Viterbo STORIA I Pelasgi, mito, storia, origini e discendenza
Alessandro Gatti

 Mura pelasgiche

Prima degli Etruschi furono i Pelasgi e prima di loro lo splendore di Atlantide.

I Pelasgi, popoli dei mari e antenati degli Etruschi, rappresentarono il primo esempio di “civiltà multietnica”, secondo la moderna accezione di “melting pot”.

Secondo antiche narrazioni mitologiche i Pelasgi furono gli eredi della perduta Atlantide e da loro originarono gli Etruschi. Quest'ultimi saranno gli ultimi custodi del tesoro della mitica civiltà del mare.

I Pelasgi, mito, storia, origini e discendenza

Il nome “mare Mediterraneo” sta a significare mare “in mezzo alla terra”, poiché si vede circondato da terre continentali come fosse un enorme lago.

Furono le civiltà arcaiche dei mari a tracciarne la rotta millenni or sono, abbozzando le gesta dei popoli e delle civiltà a seguire. Grandi navigatori e custodi del tempo, provenienti da Africa, Europa, Asia.

Un vero e proprio “melting pot” di culture differenti, ma accomunate dal profondo legame con il mare e la Grande Dea Creatrice, connessa al culto delle acque e sposa di un Dio Toro fecondatore; simbolo di potenza, prosperità e virilità, legato al culto della Terra.

Questi popoli vennero chiamati Pelasgi, iniziatori di una civiltà marina che serbava seco i segreti della navigazione, della tecnologia, di culti e tradizioni perse nei secoli. L'epoca della decadenza di questa armonica commistione di perfezione culturale e sociale si ha nell'età del Bronzo; il secondo millennio prima di Cristo.
Nella fase finale dell'antica civiltà dei mediterranea ricordiamo alcune date importanti consegnate alla nostra Storia.

-    1800 a.C Invasioni indoeuropee
-    1700 a.C Hyksos invado l'Egitto
-    1450 a.C Caduta di Creta e dell'Impero Minoico - implosione del vulcano di Santorini
-    1200 a.C Invasioni indoeuropee
-    1180 a.C Caduta di Troia
-    1100 a.C Invasione dei Dori
-    1000 a.C Grandi migrazioni nel Mediterraneo: Greci, Etruschi, fino ai Romani

Con “antica civiltà mediterranea” non si intende un unico organismo socio politico, ma piuttosto una vera e propria confederazione di popoli del mare. Questi percorrevano rotte commerciali per insediarsi in avamposti, porti, empori e luoghi di culto.
La loro leggendaria origine risale alla mitica Età dell'Oro, Era persa nella notte dei tempi di cui solo la leggenda conserva memoria.

I Pelasgi furono una vera e propria cultura multietnica che seppe fondere armoniosamente  diverse culture e patrimoni sociali. Quelli che di essi si insediarono in Italia furono Siculi, Tirreni, Sardi. I Pelasgi della Grecia furono invece Ioni, Egei, Arcadi, Argivi, Traci, Illirici.
Altri, di più dubbia origine, furono Cretesi, Iberici, Fenici, ed altri popoli del Mediterraneo.
La civiltà dell'Antico Egitto, risalente al 3000 a.C, ebbe una grande influenza sulle culture del Mediterraneo.

Il mistero della città sommersa
Secondo antiche narrazioni mitologiche i Pelasgi sarebbero stati gli eredi diretti della leggendaria città sommersa di Atlantide.

Nella storia arcaica sono numerosi i diluvi di proporzioni catastrofiche che hanno spazzato via i popoli antichi. Trattasi di un insieme di allegorie, miti, simbolismi, liofilizzatisi nel corso dei millenni nelle fitte trame della Storia.

Dodici mila anni or sono vi fu un ultima glaciazione che riconfigurò i tratti della civilizzazione. Probabilmente tra il VI ed il IV millennio avanti Cristo, e in anni più vicini, verso la metà dell'età del Bronzo, attorno al 1450 a. Cristo, terremoti e vulcani devastarono Creta ed altre isole e coste nel mar Egeo.

Famosa è l'implosione del vulcano di Santorini, che fu la causa scatenante questi sconvolgimenti idro-geologici. In questo scenario apocalittico, secondo il mito, venne sommersa la città di Atlantide.
Lo stesso Platone, nel Timeo, racconta che i sacerdoti egizi avevano riferito al saggio Solone che i Greci ricordavano un solo diluvio mentre gli Egizi, ben più antica come civiltà, conservavano la memoria di numerosi altri cataclismi.

Oggi il mito di Atlantide ha catalizzato rimembranze di molteplici diluvi e catastrofi naturali, le quali potrebbero motivarne la scomparsa e non escluderne la possibile, se pur dubbia, esistenza.
Quella civiltà che appare essere più vicina al modello atlantideo sembra l'antico popolo del Mediterraneo che terminò durante l'Età del Bronzo.

Questo potrebbe affondare le sue radici in un epoca ricollegabile alla mitica età dell'Oro; ben  oltre i confini della Storia a noi conosciuta, prima ancora della preistoria e prima che il ciclico divenire riavvolgesse il tempo dell'uomo al suo preistorico preludio.

Le antiche caste sacerdotali, dopo quella storica civiltà Mediterranea, vennero soppiantate da una cultura aristocratica e guerriera. Il ruolo della donna, detentrice dei segreti delle arti e prima ministra della società civile, venne ridimensionato.


I Giganti
Si parla dei Pelasgi come di “Giganti”; termine usato anche per apostrofare gli abitanti della civiltà di Rinaldone.

Nel caso dei Pelasgi la loro grandezza è riferita al modello culturale che essi hanno rappresentato. Vennero apostrofati come dei “Giganti”, per l'immensità del sapere che custodivano.
Ispirati al culto della Grande Dea della Terra e del Mare, glorificati all'ombra del Dio Toro, furono gli anticipatori del genere umano e di tutto quello che esso produrrà nel tempo.

La loro civiltà venne occultata perché renderla nota avrebbe significato mettere in discussione il principio base su cui ogni dominazione si fonda: l'ignoranza.

Ateniesi e Romani, stando alle ricerche condotte da Giovanni Feo, e alla tesi da lui elaborata, fecero di tutto per occultare il retaggio di sapere dei “Giganti”.

Trovarono più conveniente fondare il predominio sulle logiche del potere e della dominazione; inventarono Dei ed eroi mitici perché sotto la loro egida si potesse consacrare la legittimità di un potere assoluto e di un controllo sulle menti.

Creare delle leggende e delle favole con cui mascherare la realtà dei fatti.
Offrire al popolo latino e greco una versione delle origini che fosse falsa e di difficile comprensione.

Nell'ignoranza del popolo trovarono gli ingredienti per l'oppio dell'obbedienza: cieca e reverenziale. Greci e Romani poterono così tenere sotto controllo i loro popoli, dopo di loro arrivarono i cristiani che professarono il culto del Dio Unico.

La civiltà Etrusca rappresenta, in Italia, l'ultima testimonianza che eredita l'antico retaggio del mondo Mediterraneo. L'ultima a trasmettere e tramandare l'esistenza e il vissuto dell'Età del Bronzo.

Incentrata sul culto della Madre Terra e del suo splendido corpo: montagne, vallate, sorgenti, boschi sacri: paradiso ultraterreno e divino di cui l'umana esistenza ha avuto il dono dell'esperienza.

Probabili custodi di un tesoro segreto che, forse, risiede proprio nei doni della natura e nella capacità che ha l'uomo di inventare, scoprire, ideare e ricominciare.

Ricominciare ogni volta, secondo le logiche dell'eterno ritorno e del ciclico divenire, il suo percorso di ascesa e di sviluppo culturale, scientifico e tecnologico.


Bibliografia:
Giovanni Feo-  Miti, segni, simboli etruschi
Giovanni Feo- Prima degli Etruschi
Giovanni Feo- Miti Etruschi

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