Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli 

Stampa del 1800 con i miracoli della Madonna della Quercia

Nell'Anno del Signore 1517 una giovine di Caprarola per nome Margarita, onestissima, e molto divota della Madonna della Quercia, aveva per marito un tal Fabiano Rossi, Uomo furioso, e bestiale, che trattandola come Schiava, con bravate, ingiurie, minaccie, e percosse, gli faceva ben spesso servire per bevanda le lagrime, e per pane il bastone.

Accadde un giorno, che, mancando a quello alcuni denari, n’incolpasse, e maltrattasse perciò con parole, e con fatti la povera Moglie, e perche questa innocente diceva non saperne cosa alcuna, adesso il confesserai, rispose il Marito, e legateli con una fune doppia da una parte le mani, e dall'altra i piedi, con tortoro tanto rivolse, e strinse la fune, che con i piedi li fece toccare la bocca; e perche quella non poteva dire ciò, che non sapeva, non contento si gran strazio, e tormento, preso un martello, tanto barbaramente la percosse nelle tempie, finchè la vidde morta.

Accorsero i vicini, e parenti al funesto spettacolo, e riconosciuta già passata all'altra vita, dopo aver dato sfogo al pianto, e lagrime di compassione, fecero venire la bara, e accomodatovi sopra quel Corpo, s’andavano disponendo le cose per darvi sepoltura.

Era già stato sei ore così esposto, quando sopragiunse la Madre che solo si aspettava, e veduta morta la figlia, diè nelle smanie, riempiendo l'aria di lamenti, pianti, e strida; e da queste alquanto quietata, si rivolse alla Madonna della Quercia, e così parlò Voi Vergine Santissima ben sapete l'innocenza di mia figlia, e quanto fosse vostra divota; permetterete voi, che chi visse sotto il vostro patrocinio, soggiaccia a sì grand’infortunio? A voi non manca il modo, e potere. Movetevi dunque a pietà, e ritornate invita questa mia, e vostra figlia.

A queste ed altre simili voci Margarita aprì gl’occhi, e levatasi a sedere, sia ringraziata, disse, la Madonna della Quercia, che mi ha restituita la vita; e scesa dalla bara, mostrò prima a tutti il capo infranto dalle martellate perfettamente sanato.

Nè quì finirno le grazie di Maria tanto prodigiosa in questa sua Imagine; poichè fatto ritrovare al barbaro Fabiano il denaro smarrito, e riconoscere l'innocenza della Moglie; questo confuso per sì gran miracolo, s‘umiliò, domandò perdono, fece penitenza, corresse la su fierezza, e visse sempre in pace con la Consorte.

Si vede anch’oggi in questa Chiesa la Statua con mani, e piedi legati, e martelli in testa.

(Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 80)

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