madonna, offerte per il restauro di cappelle e altari... (1930 - 1954). Spese per lavori di riparazione ai danni della guerra (1947 ?). Conti di cassa, messe, circolari, domande di affrancazione, enfiteusi, prebende e canonicati (s.d.).
Fondi urbani, case urbane, censi, terreni, titoli di rendita nominativa (1953). Registri di cassa, cabrei, benefici, locazioni e sublocazioni, conti di lavori, affrancazioni, stime di divisione delle terre, enfiteusi, rilevamenti della agenzia delle imposte, contratti, fondo per il culto, stato patrimoniale, tasse, benefici (s.d.).