Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli 

L'immagine della Madonna della Quercia in una xilografia del 1636

L'anno 1707 Gio:[vanni] Battista Monticelli Orefice di Viterbo portò in questa Chiesa [di santa Maria della Quercia] una tavoletta con cinque figure d'Argento,

quattro delle quali rappresentanti quattro suoi figliuoli liberati da pericolose infermità per intercessione della SSma Vergine, e l'altra rappresentante un altro suo figlio chiamato Arcangelo d'anni quattro per una grazia singolare; ed è, che scherzando il fanciullo con un bracciolo di ferro di libre sei, pendente dietro una porta, li cadde quello tanto impetuosamente sopra d'un'occhio, che lo faceva spasimare di dolore.

Accorsa la Madre, e vedendo l'occhio guasto e un grand'umore concorsovi, invocò la Madonna della Quercia, e ricordandosi avere in Casa della bombace, con che era stata ripulita la Santa Imagine, con fede, e divozione toccò con essa la parte offesa, e dove toccava visibilmente mancava il tumore, finché l'occhio non solo non rimase offeso, ma appena si conosceva il segno della percossa.

(Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 229)

Ma ecco la descrizione dello stesso miracolo, un po' più meticolosa, riportata da Gianfranco Ciprini tratta dall'archivio della Madonna della Quercia.

A dì 4 ottobre 1707

Portò a questa chiesa il signor Giovan Battista Monticelli orefice, e cittadino di Viterbo una tavoletta con cinque imaginette d’argento per havere ricevuto cinque gratie particolari dalla Beatissima Vergine, cioè quattro d’infermità pericolose, dalle quali per intercessione della Madonna Santissima della Quercia furono liberati quattro suoi fili et una che fu singolare in uno suo figliuolo per nome Arcangelo in età di tre anni e mezzo in circa, quale scherzando con un bracciolo di ferro posto dietro una porta al peso di sei libre e più, gli cadde impetuosamente sopra un occhio, facendoli sentire gran dolore, e naturalmente parlando l’haverebbe perduto, se la sua signora madre Maddalena Falò, non fosse accorsa con invocare la Madonna Santissima della Quercia, et applicare sopra l’occhio percosso parte di certa bambace che si trovava in casa portata da detto signor GiovanBattista pochi giorni prima, in occasione che haveva accomodato la santa cappella per porre le corone d’oro alla Santa Immagine, e con essa bambace haveva ripulito detta Santa Imagine, quale applicata, non solo non restò offeso in alcun modo l’occhio del bambino; ma appena se conosceva il segno della percossa.

Il tutto narrò in questa chiesa in presenza del signor Antonio Peruzzi viterbese, e del signor Francesco Moltoni da Bagnaia, e del signor Domenico Cordeschi parimente da Bagnaia, quali tutti si sottoscrissero et in fede.

Soggiunse che essendo gonfiato e concorso molto humore, secondo veniva toccando con detta bambace visibilmente si dissipava il tumore. In fede

Fra Giovan Antonio Manelli sagrestano maggiore mano propria

Io Giovan Battista Monticelli esposi quanto sopra mano propria.

Io Francesco Moltoni fui presente a quanto sopra mano propria.

Io Domenico Cordeschi fui presente a quanto esposto di sopra mano propria.

Io Antonio Peruzzi fui testimonio mano propria.

1707 Arcangelo Monticelli e fratelli, A.S.M.Q. vol.127 cc.38v-39

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