Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli

 

                              La Fiera della Quercia agli inizi del 1900 (Archivio Mauro Galeotti)

La Madonna della Quercia libera dalle offese da parte degli animali, coloro che le chiedono aiuto.

L’Anno 1629 Gio.[vanni] Domenico di Stefano da Bomarzo, guidando alcuni Bovi, che strascinavano i travi,

e attraversatasegli una fune ne’ piedi, cadde sotto detti animali, quali spauriti correvano calpestando, e tirandosi dietro detto Gio.[vanni] Domenico; e questo vedendosi in tanto pericolo invocò in ajuto la Madonna della Quercia, e subito li Bovi si fermarno, ed egli uscì di sotto a’ loro piedi libero.

Nell’1633 venuto da Vallerano a questa Fiera della Quercia Giovanni Pasetti Milanese, nel voler smontare [dal cavallo] gli restò attaccato il piede alla staffa, ed il Cavallo, che era polledro, adombratosi, con molta furia lo strascinava ora da una, ora dall’altra parte della Fiera, tirandogli calci, e balzandolo fra sassi, legnami, ed altri materiali.

Si ricordò della vicina fonte di grazie Maria SS.[antissi]ma della Quercia, ed a lei con tutto lo spirito facendo ricorso, il Cavallo subito fermatosi, poté levare il piede di staffa; e quando il popolo si credeva fosse tutto fracassato, lo vedde alzarsi in piedi senza minimo nocumento, e correre alla Chiesa per rendere grazie.

Intorno all’anno 1640 Sebastiano Grossi da Montefiascone salito sopra una Polledra Cavallina per domarla, fu da questa gettato a terra, e precipitato da un’alta rupe fra sassi, e spine; dove rimasto per una gross’ora privo di sensi, e come morto, fu dalla Sorella, e dalla Moglie, che vi accorsero, invocata per lui la Madonna della Quercia, e subito rivenuto in sé, alzossi sano, e libero, come se nulla gli fosse accaduto.

Anche Cosimo Pennacchi Notaro di Viterbo venne a ringraziare la Madonna, perchè cadutogli sotto un Polledro, che cavalcava nel passare una forma mentre andava a caccia, e da quello, che si alzò spaventato, essendo strascinato per un piede rimasto nella staffa, subito che invocò il di lei nome, fu lasciato libero.

Il simile avvenne a Bastiano Scatizza Viterbese, perchè strascinato fra sterpi, e sassi per la strada di Bracciano da Cavallo, subito che si raccomandò alla Madonna, si rompè lo staffile, benchè forte della staffa, che lo teneva, e s’alzò senza nocumento alcuno.

Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 238-240)

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