Viterbo STORIA (I parte)
Alessandro Gatti

 Il 29 aprile scorso si è tenuta presso la sala Giovanni Paolo II di Piano Scarano a Viterbo quella conferenza, per buona pace di tutti coloro si professano puristi della cultura latina, che ha reso onore e giustizia all’immensa eredità che ci ha lasciato il popolo etrusco e chi l’ha preceduto.

L’Associazione culturale “Agens cultura” ha, infatti, organizzato un evento dal titolo “Dalla rivoluzione neolitica all’uso dei metalli e all’introduzione della scrittura nel viterbese”.

A fare da relatori il Professor Giuseppe Occhini, per quanto riguarda la parte della preistoria fino alla civiltà di Rinaldone, ed il Dott. Pietro Tamburini per quanto riguarda la parte relativa agli scavi sugli Etruschi e all’introduzione della scrittura nel viterbese.

Con il sapiente intervento del professor Occhini si è potuto assistere al percorso evolutivo dell’uomo, schiavo degli sconvolgimenti climatici caratteristici di oltre due milioni di anni fa, nel Quaternario.

Il Quaternario, o Neozoico, fu per l’appunto caratterizzato da numerose glaciazioni e da un’instabilità climatica tale da costringere i primi uomini a spostarsi a seconda di dove gli animali, che erano soliti cacciare, si recassero. Di questo periodo sono testimonianza i primi utensili, manufatti in pietra di grezza lavorazione.

Dodicimila anni fa terminarono le glaciazioni e, come sapientemente ha ripercorso il Professor Occhini, gli uomini iniziano a stabilirsi e ad adattarsi ad una nuova fauna. Grazie allo scioglimento dei ghiacciai le acque dei mari, che si erano ritirate per effetto delle glaciazioni, andarono a ricoprire certe terre ed altre ancora divennero abitabili. I nuovi climi permisero l’allevamento e le prime coltivazioni.

Tra Paleolitico e Neolitico, in quello che è definito dagli storici come Mesolitico, si poterono coltivare frumento ed orzo, il che segnò un passaggio importante nella storia dell’uomo: dalla raccolta nacque e si sviluppò la coltivazione. Di qui si iniziò a lavorare la pietra per costruire recipienti atti alla conservazione e non più solo ed esclusivamente strumenti per la caccia. Dopo il rapido viaggio preistorico del Professor Occhini che ha spiegato, tra le altre cose, anche le straordinarie teorie sulla svolta rappresentata dal periodo Neolitico, si è arrivati a parlare delle decorazioni sugli oggetti rinvenuti negli scavi e dai quali, con immensa sorpresa, si è scoperto che di fatto già dal Paleolitico si decoravano oggetti.

Tra le altre cose si sono rinvenute delle ossidiane nel Lazio e questa pietra non è presente nella nostra regione. Questo strano aspetto indurrebbe a pensare che già nel Neolitico vi fosse la navigazione e che masse di popolazioni si spostavano e si incontravano. Come precisato alla conferenza non si hanno prove degli spostamenti umani, ma questi sono dedotti dalla presenza di oggetti non caratteristici dei posti dove sono stati ritrovati. Ad esempio nel Lazio sono state per l’appunto rinvenute ossidiane turche.

Massimo stupore nell’ascoltare alla conferenza che, di fatto, con la civiltà di Rinaldone, può dirsi avere inizio un PRELUDIO di metallurgia. Come sapientemente ha fatto notare il Professor Occhini non si può propriamente parlare di metallurgia perché ancora non era usato lo stampo, ma sicuramente i ritrovamenti mostrano un’arte ed una ricerca nella lavorazione dei metalli.

Prima questi ultimi venivano riscaldati e poi martellati per darvi la forma desiderata. Molti insistono nel ritenere che la metallurgia sia appartenente all’Età del bronzo ed è infatti così, ma di sicuro la sua origine è molto prima. Come ha sostenuto Occhini già con l’Età del rame vi erano delle ristrette cerchie, potremmo dire una sorta di eletti notabili alchimisti, che sapevano ricercare i minerali, li sapevano trasformare in metalli e, quindi, questi primi metallurgi erano dei veri e propri scienziati.

Nella tomba dei Rinaldoniani presso Zepponami sono state rinvenute asce, alabarde, coltelli, mazze. Ovviamente con l’età del rame non cessò la lavorazione della pietra che, anzi, venne raffinata e migliorata. Dire che dal nulla nell’Età del bronzo esplose la metallurgia, sarebbe come se tra migliaia di anni i posteri affermassero che le macchine sono nate con il motore a scoppio negando l’esistenza della macchina a vapore.

Ancora una volta, quindi, abbiamo la conferma che i progenitori degli Etruschi hanno gettato le fondamenta di quelli che saranno alcuni tra i passi più decisivi nella storia dell’evoluzione umana.

Fonti:

  • Conferenza Agens cultura, 29 Aprile 2016, Professor Occhini,  Dalla rivoluzione neolitica all’uso dei metalli e all’introduzione della scrittura nel viterbese”.

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