Viterbo STORIA DEL LIBRO, DELLE LEGATURE (Quinta e ultima parte)
Mauro Galeotti

Lucia Maria Arena, titolare dell'Antica Legatoria Viali di Viterbo  mentre con un "ferro" imprime il titolo su un dorso

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Nell'estrazzione della Palla degl'lll.mi ed Eccmi Sig.ri Conservatori.
Manoscritto del sec. XVII con miniature tra cui due stemmi quelli del Comune di Viterbo e del cardinal Ruffo.
Giuramenti che prestano, e promesse che fanno gli Eccellentissimi Signori Conservatori della Città di Viterbo negl'ingressi loro, tre pagine a stampa, 239 x 171 mm.
Legatura degli inizi del XVIII secolo, in marocchino marrone, alle armi sul piatto anteriore della Città di Viterbo in oro su quello posteriore del cardinale Gualterio in oro. Sui bordi cornice a tre fili d'oro con all'interno cornice dentellata sempre in oro. Fregi floreali agli angoli con cornice dello stesso motivo della precedente. Sui piatti sono presenti fori per fermagli
in seta. Risguardie in carta marmorizzata a pettine del tipo old Dutch.
Biblioteca Comunale degli Ardenti - Coll. Sala II C 4 - 2

Glossario

Acefalo: libro privo di frontespizio o delle prime pagine.

 

Aldi o ferri aldini: ferri a forma di foglia d'edera stilizzata usati per la decorazione dorata delle legature. Sono attribuite ai Manuzio che li idearono per le legature veneziane del Cinquecento. L'ideazione degli Aldi vuoti sono attribuiti a Tommaso Maioli, mentre quelli tratteggiati (azzurrati) a Geoffroy Tory.

 

Alette: strisce di carta incollate sul dorso, negli spazi tra i nervi, e servono per unire il libro alla copertina. Su di esse si fissano i nodi della cucitura.

 

Anepigrafo: libro senza frontespizio, anepigrafa è un'opera senza titolo.

 

Angolo: punta dei piatti delle copertine dei libri in corrispondenza della congiunzione del taglio di testa e di quello del piede con il taglio davanti.

 

Antiporta: pagina figurata che nei libri del Seicento e del Settecento spesso precede il frontespizio. E' una tavola che reca il titolo dell'opera, l'anno di stampa e si può trovare sia sul recto che sul verso della carta.

 

Lucia Maria Arena e Kolb Hans Rainer titolari dell'Antica Legatoria Viali di Viterbo

Asse: tavoletta in legno che costituisce il piatto nelle legature medioevali.

 

Azolo, azulo, azullo, asolo: fermaglio delle antiche legature in metallo o in cuoio.

 

Banda: vedi nastro.

 

Barbe: sfilacciatura della carta dei tagli non sottoposta a rifilatura.

 

Bazzana o bazana: pelle ovina liscia, semplicemente conciata e lasciata nel colore naturale o tinta in colore. Si riconosce per le piccole spellature che si presentano dopo l'uso, infatti non è molto resistente.

 

Bindella o correggia o legaccio: laccio in cuoio o stoffa che legato tiene serrato il libro. Se ne possono trovare fino a quattro coppie per libro.

 

Borchia e borchietta: testa di chiodo di varie forme e metalli posta agli angoli e al centro dei piatti. Serve da protezione della coperta e sostegno quando il libro è poggiato su uno dei due piatti.

 

Brachetta, braghetta: strisciolina di carta che si usa per fissare i fogli senza marginatura e consentire la cucitura.

 

Brochure o alla rustica: legatura di semplice carta o leggero cartone.

 

Bulgaro: cuoio di Russia lucido, color granata, usato nelle legature di lusso.

 

Cammeo: medaglione impresso a rilievo, con un ferro speciale, al centro dei piatti delle legature rinascimentali, a volte dorato e più raramente colorato.

 

Camoscio: pelle dell'antilope rupricapra. E' resa vellutata e morbida grazie ad una speciale conciatura, quando il procedimento di conciatura è eseguito su altro tipo di pelle questa è detta scamosciata.

 

Campo o specchio: parte del piatto che si trova all'interno di una cornice, di un festone o di una fascia.

 

Cantonale: angolo metallico, di solito d'ottone, applicato a protezione degli angoli dei libri con i piatti in legno.

 

Capitello: cordoncino di rinforzo in vari colori che deborda leggermente ai due estremi del dorso del libro, un tempo era usato come rinforzo, oggi è solo ornamentale. Può essere fermato alle assi o al supporto della copertura dei piatti. Carta da guardia: vedi fogli di guardia.

 

Cartapecora: vedi pergamena.

 

Cartone o supporto: base rigida su cui è fissato il materiale di copertura dei piatti. Può essere in legno, cartonato o di cartone vero e proprio.

 

Casella: vedi scomparti o compartimento.

 

Cassa: vedi unghiatura.

 

Celle o tavole: due assicelle che costituiscono le parti superiore e inferiore delle legature medioevali.

 

Cerniera: striscia di carta o altro materiale incollata all'interno del morso fra il risguardo e la carta di guardia.

 

Compartimento, comparto o casella: spazio sul dorso compreso tra un nervo e l'altro.

 

Conchiglia (ferro a...): decorazione metallica che si trova spesso nelle legature settecentesche (Derome), come rinforzo d'angolo.

 

Controguardia: carta di guardia che si incolla sull'interno del piatto anteriore e di quello posteriore, detto contropiatto.

 

Contropiatto: faccia interna del piatto, prende il nome di contropiatto anteriore o posteriore a seconda di quello a cui si riferisce. Su di esso si incollano, di norma, la prima e l'ultima carta di guardia.

 

Copertina o coperta: involucro che può essere di legno, cartoncino, tela, pelle che serve per proteggere e tenere unite le pagine del libro.

 

Cordelle e stringhe: le prime sono per lo più di seta, le seconde di cuoio. Erano attaccate sui piatti e servivano per tenerli ben chiusi per evitare l'infiltrarsi della polvere o degli insetti.

 

Cornice: ornamento miniato, xilografico, calcografico che contorna alcune pagine dei manoscritti o dei libri a stampa. E' anche il motivo decorativo, in genere semplice, disposto parallelamente ai lati del piatto.

 

Corpo del libro o compagine: insieme delle pagine che compongono il libro.

 

Cucitura: serve per tenere uniti i fascicoli del libro, può essere fatta a mano o a macchina con filo o con punti metallici, o solamente con colla al dorso, in questo caso è denominata all'americana.

 

Cuffia: ripiegatura della coperta sul dorso all'altezza dei capitelli di testa e di piede. La sua funzione è quella di aumentare la resistenza in una delle parti più soggette a rottura allorquando si estrae il libro dallo scaffale.

 

Culatta o culaccio: dorso (vedi) del libro.

 

Dentello: elemento della decorazione che ricorda il merletto o il pizzo, è spesso utilizzato per abbellire l'unghia.

 

Doratura: decorazione eseguita utilizzando foglia d'oro e può essere eseguita a mano, meccanicamente o a trancia (vedi). Doratura alla fiorentina: pirografia su oro.

 

Doratura del taglio: libro con le pagine nel taglio dorate.

 

Dorso, culatta o fondello: parte del libro che copre la legatura dei vari fascicoli, è opposta al taglio davanti. E' liscio se privo di nervature; è pieno, fisso o attaccato se non è separato dal corpo del libro; è alla grottesca se decorato con piccoli ferri più volte impressi formanti un reticolato.

 

Etichetta: lembo di carta, pergamena o pelle su cui è impresso con caratteri mobili il nome dell'autore e il titolo del libro. E' collocato sul piatto anteriore o sul dorso del libro. Sui volumi antichi per lo più si trova sul piatto posteriore con la scritta eseguita a mano.

 

Ex libris: etichetta o timbro, incollata la maggior parte delle volte sui risguardi e indica il proprietario del libro. In essa sono spesso presenti vignette o motti.

 

Fascia: ornamento che si trova ai lati del piatto spesso delimitato da filetti o nastri eseguiti anche con la rotella.

 

Fermaglio: meccanismo di metallo o di pelle o misto che serve a tener chiuso il libro. E' costituito da due parti il puntale e il tenone (vedi).

 

Lucia Maria Arena

Ferro: strumento usato dal legatore per l'impressione di decorazioni sul materiale di copertura dei libri. E' di bronzo, di ottone o in acciaio ed è infisso in un manico di legno che ne consente l'uso quando è caldo. Per estensione si indica anche l'impressione stessa. I cosiddetti piccoli ferri, opposti alla placca (vedi), sono di modeste dimensioni e spesso sono realizzati per essere accostati l'uno all'altro per formare una decorazione ampia quanto necessita. Sono distinti a seconda del disegno che formano in: anfore, cerchietti, conchiglie, fiamme, foglie, ghiande, gigli, globetti, margherite, melograni, palme, piume, punti, rosette, stelline, ventagli. Si possono definire: floreali, fitomorfi, a volute, a punta di lancia, a rameggi naturali, zoomorfi.

 

Ferro azzurrato: strumento per l'impressione di una decorazione avente un motivo costituito dalla linea esterna della sua sagoma riempita di filetti paralleli.

 

Ferro cordonato: strumento per l'impressione di una decorazione diritta o curva costituita da tre filetti vicini e paralleli dei quali quello centrale è puntinato.

 

Ferro pieno: strumento per l'impressione di una decorazione avente un motivo uniforme a tutto rilievo.

 

Ferro puntinato: strumento per l'impressione di una decorazione avente i filetti sostituti da serie allineate di punti.

 

Ferro striato o a cordicella: molto utilizzato nelle legature italiane di tipo monastico della seconda metà del Quattrocento. Si trova diritto o piegato ad angolo curvo.

 

Ferro vuoto: strumento per l'impressione di una decorazione avente un motivo costituito dalla linea esterna della sua sagoma.

 

Festone: elemento decorativo che corre per lo più parallelamente ai lati del piatto delimitato da una parte da un filetto o da un nastrino.

 

Filetto: ferro di varie forme e grandezze che serve alla doratura delle legature in maniera lineare. E' inteso anche l'elemento decorativo vero e proprio che, come gli altri ferri, può essere a secco o dorato, con gli spessori e i motivi più vari.

 

Filetto all'antica: decorazione a tre filetti paralleli dei quali due sono accostati l'uno all'altro, mentre il terzo è posto a distanza maggiore.

 

Filetto dentellato: decorazione con un filetto accostato da una serie di piccoli motivi che ricordano il merletto.

 

Filetto puntinato: decorazione con un filetto a punti disposti in linea.

 

Filetto spezzato: decorazione con un filetto diviso in più segmenti.

 

Fiore: lato della pelle più pregiata quella dove era il pelo.

 

Fioroni: ferri per dorare usati dai legatori recanti fregi ornati a fogliami e fiori, più complessi e più grandi dei ferri a mandorla o a fusello.

 

Fogli di guardia: fogli di carta bianchi o a colori che separano il libro dalla copertina o dalla legatura. Possono essere anche fogli di pergamena. E' detto invece risguardo (sguardia) il foglio incollato all'interno del piatto per nascondere i rimbocchi della coperta e la fissatura dei nervi. I fogli di guardia servono per proteggere le carte scritte o stampate dalle ingiurie che possono verificarsi col contatto della coperta.

 

Fondello: vedi dorso.

 

Freddo: vedi secco.

 

Frontespizio: pagina posta all'inizio di un libro dove si trovano il titolo, l'autore, l'editore, la città e la data di stampa.

 

Frottis: evidenziatura di un fregio eseguito a secco sul piatto o dorso del libro a mezzo di una carta velina appoggiata sul decoro e sulla quale si passa con una matita morbida 28 o anche 2HB fortemente inclinata.

 

Gaufré: voce francese che indica il taglio cesellato o scolpito di un libro.

 

Gioco: piccolo spazio creato alla congiunzione fra i piatti e il dorso.

 

Girari a bianchi: motivo decorativo della seconda metà del Quattrocento. E' un disegno di nastri bianchi che si intrecciano con grazia ai margini del foglio.

 

Goffratura: ornato eseguito a secco, quindi senza colori, dei piatti, dei dorsi, delle risguardie o del taglio dei libri.

 

Grana: piccola protuberanza naturale della pelle, quelle di capra sono molto evidenti.

 

Graticolato o cancellato: nelle decorazioni delle legature è il disegno in oro o a colore ottenuto con l'incrocio diagonale di filetti che formano un reticolato a piccoli rombi.

 

Guardia: vedi fogli di guardia. Imbrachettare o imbraghettare: le brache o braghette sono strisce di carta o di tela che si incollano alle pagine sciolte.

 

Impressione a secco: decorazione fatta sulla pelle di una legatura con la sola pressione a caldo di un punzone, senza dorature o coloriture.

 

Incartonatura: operazione con la quale il legatore fissa i cartoni al volume che deve essere ricoperto. E' alla francese se per ogni cordicella del dorso si praticano nei cartoni due fori, con tre fori si dice all'inglese.

 

Incassatura: operazione mediante la quale il libro è inserito nella copertina già predisposta.

 

Indorsatura: applicazione di carta o garza sul dorso dei libri, con pasta di farina o colla forte.

 

Labbro: taglio dei piatti, la loro estremità esterna che ha lo spessore del supporto che forma il piatto stesso. A volte è decorato con filetti o altri fregi.

 

Laccio: tipo particolare di fermaglio assai semplice costituito da strisce di pelle allumata o di cuoio o di stoffa, più frequente di seta, che, fissato sui piatti, può essere utilizzato sino a quattro coppie, due sul taglio anteriore, uno su quello superiore e uno su quello inferiore.

 

Laminetta: striscetta metallica messa a protezione negli angoli dei piatti.

 

Legaccio: vedi bindella.

 

Losanga: decorazione a forma romboidale.

 

Mandorla: piccolo ferro con fregio a forma di mandorla usato in legatoria per le dorature.

 

Marmorizzata: carta o pelle, che grazie a trattamenti con sostanze chimiche e coloranti, sono rese simili alle venature naturali del marmo. Generalmente si usa per i risguardi e le carte di guardia.

 

Marmorizzato: taglio reso simile alle venature naturali del marmo.

 

Marocchino: pelle di capra o di becco conciata con la noce di galla e col sammacco e lavorata a grana grossa e rilevata. Il più pregiato è quello detto di Levante impiegato per legature di pregio. Il marocchino veneziano di color oliva pallido fu messo in uso dal legatore inglese Ruggero Payne verso la fine del secolo XVIII.

 

Medaglione: vedi cammeo.

 

Membranaceo: aggettivo che serve per distinguere il materiale in pergamena.

 

Merletto: vedi dentello.

 

Mezza legatura: quella in cui il materiale di copertura più pregiato copre solo il dorso e parte dei piatti e a volte anche gli angoli.

 

Morso o spigolo: asse che congiunge il piatto e il dorso, è un vero e proprio gradino prodotto dai fogli. Esso ha la funzione di nascondere lo spessore dei cartoni usati per i piatti e di unirli più solidamente al libro. Il piccolo vuoto che si crea fra il labbro del cartone e il morso si chiama giuoco.

 

Mosaico: decorazione policroma di una legatura, ottenuta con lacche e vernici variopinte o con l'applicazione di pezzetti di pelle a più colori.

 

Nastro o banda: elemento decorativo formato da due filetti o due doppi filetti che correndo paralleli non presentano tra di loro nessun motivo decorativo.

 

Nervatura: sporgenza orizzontale sul dorso di una legatura formata dall'intreccio delle corde della cucitura (nervo).

 

Nervo: correggia animale o vegetale a cui si attorcigliano i fili di cucitura è fissato ai piatti. Può essere semplice, doppio, a nastrino, a linguetta con fenditura centrale o in traccia.

 

Nodo: decorazione ottenuta con l'impressione ripetuta di uno o più piccoli ferri diritti e curvi accostati o con una paletta.

 

Occhietto o occhiello: pagina che precede il frontespizio con riportato il solo titolo dell'opera. Si usa anche per distinguere le varie parti in cui si divide l'opera inserendo i titoli delle parti stesse.

 

Oliva: fusello al quale, nella legatura dei messali o altri libri liturgici, si attaccano i segnacoli, anziché all'estremità del dorso.

 

Paletta: ferro, tipo piccola placca, usato per dorare, che porta un ornato lineare, atto a imprimere bordure, contorni senza l'aiuto del torchio.

 

Pelle bastarda o incrociata: ottenuta dall'incrocio del montone e della capra d'India.

 

Pelle di bulgaro: lucida, liscia o in grana quadrettata in piccoli rombi, si riconosce per il forte odore di betulla. Il colore è per lo più il granata, è riservata a legature di lusso.

 

Pelle di marocchino: vedi marocchino.

 

Pelle di montone: vedi bazzana.

 

Pelle di scrofa: per la solidità era usata sin dal '400 ed è ancora usata per decorazioni a secco ed a rilievo. E' usata al naturale perché non si presta alla coloritura.

 

Pelle di vitello: la più bella tra le pelli per la finezza e la morbidezza. E' liscia, opaca, a volte è lavorata e si trova in tutti i colori. E' solida e resistente, ma con facilità si screpola nelle piegature.

 

Pergamena: pelle di animale, generalmente ovina, macerata in calce, raschiata, levigata ed asciugata sotto tensione (pelle pecudina) e trasformata in sottili e resistenti fogli rigidi. Assume una colorazione giallognola dalla parte del pelo e quasi bianca dal lato carne.

 

Pergolato: decorazione a righe diagonali che formano le losanghe.

 

Piano: vedi piatto.

 

Piatto: coperta del libro, la parte piana, anteriore o posteriore della legatura collegata dal dorso. E' di pochi millimetri più grande del formato delle pagine al fine di proteggerle. In molti volumi attuali questo uso va perdendosi, infatti la coperta è tagliata alla stessa dimensione delle pagine.

 

Piede: taglio inferiore del libro.

 

Placca: ferro o meglio punzone di non piccole dimensioni recante una decorazione preparata per essere impressa con la trancia sul piatto del libro, è impiegata per le legature in serie.

 

Pluteo: parte essenziale dell'arredamento delle biblioteche medioevali e rinascimentali avente le funzioni di armadio e di leggio.

 

Puntale: gancio in metallo montato all'estremità della bindella e serve per essere incastrato sul tenone e conservare il libro ben chiuso.

 

Recto: parte anteriore di un foglio, la parte posteriore è detta verso.

 

Remboitage: applicazione ad un libro di una rilegatura non sua, ma comunque di misura adeguata.

 

Reticolato: decorazione costituita da filetti incrociati o da impressioni ripetute e affiancate di un ferro.

 

Rifilatura: operazione con cui si pareggiano i fogli del libro tagliandoli a danno dei margini delle carte stesse sottoposte a nuova legatura (rilegatura).

 

Riguardi o risguardi: vedi fogli di guardia.

 

Rimbocchi o ribattiture: lembi ripiegati della coperta che sono incollati sulla superficie interna dei piatti. Spesso dai rimbocchi si può stabilire l'originale colore della coperta poiché non è a diretto contatto con la luce.

 

Risguardo: foglio di carta, di pergamena, di tessuto o di pelle incollato all'interno del piatto per nascondere i rimbocchi della coperta e la fissatura dei nervi.

 

Risvolto o Rabat: parte della copertura che deborda da uno dei piatti e è ripiegata sull'altro al fine di coprire il taglio davanti. E' tipica delle legature a busta o a rabaf = sparabecco.

 

Rosone: decorazione posta al centro del piatto spesso di forma circolare o ovale. Può essere eseguito anche con ferri a ventaglio.

 

Rotella: ferro a forma di ruota, avente incisi sulla superficie curva fregi o filetti, usato per la doratura delle legature. Un manico consente la giusta direzione e l'adeguata pressione per la doratura.

 

Sbalzo: decorazione realizzata mediante l'incisione del cuoio e il rialzo dei lembi dell'incisione stessa.

 

Scamosciata: pelle resa morbida grazie ad una speciale concia, il termine è usato anche per pelli che presentano una superficie vellutata, simile alla pelle del camoscio.

 

Scomparti o caselle: spazi sul dorso compresi tra i nervi.

 

Secco: termine usato per indicare una decorazione impressa sulle legature in pelle, in pergamena o tela con un ferro molto caldo, senza dorature o applicazioni di colore. Impropriamente questa tecnica è detta anche a freddo.

 

Segnalibro, segnaletto, segnacolo, segnale: nastrino, cordoncino o cartoncino che si mette tra le pagine del libro per indicare ove si è giunti con la lettura o per ritrovare con facilità le pagine del libro. Può essere libero o fissato al capitello superiore.

 

Seminato: ornamento di una legatura formato da piccoli gigli, stelle o altri disegni minuti, sparsi regolarmente su tutto o su parte del piatto.

 

Sguardie: vedi fogli di guardia.

 

Specchio, piatto o piano: vedi piatto.

 

Spigolo: vedi morso.

 

Spranghe: tipo di decorazione consistente in due o più fregi orizzontali che abbracciano, col dorso dei libri, parte dei due piatti.

 

Spruzzata: detto della pelle o pergamena o anche carta in cui è stata fatta la spruzzatura o macchiatura con colore diverso per abbellimento. Spesso si fa sui tagli.

 

Super libros o supra libros: decorazione impressa sui piatti della legatura con lo stemma e il nome del possessore.

 

Supporto: base rigida su cui è fissata la copertura dei piatti, può essere di legno, di cartone o da cartonato, ossia più fogli di carta pressati.

 

Taglio: superficie presentata dai fogli sui tre lati del libro chiuso. Si ha il taglio superiore o testa, il taglio davanti o concavo che è sempre opposto al dorso, il taglio inferiore o piede. Spesso è colorato in rosso o oro, quest'ultimo è la migliore difesa per l'intromissione della polvere nelle pagine.

E’ distinto in:

colorato se tinteggiato in un unico colore;
dipinto se decorato per lo più con motivi figurativi a uno o più colori;

dorato se è usata la foglia d'oro;

goffrato se inciso a caldo con effetto di rilievo;

cesellato o inciso quando è scolpito, a freddo, per formare disegni scolpiti;

marmorizzato quando è colorato a chiazze e venature che ricordano il marmo;

spruzzato, tipo pietra di granito, quando uno o più colori sono resi a piccole macchie;

rustico, quando non ha decorazioni;

all'orientale, quando è marmorizzato e dorato.

 

Tassello: parte di pelle spesso rettangolare e di altro colore di quella usata per la legatura che si incolla, in genere, sul dorso del libro con su inciso l'autore e il titolo. E' detta anche etichetta (vedi).

 

Tenone: piastrina di metallo che è applicata sul bordo del piatto. Ha una fessura nella quale è incastrato il puntale al fine di tenere serrato il libro. I legatori italiani lo fissavano, per maggior comodo di chi sfogliava il volume, sul piatto posteriore.

 

Trancia: pressa, o trochio, a caldo utilizzata per imprimere dorature o decorazioni a secco o in colori sui piatti dei libri.

 

Treccia: decorazione ottenuta imprimendo più volte uno o più ferri accostati in cui una dimensione prevale sull'altra nettamente.

 

Tree calf: speciale marmorizzazione avente per effetto la sezione di un albero, eseguita dai legatori inglesi che trattavano la pelle della coperta con limatura di ferro e aceto.

 

Unghiatura, unghia o cassa: interno della sporgenza del piatto oltre il taglio dei fogli, serve a proteggere gli stessi. A volte è decorata.

 

Velino: pergamena ricavata con la pelle di vitello nato morto o di vitello di latte. E' molto fina e assai bianca.

 

Verso: parte posteriore di un foglio, la parte anteriore è detta recto.

 

Zigrinata: pelle di alcuni animali, o tela, resa ruvida e granulosa.

 

Zigrino: pelle caratterizzata da una fitta copertura di piccolissimi dentelli cutanei dalla punta durissima.

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 I libri

di Mauro Galeotti

 

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