Papa Pio IV

(Vedi anche http://www.madonnadellaquercia.it) 

Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli

Pontefici Romani divoti della Madonna della Quercia, vengono a visitarla, ricevono grazie, e concedono privilegi

(Leggi l'inizio delle visite, le trovi qui sotto, appresso alla pubblicità del Monastero)

Pio IV sebene assunto al Ponteficato  non v'è memoria, che venisse in questa chiesa: ne fu però molto divoto, e li concesse molte grazie, e privilegi.

Venne tra l'altre volte l'anno 1560 a visitare la SSma Vergine il glorioso S. Carlo Borromeo Cardinal Nipote, conducendo seco il P. S. Filippo Neri, col trattenersi alcuni giorni con molta sodisfazione del suo spirito.

Ritornato in Roma, procurò la spedizione di alcuni Brevi, ne' quali il Papa li 22 Marzo e primo Ottobre del medesimo anno, approvò, confermò, ed ampliò tutti li privilegi, e grazie concesse, dalli suoi Predecessori.

Volle che l'Ospizio fabricato per commodo delli Pellegrini, e Forastieri, fosse libero, ed immune.

Anche tolse tutte l'inquietudini, e molestie, che alcune persone, e Communità causavano per occasione, del pascolo d'alcuni Poderi, ed estinse sopra ciò tutte le differenze, pretensioni, e liti, dichiarando, che la Chiesa, e Convento sudetti ne siano pienamente padroni; e proibì a tutti di non più, sotto qualsivoglia pretesto, ragione, o privilegio in contrario, molestarli, perturbarli, e inquietarli. 

[... continua nel prossimo articolo alla metà del mese di maggio]

Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 22 - 23

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Pontefici Romani divoti della Madonna della Quercia,
vengono a visitarla, ricevono grazie, e concedono privilegi

Sisto IV che succedè al mentovato Paolo II essendo la peste in Roma l'anno 1476 venne a visitare questa miracolosa Imagine della Quercia, dalla quale ottenne la grazia, cessando ben presto l'influenza senza dilatarsi altrove.

 

L'anno 1481 intimorita la Cristianità per i progressi de' Turchi, che dopo aver occupato l'Imperio di Costantinopoli, minacciavano invasione anco all'Italia;  non mancò il zelante Pastore di raccomandare Dio, ed alla SSma Vergine la sua gregge, anche con pubbliche Orazioni; i quali esaudite per la morte di Maometto Ottavo gran Turco accaduta nel mese di Maggio, venne per la seconda volta nel Mese di Settembre dello stess'anno a questo Santuario, e vi celebrò la Messa in rendimento di grazie.

 In quest'occasione con amplissima Bolla spedita in Viterbo il 13 Ottobre concesse Indulgenza plenaria perpetua, a chi confessato, e communicato visiterà questa Chiesa la Domenica dentro l'Ottavo della Nascita della Madonna; con facoltà al Priore del Convento di chiamare anche altri Sacerdoti Secolari e Regolari a confessare li forastieri della Diocesi di Viterbo, e a tutti di assolvere li penitenti dalli casi riservati tre giorni avanti, e tre giorni dopo detta Domenica.

 Il medesimo papa per altro suo Breve dell'anno 1479 fulminò scomunica contro tutti quelli, che ritengono, o riterranno per l'avvenire beni di qualsivoglia sorta spettanti alla Chiesa, e Convento della Quercia, e contro quelli ancora, che non rivelano gl'Usurpatori, come pure contro quelli, che senza la dovuta licenza, e falsamente cercaranno elemosine a nome di essa Chiesa, e Madonna.

Innocenzo VIII, avendo ricuperato la sanità di gravissima malattia per intercessione della SSma Vergine, tra le Sagre Imagini di quella da esso riconosciute con offerte, e decorate con privilegii, una fu questa della Quercia, mandandole un prezioso parato per l'Altare, e per Breve delli 3 di Settembre dell'anno 1487, dichiarando, che in questa Chiesa in qualsivoglia tempo, fuor del giorno di Pasqua, possa amministrarsi il Sagramento dell'Eucarestia a qualsivoglia persona.

Allessandro VI ritrovandosi in Angustie, e tribolazioni per l'Esercito di Carlo VIII, Re di Francia dentro Roma, fece ricorso alla gran Regina del Cielo; e nel ritorno a Roma dalla Città d'Orvieto, ove s'era ritirato, venne a visitare, e ringraziare questa Miracolosa Immagine nel mese di Giugno del 1495, essendo partito il detto Re dello Stato.

Giulio II fù divotissimo di questo Santuario.

Confermò l'indulgenza, e grazie concesse da Sisto IV con dichiarazione, che vagliano anche nell'anno Santo, come per Breve delli 12 di Settembre 1505.

Volle che vi si celebrino le Fiere libere.

Scommunicò chi usurpa, e ritiene li beni, e oblazioni di esso. E rimediò a vari inconvenienti intorno all'amministrazione dell'elemosine, ed entrate, pretesa da persone laiche, come per suoi Brevi del 1507 e 1508.

L'anno poi 1509 nel mese di Settembre venne personalmente a visitare la Madonna con molta divozione, e gran consolazione del suo spirito.

Lasciò molt'elemosine, ed apparati: ed ad istanza del Priore, che era il Ven. Padre Pacifico Burlamacchi da Lucca. Uomo di santa vita, concesse vivae vocis oraculo, che li Frati potessero confessare in questa Chiesa, tutte le persone di qualsivoglia Luogo, e assolverli dalli casi delli loro Diocesani.

Leone X fu parzialissimo di questa Miracolosa Imagine. L'anno 1517, con gran comitiva di Cardinali, Prencipi, e prelati venne a visitarla; e vi solennizzò la festa de' Santi Martiri Cosmo, e Damiano.

Tutelari della sua Casa Medici il dì 27 di Settembre, con tanta sua sodisfazione, che l'anno seguente vi ritornò a celebrarvi la stessa Festa con la medesima pompa; ordinando al P. Priore, che era Fra Gio:[vanni] Battista Strozzi da Fiorenza, che durante il suo Pontificato, si celebrasse in questa Chiesa la Festa di detti Santi con rito solenne: e anche donò trecento Scudi per fare la fontana in Piazza.

Concesse, che li Religiosi di questo Convento liberamente in qualsivoglia luogo, senza essere impediti da alcuno, possano questuare, e cercar limosine.

Confermò la concessione di Giulio Secondo, che li Religiosi Confessori possono assolvere li penitenti di qualsivoglia Luogo da tutti li casi, e censure non riservati alla Sede Apostolica.

Volle, che la Fiera si faccia solamente in questo Campo Graziano, e suo distretto; e che durante la medesima da farsi due volte l'anno, nelli Mesi di Maggio, e Settembre, tutto ciò che sarà portato, in detti luoghi, sia libero, ed esente da ogni gabella.

Ed in ultimo comanda al Vice Legato di Viterbo, che faccia godere alli Religiosi di questo Convento li loro privilegi; e castighi chi li molesta, come tutto apparisce in più suoi Brevi, spediti pure negl'anni 1516, e 1520.

Clemente VII nello spazio di quattro mesi dell'anno 1528, che dimorò in Viterbo, dopo la liberazione di Roma, e Stato Ecclesiastico dell'Esercito di Borbone, venne più volte a visitare questa SSma Vergine, per ringraziarla de' beneficii ricevuti, e per implorare il di lei patrocinio nelle tante calamità di quel tempo.

Per suo Breve spedito l'anno 1525, aveva proveduto alla pace e quiete di questo Convento, togliendo gl'inconvenienti, che nascevano dall'amministrazione fatta da Laici.

E per altro Breve delli 15 Marzo dell'anno 1533 scommunica tutti quelli, che ritengono beni di qualsivogliasorte, in qualunque Modo spettanti al Convento, e Chiesa della Quercia, e quelli ancora, che ardiranno nascondere, rimovere, o trasportare li termini e guastare i limiti, o confini delle sue possessioni.

Paolo III Farnese non inferiore ad alcuno de' suoi Predecessori nella divozione verso questa Santa Imagine, quasi ogn'anno del suo lungo Ponteficato venne con gran consolazione del suo spirito a riverirla, e più volte celebrò la Messa al suo Altare.

In tutti li bisogni della Chiesa, e suoi particolari ricorreva ad essa, come sua singolar Protettrice, e ne ricevè molte grazie; trà le quale fu riconosciuta la pace conchiusa fra li Principi Cristiani:

Erano di grave scandalo le continuate guerre e discordie dell'Imperatore Carlo V e Francesco Primo Rè di Francia.

S'affatigò più volte, usò più mezzi il zelante Pastore per pacificarli, ma sempre in vano.

L'anno 1544 si risolvè, ben in età decrepita, portarsi personalmente a Nizza di Provenza per abboccarsi con detti Sovrani, che di concerto dovevano intervenirvi.

In tale occasione fece ricorso speciale, e voto a questa sua Avvocata, pregandola ad assisterle, e darli virtù di riuscire con frutto in sì grand'affare: e ordinò a Questi Religiosi, che facessero special Orazione avanti la sua Santa Imagine.

Con la protezzione dunque, e fidanza di questa gran Regina arrivato felicemente il Papa al detto Luogo, ove senz'altre difficoltà ritrovaronsi li detti Monarchi, si stabilì la tanto desiderata pace, con giubilo universale di tutto il Cristianesimo, ed in particolare di esso Pontefice, che non si saziava di ringraziare l'Imperatrice del Cielo, alla quale solo attribuiva sì grand'opera.

Che però prima di tornare in Roma, venne a sodisfare il voto; e celebrò la Messa con tener Cappella all'Altare della Madonna in rendimento di grazie anche per l'assistenza sperimentata in sì lungo, e disastroso viaggio, senza minimo pregiudizio della propria salute in un'età quasi d'ottant'anni, lasciando per detto giorno, che du il quarto d'Ottobre dell'anno sudetto 1544.

Indulgenza plenaria perpetua.

Fece il divoto Pontefice [Paolo III] molt'elemosine, ed ornamenti a questa Chiesa, tra' quali è cosa maravigliosa il soffitto fatto a spese sue indorare.

Ordinò s'aprisse la dritta, e spaziosa strada, che da Viterbo conduce a questo Sagro Tempio, con una fonte nel mezzo, ed impose rigorosa penna a chi danneggiasse gl'alberi piantati alle sponde di essa.

Istituì un nuovo Ordine di Cavalieri sotto la protezione della Madonna della Quercia con collana, e medaglia d'oro., in cui Sto arrivando! una parte era l'effigie di quella. e dall'altra il giglio, stemma di Sua Santità, detti perciò Cavalieri del Giglio.

Ampliò li privilegi della Fiera; e dichiarò, che il fabricar le Botteghe, con le pigioni, ed ogn'altro emolumento proveniente dal Campo di essa Fiera, appartenga per sempre alla detta Chiesa, e Convento.

Volle, che alcuni Poderi siano riguardati come bandite privilegiate,

E molti altri benefizii fece a questo Santo Luogo per l'affetto, e divozione, che gli portava, come dimostra anche in un suo Breve, spedito in Roma li  10 Giugno 1540 con queste parole volgarizzate: Noi dunque desiderando, che la Chiesa, e Convento di Maria SSma della Quercia, alli quali anche prima fosimo assunti al Pontificato, portavamo, siccome portiamo, un singolare affetto di divozione, sieno da noi decorati, di speciali prerogative etc. in attestazione di ciò,ordinò, che la sua Statua stasse per sempre avanti la sant'Imagine, come anchoggi si vede.

Giulio III, nell'anno primo del suo Pontificato che fu il 1550, di Giubileo universale, concesse a chi visitava questa Chiesa li 14 di Settembre del medesimo Anno Santo, tutte quelle Indulgenze, e grazie spirituali che godevano quelli, che personalmente visitavano le quattro Basiliche di Roma; e ciò per la parzialissima divozione, che sin quando era Cardinale ebbe a questo Santuario.

L'anno poi 1553  vedendo afflitta la Cristianità per la guerra tra' suoi Prencipi, e particolarmente nell'Italia, e Toscana, che brugiavano trà le discordie, e straggi continue senz'apparenza di rimedio, si portò in Viterbo con tutta la Corte per implorare l'ajuto da questa gloriosa Vergine col visitarla in persona, come fece spessissime volte in più mesi, che dimorò in essa Città: ed un giorno di Domenica vi tenne Cappella, celebrando solennemente la Messa, con lasciar poi li paramenti; de' quali fin'ad oggi si vede un paliotto di tela d'oro per l'Altare con la sua Arme.