Viterbo STORIA
Elisa Angelone

MADONNA DELLA CARBONARA
Titolo: Madonna con Bambino (Madonna della Carbonara)
Incisore: G. E. Gallieni13
Anno: post 1841
Materiale: Legno
Misure: mm. 160x68x23
Provenienza: Chiesa S. Maria della Carbonara o Cattedrale di S. Lorenzo, Viterbo

S. Maria della Carbonara

La chiesa di S. Maria della Carbonara dal XIII secolo apparteneva ai Cavalieri Templari.

Nel 1312, per ordine di Clemente V, tutti i beni dell’Ordine Templare passano ai Cavalieri Gerosolimitani14.

Dal 1574, è unita alla chiesa cattedrale di S. Lorenzo (“Strenna viterbese”, 1886, pp. 103, 106, 108-109, 114).

Nel 1662 viene completamente restaurata da Tiberio Montemellino, e poi di nuovo nel 1796 da Carlo Candida15.

Nel 1841 la chiesa è data in commenda ai Fratelli delle scuole cristiane detti gli “Ignorantelli”, l’edificio inizia la sua decadenza.

Nel 1879, soppressi gli ordini religiosi, anche l’ultimo custode della Carbonara viene richiamato dai superiori e, nel 1925, la chiesa viene chiusa al culto. Perché si chiama Madonna della Carbonara?

La spiegazione più condivisa è quella fornita da Andrea Scriattoli secondo il quale la chiesa della Carbonara prese questo nome perché fu costruita vicina ad una “carbonara” (carbonare erano quei larghi fossati costruiti a scopo di difesa e muniti di una robusta palizzata che si ergeva su uno dei cigli del fossato; intorno alla città di Viterbo furono scavate moltissime di queste carbonare specialmente all'epoca dell'assedio di Federico II (1243-44)16.

Il quadro di S. Maria della Carbonara

Il quadro, assegnato alla seconda metà del XII secolo, appartiene al gruppo cosiddetto della Madonna "Odigitria" (che conduce per via) ma è una variante perché sorregge con ambedue le mani il Bambino che è interamente circondato dalle braccia materne17.

Nel 1925 la sacra Immagine, già conservata e venerata presso il Santuario di S. Maria della Carbonara, viene trasportata al Duomo.

Nel 1986 il quadro viene rubato e il Capitolo della Cattedrale, d'intesa col vescovo, pone sull'altare del duomo una copia opera del pittore Alvaro Ricci18.

Poco tempo dopo l’opera viene ritrovata e restituita al culto dei fedeli.

La festa di S. Maria della Carbonara

La festa cadeva il 23 gennaio (sposalizio della Vergine) e poi l'11 ottobre (festa della Maternità di Maria). Per questo la S. Immagine era particolarmente venerata dalle giovani coppie di sposi19.

La devozione alla Madonna della Carbonara

Nel 1925 la sacra Immagine, già conservata e venerata presso la chiesa-santuario di S. Maria della Carbonara, viene trasportata al Duomo. 

In quella occasione una solenne processione si mosse dal Duomo per giungere alla chiesa della Carbonara, prelevare l’immagine e portarla al Duomo, accolta dall’omelia del vescovo Emidio Trenta. Le parole del vescovo valsero a risvegliare la devozione mariana nei presenti e nei cittadini di Viterbo.

Un racconto manoscritto di don Antonio Tarquini riporta: “E’ certo che con questo trasporto è stata quasi strappata una pagina millenaria della storia mariana della nostra città, è stata chiusa un’altra chiesa, anzi un venerando per quanto piccolo santuario, ed è parimente certo che se più viva fosse stata la nostra fede, se più che ad ammassare capitali non pochi nostri cittadini avessero volto il pensiero alle fonti de’ veri tesori, forse questa taumaturgica immagine non avrebbe dovuto abbandonare la casa che si era scelta per sua dimora e donde tante grazie aveva elargito”20.

Perché taumaturga?

Dal 1841, anno in cui la chiesa viene data in commenda ai Fratelli delle scuole cristiane detti gli “Ignorantelli”, l’edificio inizia la sua decadenza. Il superiore delle Scuole Cristiane “pensò essere conveniente togliere la S. Immagine di Maria da quel recondito tugurio e convertire la chiesa ad uso profano.

Ne parlò all’E.mo Card. Pianetti di ch. mem. allora Vescovo di Viterbo e vi ebbe in risposta che bisognava pensarci bene. Fu caso o ispirazione? Da quel giorno le sorti del piccolo santuario incominciarono a cambiare di aspetto. Una persona divota inconsapevole della proposta fatta, due giorni dopo chiese inopinatamente l’apertura della chiesa per venerare il simulacro della Vergine e a Lei raccomandarsi perché aveva quasi totalmente perduto la vista.

Fu subito secundata e così nei giorni seguenti finchè la povera persona afflitta ebbra di gioia proclamò di avere in grazia di Maria SS. Ricuperata la vista. A questa devota persona tenne dietro subito un’altra; alla seconda una terza; a questa una quarta, una quinta e cos’ di seguito, le quali vantarono di avere per grazia della gran Madre di Dio invocata sotto il titolo di S. Maria della Carbonara ottenuto dal Cielo favori e prodigi anche superiori all’ordinario andamento della natura”21.

La Confraternita dell'Annunziata

Già dal 1561 nella chiesa officia la Confraternita dell’Annunziata. Di questa si dice: “Sussisteva (…) altra Compagnia sotto il titolo della SS.ma Annunziata, ed aveva la sua residenza nella Chiesa di S. Maria in Carbonara, al presente [1785] Commenda de’ SS.ri Cavalieri Gerosolimitani, come da una testimoniale del Cardinale Giovanni Svevio in data li 27 marzo 1561.

Ridotta la medesima a pochi individui stabilirono unirsi con la Compagnia di S. Giovanni Battista del Gonfalone in Valle come infatti seguì con condizione, che nello stendardo del Gonfalone aggiungersi dovesse per memoria di detta Compagnia l’Immagine della SS.ma Annunziata come dall’istrumento d’unione rogato Onorato Sermattia li 17 Giugno 1581”. (Visita Gallo, 1785, vol. III, c. 440)

13 Dell'incisore sono riportate notizie nella seconda metà del XIX secolo [http://www.lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/]

14 N. Bagnarini, Relazione presentata in occasione del Convegno: Santa Maria in Carbonara e la residenza dei Templari a Viterbo, Viterbo, Centro di documentazione, 26 ottobre 2012. 15 Ivi.

16 S. Del Ciuco, La cattedrale di Viterbo, Viterbo, 1986, p. 104.

17 Ibidem, p. 103.

18 Ibidem, p. 104.

19 Ibidem, p. 103. La devozione alla Madonna della Carbonara

20 L’Antica chiesa di S. Maria in Carbonara, ms. di Antonio Tarquini elaborato su manoscritti di don Luca Ceccotti, Cedido, Miscellanea 11.

21 A. Tarquini, L’antica chiesa di S. Maria in Carbonara, 1927, pp. 10-11.

Tratto da: http://www.centroricerchealtolazio.it/files/Mostra-Lastre-ImpaginatoDEF.pdf