Viterbo LA STORIA DI VITERBO
Mauro Galeotti (dal libro L'illustrissima Città di Viterbo)

 

Porta Fiorita nel 1957 ancora murata

Porta Fiorita e Mura da Porta Fiorita a Porta san Pietro

Porta Fiorita è ad angolo nel tratto di mura edificato nel 1095 ed il cronista Niccolò della Tuccia la ritiene esistente nello stesso anno allorquando si costruirono le mura provenienti da Porta Sonsa.

La spesa fu sostenuta dalla popolazione. Il muro «girava attorno cinque miglia e quattrocentocinquantaquattro passi» e molti cittadini, grazie alla loro buona volontà e disponibilità finanziaria, fecero «murare un passo, cioè una canna per uno, alto sino alli merli».

Per altri studiosi, sembra che si debba far risalire al 1187 circa. Le notizie sono assai scarse e comunque, secondo Mario Signorelli, risulta murata verso il 1490.

In un periodo non definibile su Porta Fiorita, ancora murata, fu steso uno strato di calce e al centro fu posta una edicola con all’interno una tegola sulla quale fu dipinta l’immagine della Madonna della Quercia.

Sconosciuto è il pittore e il fornaciaio, poi quando la porta è stata riaperta si è provveduto a collocarla a destra della stessa.

Il Fosso Mola sovrastato dall'arco per il passaggio dell'acqua per raggiungere la Loggia papale e sulla destra Porta Fiorita, murata, in un disegno di Y. Markino del 1911

 

La porta è munita di tre archi che testimoniano la diversa luce assunta dalla stessa attraverso gli anni. Ai lati, negli stipiti, in alto e in basso sono visibili i cardini in pietra ove erano tenuti fermi gli infissi delle porte lignee.

E’ stata riaperta, per opera dell’Impresa Alberto Ciorba, il 28 Aprile 1985 per interessamento dell’Associazione Amici dei monumenti di Viterbo ed è utilizzata come passaggio pedonale.

Il tratto di mura che collega Porta Fiorita con Porta san Pietro risale al 1095, anno in cui fu scavato il fossato a protezione delle mura che è ancora, per lo più, esistente.

Dalla Pianta di Viterbo di Tarquinio Ligustri, delineata nel 1596, su questo tratto non risultano torri.

Andrea Scriattoli (Vetralla 19 Maggio 1856 - 6 Settembre 1936) data questo tratto di mura al 1148, ma definisce l’anno incerto.

All’anno 1095 il cronista Niccolò della Tuccia riporta che «fu fatto il muro dalla Porta di Sonza sino alla Porta Fiorita».

La spesa fu sostenuta dalla popolazione. Il muro «girava attorno cinque miglia e quattrocentocinquantaquattro passi» e molti cittadini, grazie alla loro buona volontà e disponibilità finanziaria, fecero «murare un passo, cioè una canna per uno, alto sino alli merli».

Su un masso di peperino, già posto sulla destra dell’inizio di Via delle Pietrare da Viale Armando Diaz, era scolpita la seguente iscrizione del 1268, rimossa nel Giugno del 1969 e conservata al Museo civico:
† Mille ducentenis octo / cum sex quoque denis / annis hunc fieri natus / stirps clara Raneri / Gacti vi Ve(r)bi capita / neus ipse Viterbi / prudens Viscontis pa / palis origine fontis / fecit aqueductum lo / ca p(er) declivia ductum / indole cum dextra fac / tum sic intus et extra.

Tradotta: Nell’anno 1268 l’illustre stirpe di Raniero Gatti di Viterbo, il saggio Visconte, per grazia divina capitano egli stesso di Viterbo, fece fare questo acquedotto per alimento della fonte papale, tratto da poggi declivi, con grande abilità costruito sia dentro sia fuori le mura della Città.

Sul lato destro di chi guardava l’epigrafe era uno stemma della famiglia Gatti, abraso e scomparso.

La scritta ricorda l’acquedotto costruito per portare l’acqua al Palazzo papale. L’impresa fu ardua, infatti, i Viterbesi, dalla Contrada Le Pietrare, prelevarono l’acqua da una sorgente per condurla in città, presso Porta Fiorita, e costruirono un arco, ancora in piedi, addossato alle mura di Capone.

Da qui proseguirono per la Valle di Paradosso, detta anche della Troia, continuarono sul Colle del Duomo fino alla Fontana papale per terminare in un fontanile presso Porta Faul.