Viterbo STORIA
Claudia Proietti Ragonesi

Percorso Salcini & i Colori di Salcini, questi i due eventi organizzati dall’Ordine degli Architetti di Viterbo per riscoprire le architetture di uno dei protagonisti della ricostruzione di Viterbo dopo la Seconda Guerra.

Tra le realizzazioni di Rodolfo Salcini (Viterbo 30 agosto 1911 – Roma 2 maggio 1991), vanno menzionate il restauro di palazzo Santoro in piazza Verdi, di impianto rinascimentale, la ricostruzione di palazzo Bonelli, distrutto dai bombardamenti aerei del 1944 e ultimato nel 1949, più un significativo gruppo di opere realizzate alla fine degli anni Cinquanta:

l’ex UPIM in via Matteotti (1958), l’edificio in piazza dei Caduti (1960) e il fabbricato in piazzale Gramsci fuori Porta Fiorentina, questi ultimi aventi il corpo scala come principale elemento di connotazione; la chiesa di S. Giacinta Marescotti in piazza della Morte, edificata ex novo sulle rovine del tempio, distrutto durante la seconda guerra mondiale, già dedicato a S. Bernardino ed inaugurata nel gennaio 1960.

Agli anni Sessanta risalgono infine la villa Quadrani in via S. Giovanni Decollato e l’edificio per uffici in viale Trento.

Nella città di Viterbo il nome Rodolfo Salcini è legato anche alla Macchina di S. Rosa: nel 1952 Salcini realizzò infatti un nuovo modello che non incontrò il favore dei Viterbesi.

Molti viterbesi si ribellarono alla “Macchina” di Salcini, non condividendo l’”innovazione rivoluzionaria” del giovane architetto. Salcini eliminò il tradizionale impianto gotico, il traliccio in legno ed i lumini a cera in favore di un’intelaiatura di metallo leggero ed un’illuminazione cangiante al neon per simulare una pioggia di rose. La “Macchina” di Salcini, seppur radicalmente innovativa e poco apprezzata, fu frutto di un attento studio dell’ambiente scultoreo e dell’architettura viterbese, case e fontane soprattutto.

La “Macchina” venne contestata a tal punto che alcuni proposero una sottoscrizione popolare per far passare, mezz’ora dopo quella ufficiale, una seconda “Macchina” con uno dei modelli non premiati. Altri proposero una sottoscrizione privata per realizzare una “Macchina” con i bozzetti esclusi.

Lo scultore Francesco Coccia, collaboratore di Salcini, chiese il sequestro della “Macchina” all’autorità giudiziaria perché la realizzazione di alcune figure non era stata conforme al progetto: gli angeli erano più “carnosi” che mistici. Per il bene di Santa Rosa l’istanza venne ritirata in tempo a fronte di un equo indennizzo stabilito da un’apposita commissione di artisti di “chiara fama”.

Trasferitosi poi a Roma nel 1964, Rodolfo Salcini fu autore anche nella capitale di realizzazioni di rilievo, tra le quali l’Hotel Ergife ed il Rome Airport Hotel Palace di Fiumicino (1970). Salcini fu anche un apprezzato pittore: molti i premi ed i riconoscimenti conseguiti in un percorso artistico che, malgrado l’intensa attività professionale, non conobbe interruzioni.

Tra le numerose mostre personali e collettive si ricorda quella allestita a Viterbo negli anni Settanta presso la ex chiesa di S. Croce dei Mercanti, con 180 opere, tra oli ed acquerelli, eseguite nell’arco di un quarantennio.

Il Percorso Salcini, una passeggiata – racconto alla scoperta delle opere dell’architetto Salcini, avrà inizio domenica 16 settembre alle 9.30 nei pressi di Santa Maria della Peste, con appuntamento in Piazza dei Caduti, e si concluderà con l’inaugurazione – alle ore 12.00 - della mostra di pittura i Colori di Salcini presso la Bottega delle Arti in Via San Pellegrino 116.

La partecipazione al Percorso Salcini e l’ingresso alla mostra i Colori di Salcini sono gratuiti.

Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere a:

Segreteria Ordine, via Vittorio Veneto n. 1/E – 01100 Viterbo

Tel. 0761/222822 – Fax 0761/322546 – Mail Segreteria: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

 

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