Viterbo STORIA DEL LIBRO, DELLE LEGATURE (Quarta parte)
Mauro Galeotti
Legatura a borsetta: usata nel Quattrocento e nel Cinquecento per libri di piccolo formato

Lucia Maria Arena, titolare dell'Antica Legatoria Viali di Viterbo  mentre con un "ferro" esegue un fregio su una copertina

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I vari tipi di legature

Tipologia

Legatura d'amatore: è quella elegante o di lusso. La mezza legatura d'amatore è generalmente in zigrino o marocchino, angoli in pelle, falsi nervi, mentre nelle mezze legature comuni la pelle arriva almeno a coprire un quinto dei piani, nelle mezze legature d'amatore la pelle può arrivare sin quasi a metà dei piani medesimi.

Legatura araffica: termine che deriva dal francese araphique e si usa per le legature di giornali, albums, riviste a fogli staccati, non cuciti ma semplicemente incollati.

Legatura archivistica o documentaria: caratterizzata dal risvolto formato dal prolungamento del piatto posteriore che coprendo il taglio davanti si rovescia sul piatto anteriore per circa un terzo o la metà, fermato qui con uno o più lacci. Inoltre un rinforzo esterno, costituito da fasce di pelle cucite a vista con cordoni o listarelle di cuoio o pergamena al dorso ed ai piatti, avvolgono in senso orizzontale gli stessi piatti e il dorso.

Legatura bizantina: sontuosa con figure religiose, con ornamenti in smalto a colori vivaci, avori intagliati e metalli dorati.

Legatura alla Bodoniana o bodoniane: prendono il nome dal tipografo Bodoni che le ideò per le sue edizioni. Legature semplici ed economiche ma comunque eleganti, utili per legature provvisorie per i libri che devono ricevere una legatura più pregiata. Sono coperte di cartoni grigi, Bodoni usava spesso cartoni rosso cromo, rinforzati agli angoli e lungo il dorso di carta a mano marmorata semplicemente impastata.

Legatura a borsetta: usata nel Quattrocento e nel Cinquecento per libri di piccolo formato. La pelle, la stoffa o la seta che coprivano il libro abbondava dalla parte superiore tanto da potersi annodare e sospendere il volume proprio come fosse una borsetta.

Legatura alla Bradel: deriva dal nome di un legatore di Parigi del secolo scorso. E' in cartone e ricorda la Bodoniana. Una scanalatura divide gli specchi dal dorso consentendo una apertura più comoda del libro.

Legatura brochure: vedi legatura alla rustica.

Legatura a cammeo: usata nel Rinascimento distinta da un medaglione impresso a secco, in oro o a colori, famose sono le legature denominate Canevari, derivate da Demetrio Canevari medico genovese.

Legatura Canevari: vedi legatura a cammeo.

Legatura a cassettoni: vedi legatura alla veneziana.

Legatura alla cattedrale: in uso in Francia al tempo della Restaurazione con fregi di tipo architettonico, in stile gotico ogivo, ispirato al Romanticismo dominante in quell'epoca.

Legatura Colombini: ideata nel 1935 da Guido Luigi Colombini, il quale realizzò i piatti del volume non con un unico cartone, ma con più striscioline dello stesso affiancate ed unite dalla pelle o tela esterna per renderle assai flessibili e quindi accompagnare l'apertura del libro.

Legatura a culaccio: eseguita in cartone con rinforzi di pergamena o di tela in costola nei punti dove fuori è la cucitura.

Legatura alla Derome: vedi legatura au petit oiseau.

Legatura dozzinale: comune, ordinaria di poco pregio, eseguita a un tanto alla dozzina.

Una preziosa, unica e originale legatura eseguita dall'Antica Legatoria Viali

Legatura alla Duodo: prende il nome da Pietro Duodo ambasciatore veneziano a Parigi dal 1594 al 1597, è caratterizzata da una decorazione a ghirlande ovali che occupa tutto il piatto oppure da una decorazione centrale a placca nella quale un nastrino si intreccia in vari modi su un fondo azzurrato lasciando spesso vuota la parte centrale accompagnata agli angoli da placchette simili.

Legatura alla Du Seuil: dal legatore parigino Augustin Du Seuil, estremamente semplice ma comunque elegantissima con riquadri a due o tre filetti dorati, piccoli fiori agli angoli e lo stemma del possessore al centro dei piatti.

Legatura editoriale: eseguita nei nostri tempi a cura dell'editore in serie per i libri stampati nella stessa tipografia.

Legatura alla fanfare: eseguita nei secoli fine XVI-XVII, a piccoli ferri, a compartimenti di grandezza e forma varia, tutti seminati di piccoli ferri ad eccezione di quello centrale più grande del resto ove era riprodotta l'arma del possessore o di chi riceverà in regalo il libro.

Legatura alla fiorentina: risale al Quattrocento ed era eseguita in cuoio o in brasilio con fregi impressi a secco. La stessa legatura i francesi la chiamavano all'italiana, è detta anche monastica.

Legatura foderata o Doublée: distinta dai francesi con il termine doublées, sono quelle in cui anche l'interno (risguarda) degli specchi o piatti è ricoperto di pelle o pergamena con decorazioni.

Legatura à la gasconne e la pointillée: dal legatore francese Le Gascon, è caratterizzata da filigrana bulinata in oro eseguita con ferri puntinati, con decorazioni sull'unghia dei piatti, in uso per tutto il Seicento.

Legatura gemella: è la legatura doppia, accoppiata, di libri o di parti di libro riunite l'uno con l'altro con disposizione a zig-zag. Si presenta come tre rilegature unite insieme, per capriccio.

Legatura giansenistica: nome riferito alla reazione dei riformatori di Port Royal che deprecarono il lusso, non escludendo i libri. E' eseguita in marocchino nero o bruno, o colori comunque tetri, senz'altro ornamento che un semplice filetto all'intorno. E’ usata nella seconda metà del secolo XVII.

Legatura alla greca: è più strutturale che relativa alla decorazione. I piatti di tale legatura ha sempre un supporto ligneo, mentre il dorso non ha nervature perché la cucitura dei fascicoli è realizzata senza l'aiuto dei nervi ed è appoggiata in un incavo scavato verticalmente alla piegatura dei fascicoli. I capitelli sono più alti dei piatti, obbligando il dorso ad essere più alto dei piatti stessi. I fermagli sono costituiti ciascuno da tre bindelle intrecciate, ricavate da un unico pezzo di pelle.

Legatura a incassatura o a cartella (francese emboitage): si distinguono perché le coperte, in tela o in mezza tela e carta, sono incollate ai volumi. Si usano per grandi partite di legature.

Legatura all'inglese: legatura o incassatura assai semplice e leggera in tutta tela speciale detta appunto inglese di apparenza unita e liscia ben prestante per impressioni in oro e a colori.

Legatura intera: è tutta ricoperta in pelle, pergamena, tela tanto sul dorso quanto sui piatti. Si dice mezza legatura quando la pelle o altro materiale ricopre soltanto il dorso e una parte dei piatti.

Legatura all'italiana: vedi legatura alla fiorentina.

Legatura lionese: è del secolo XVI e era eseguita a Lione da legatori che legavano in stile italiano. Una impronta lionese vera e propria si ha sotto la guida di Jean de Tournes e di Petit-Bernard.

Legatura alla margherita: era eseguita dagli Eve, Nicola Eve era il legatore del Re a Parigi fra il 1567 e il 1582, per Margherita di Valois e in suo onore adornate di margherite e primule.

Legatura alla Maréchal: è quel tipo di carta geografica distesa su tela e ripiegata più volte.

Legatura in stile medioevale o gotico o monastico: vedi la descrizione nel testo.

Legatura molle o soffice o a cuscinetto: in uso per i libri di preghiere della seconda metà del secolo scorso. E' quella in cui i cartoni sono stati ricoperti di ovatta prima di distendervi sopra la pelle.

Legatura in stile monastico o medioevale o gotico o fiorentina: vedi la descrizione nel testo.

Legatura mosaicata: risale alla prima metà del secolo XVIII è caratterizzata da decorazioni con intarsi o riporti di pelle di diversi colori che formano disegni.

Legatura Mudejar: tipica spagnola eseguita dall'omonimo legatore e proseguita dalla sua scuola in stile ispano-moresca. In essa elementi romanici e gotici si fondono con l'arte araba.

Legatura officinale: eseguita dagli editori d'un tempo come gli Aldi, i Gioliti, i Plantin e gli Elzevier. Sono le legature in un certo quantitativo e che portano i marchi o segni distintivi dei singoli editori come l'ancora, la fenice, la foglia a cuore.

Legatura all'olandese: in pelle bianca di scrofa o in pergamena con impressioni a secco.

Legatura originale: legatura con la quale un libro è stato presentato al pubblico la prima volta.

Legatura au petit oiseau o Derome: eseguita da Jacques-Antoine Derome morto nel 1761 e continuata dal figlio Nicolas Denis Le Jeune (1731-1788 ca.) ed è distinta sul dorso e sugli angoli da un ferro caratteristico consistente in un uccellino visto di fronte con le ali aperte.

Legatura a placca: si distingue per la decorazione di una placca centrale impressa col torchio, diffusa fuori d'Italia.

Legatura romantica: legatura del periodo 1825-1840 nella quale il motivo ornamentale ordinario era la cattedrale.

Legatura alla rustica: detta anche brochure alla francese che deriva a brocher = cucire. E' la legatura più semplice, quella che dà la tipografia dove il libro è stato stampato, cucendo insieme i fogli piegati chiusi in una copertina semplice di carta o cartoncino che può essere anche muta, con l'indicazione dell'autore del titolo e dell'editore, o anche con disegni e foto.

Legatura col seminato: usata nel XVII secolo e portano sparsi per tutto lo spazio dei piatti, iniziali, motivi araldici e simboli disposti regolarmente e con al centro dei piatti in uno scudo ovale lo stemma del possessore.

Legatura a spirale: moderno tipo di legatura senza costole e cucitura, i fogli sono fermati da una spirale d'acciaio grande a seconda della necessità, che corre lungo il dorso del volume.

Legatura a spruzzo: in pelle chiara spruzzata di nero, in cui si sono fatte risaltare figure di vario genere in bianco sul fondo naturale della pelle, coperta prima della spruzzatura con stampi di carta ritagliata. E' in uso nel secolo XVIII. In Francia si distingue col nome à réserves.

Legatura stemmata: ornata da stemmi, assai spesso dei possessori le libro, oppure di colui a cui era donato il libro o a cui l'opera era dedicata, o di chi patrocina o affronta le spese dell'edizione. Gli stemmi, se impressi sulle coperte o piatti del libro, prendono il nome di super libros. E' da tener conto che non è conveniente basarsi sulle regole araldiche per quanto riguarda i fiocchi pendenti dei cappelli prelatizi, per indicare a quale grado della carriera ecclesiastica appartiene il personaggio a cui è riferito lo stemma, poiché la regola spesso non è applicata sulle legature, assai spesso per l'esiguità dello spazio disponibile sui piatti.

Legatura in stile etrusco: imita le decorazioni di vasi etruschi riprodotte nei loro colori. Le eseguì il legatore inglese John Whitaker alla fine dell'ottocento.

Legatura in stile floreale o Liberty: eseguita con decorazioni in stile Liberty in voga verso la fine del secolo scorso e primi del nostro.

Legatura in stile gotico o medioevale o monastico: vedi la descrizione nel testo.

Legatura in stile Impero: decorata nello stile neoclassico sorto verso la fine del XVIII secolo e che ebbe la sua maggiore fioritura negli anni del primo Impero. E' caratterizzata, oltre che dai simboli napoleonici delle aquile, delle api e delle corone, da ghirlande, festoni di palme, di lauro e di quercia, vasi, lire, sfingi, chimere.

Legatura in stile Maioli: assai fantasiosa con contorni a filetti intrecciati in forme geometriche, ossia intrecci di rettangoli, circoli e quadrati. E' arricchita anche da leggiadre incurvature con foglie e viticci.

Legatura in stile persiano: caratterizzata da un grande rosone centrale a forma di mandorla fortemente incavato, con quattro ferri d'angolo molto allungati e incavati e una grande fascia marginale. Il fondo è impresso in oro su cui sono dipinti a colore ornamenti floreali. Si trovano anche esempi all'inverso fondo colorato e ornamenti in oro.

Legatura del tempo o dell'epoca: quella relativa al volume edito o di poco successiva, si dice solo per i libri antichi.

Legatura a traforo o a filigrana: in queste legature la pelle è intagliata a giorno secondo il disegno desiderato, che spicca sul fondo formato da altra pelle di colore differente. E' usata in Turchia.

Legatura alla veneziana: in uso a Venezia verso la metà del Cinquecento e poi largamente imitata nel periodo della decadenza. E' caratterizzata dai cassettoni incavati con fondo dorato o a colori o madreperlaceo, e dalla decorazione sontuosa e vivace. Sono così rilegate di solito le dogali, le mariegole

Legatura a ventaglio: in francese à l'éventail, risale alla prima metà del XVII secolo ed ha al centro dei piatti un motivo polilobato come una grande rosa di cui uno spicchio, ripetuto nei quattro angoli, dà l'immagine di quattro ventagli.

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 I libri

di Mauro Galeotti

 

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