Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli 

 

La Madonna della Quercia in una stampa del 1723

L’anno 1632 Bastiano di Girolamo da Montefiascone nella macchia di Freddarola fu assalito da un Toro molto feroce, quale dopo havergli menato più cornate, in fine in una di queste facendoli cadere un dente grosso, li cacciò il corno in bocca, conficcandolo nel palato sino al cervello.

Chiamo allora con tutto il cuore in suo aiuto alla Madonna della Quercia, e fu cosa mirabile, che si sentì somministrare tanto spirito, che preso il Toro per le corna, senza che questo facesse punto, di moto, si levò di bocca il corno facilmente; e senza riceverne altro fastidio, andò alla casa, dove curato, benché senza speranza, con essergli levati nove pezzi d’osso dal palato, in breve perfettamente sano.

L’anno 1637 Luc’Antonio di Giuliano da Ischia dello Stato di Castro essendo contumace della giustizia nel vedere alcuni Sbirri si pose a fuggire, e trovato un pozzo da grano aperto, vi si gettò dentro per nascondersi; ma essendo più profondo di quello si credeva, ne restò molto offeso; ed il peggio fu, che un grosso serpente, che vi era, li saltò fischiando alla vita, e avvolgendosegli strettamente intorno al collo, stava per soffocarlo.

In tante angustie invoco divotamente in suo aiuto la Madonna della Quercia, e subito il serpente si sciolse, ritirandosi in un canto del pozzo senza dargli altra molestia; Fu poi il detto Luc’Antonio ritrovato e ricavato sano, e salvo dal pozzo, venne a portare il Voto.

L’anno 1640. Un Cappellano di Viterbo chiamato Spina ferito con più morsi da un grosso Cane arrabiato, era in manifesto pericolo nella vita; e non trovandosi in tali casi controveleno opportuno, si ripose con tutta la divozione nelle braccia della Santissima Vergine; e senz’altro in poche ore si trovò non meno liberato dal veleno, che risanato dalle ferite.

Anche a Nicola Righi da Montefiascone fu da un Cane arrabbiato stracciato una Zinna dal petto, e profondamente lacerata la polpa d’una gamba.

Chiamò Nicola in aiuto l’istessa gran Madre de Miracoli; ed in pochi giorni con meraviglia d’ogn’uno del tutto risanato venne a rendere le dovute grazie l’anno 1707.

L’anno poi 1715. Ubaldo Balducci di S. Gio:[vanni] di Bieda nello spastorare un Toro, che aveva capovoltato, per non essersi ritirato a bastanza, fù da quello arrivato; e con un corno ficcatoli nel ventre fu alzato in aria, e portato così per molti passi.

Accorsero li Compagni invocando la Madonna della Quercia, ed il Toro fermatosi lo depose in terra più morto, che vivo per il gran squarcio nel ventre, di dove era uscita parte della ratta, e sgorgava il sangue a gran copia.

Provarno portarlo a Casa in S. Giovanni, ma arrivati a Bieda e vedendolo affatto abbandonato, ivi lo posarno.

Fu dal Chirurgo dichiarato spedito, e perciò fatto munire de' Sagramenti; ma raccomandandosi anch'egli col cuore a Nostra Signora, in quindici giorni fu interamente sano.

(Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 236-237-238)

VITERBO
Via Fattungheri. 10
(Quartiere medievale di san Pellegrino)
Tel. 0761.32.43.46
Chiuso il Mercoledì

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 570 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it