Messina STORIA
dott. Giuseppe Di Prima

Storia della medicina naturale - parte quinta
Storia della medicina naturale - parte quarta
Storia della medicina naturale - parte terza

Storia della medicina naturale - parte seconda

Storia della medicina naturale - parte prima

In tempi relativamente moderni i principi attivi delle piante sono stati conosciuti, descritti con precisione, catalogati ed isolati, ampliando e perfezionando le loro applicazioni in terapia.

Si è potuta anche stabilire la correlazione esistente tra la struttura chimica e l’azione fisiologica, per quanto i progressi della chimica abbiamo reso possibile non solo l’estrazione dei loro principi attivi ma anche la sintesi artificiale.

I principi attivi individuati ed isolati nelle piante officinali sono stati quindi riprodotti dalla chimica di sintesi, che ha ottenuto anche derivati con molecola modificata, così da esaltarne l’azione curativa e, soprattutto, costi irrisori.

Ciò ha fatto sì che l’uso dei fitoterapici naturali sia stato gradualmente abbandonato. Poiché si assottigliò tra i viventi il numero dei medici che avevano studiato sui trattati fondati sui farmaci fitoterapici, si ridussero gradualmente le prescrizioni di questi farmaci e la loro presenza nelle farmacie, pur continuando a sopravvivere nelle erboristerie come medicina popolare.

Le piante hanno conservato la loro importanza di fronte alle numerose sostanze di sintesi, fisiologicamente molto attive, ma i cui effetti secondari sono qualche volta imprevedibili.

Il medicamento vegetale è generalmente meglio tollerato dall’organismo. Al farmaco chimico di sintesi, su cui oggi è fondata la moderna medicina farmacologica, vengono sempre più contrapposti prodotti naturali che costituiscono la FARMACOGNOSIA. Ma la farmacognosia non fa assolutamente parte dell’altra medicina o medicina alternativa, o come viene impropriamente definita medicina non convenzionale, perché è una sezione della farmacologia scientifica insegnata a livello accademico.

La farmacognosia è infatti un esame obbligatorio nel corso di LAUREA IN FARMACIA e invece facoltativo nel corso universitario di MEDICINA.

E’ pertanto errato considerare la fitoterapia come medicina non convenzionale, anche se i medici, non per loro colpa, la ignorano.

La fitoterapia è ancora oggi di grande attualità; le piante medicinali vengono inoltre adoperate come materia prima per la preparazione di principi attivi semi-sintetici, Negli ultimi decenni si è verificato un ritorno ai preparati di erboristeria per sostituire i farmaci di sintesi. Ci si rivolgono quasi 13 milioni di italiani.

I dati diffusi nel Rapporto Italia 2017 di Eurispes – e rilanciati da AMIOT, l’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia - sottolineano una crescita esponenziale che si allinea con i trend europei di diffusione delle Medicine Alternative.  

Nel 2000 erano poco più di 6 milioni; le preferenze vanno alla omeopatia e alla fitoterapia.  

Oltre un italiano su 5 (il 21,2% della popolazione) fa uso di medicinali non convenzionali (con un +6,7% rispetto al 2012). Quando si decide infatti di non affidarsi alla medicina tradizionale, ci si orienta sulla fitoterapia.

L’aumento della fiducia nei confronti delle cure alternative è stato tale che se si fa un raffronto con i dati storici si scopre che in questi anni sono più che raddoppiati: oggi scelgono le medicine non convenzionali ben 12.861.000 di cittadini, mentre nel 2000 erano poco più di 6 milioni.

Il rapporto offre uno spaccato sui comportamenti, gli usi e le tendenze degli italiani nei confronti di un settore che, nonostante la crisi, continua a crescere ed essere utilizzato sempre di più da parte degli italiani.

Come rilevato dal rapporto Eurispes l’incremento del ricorso alle medicine alternative è un dato assodato a livello nazionale grazie a una presa di responsabilità sempre più rilevante delle famiglie e degli individui sul proprio stato di salute, all'autodeterminazione della scelta terapeutica, ma soprattutto a modalità relazionali medico/paziente più sensibili alle esigenze del paziente. 

L’Italia quindi con questo dato rientra tra i Paesi Europei che hanno maggiormente sviluppato nella popolazione questa consapevolezza: in Europa, non meno di 100 milioni di persone fanno regolarmente uso di prestazioni sanitarie di medicine alternative a livello preventivo e curativo.