Viterbo STORIA
Alessandro Gatti

 

Ci si potrebbe chiedere per quale ragione il Comune di Vasanello non rivendichi ciò che è suo, pur potendolo fare. I cittadini? Nessuno sembra volerne curare diritti ed interessi.

La Tuscia è un inaspettato scenario di molti avvenimenti e retroscena storici: presso l’Archivio di Stato di Viterbo la consultazione di un atto datato 20 febbraio 1885 fa riemergere un avvenimento assolutamente insolito nella storia di Vasanello. Il principe Maffeo Barberini Colonna di Sciatta, all’epoca proprietario di castello Orsini, si appropriò di una considerevole sezione della piazza, oggi chiamata Piazza della Repubblica al fine di guadagnare lo spazio necessario per realizzare il castello con il giardino annesso.

Nel dettaglio la zona di cui si arrogò il possesso va dal torrione principale congiungendo in linea retta l’angolo del vocabolo Steccato che sta di fronte all’ex caserma dei carabinieri. Con l’atto numero 2 del 13 maggio 1883 un consigliere comunale prese in considerazione la possibilità di abbattere la cinta muraria che univa la torre occidentale di Castello Orsini  alla Chiesa di Santa Maria asserendo che questa azione avrebbe migliorato l’aspetto del paese  e che sarebbe aumentato l’igiene della piazza, in quanto all’epoca non erano rari coloro che usavano nascondersi dietro il muraglione per defecare. Il consiglio si espresse all’unanimità per abbattere la cinta, questa decisione provocò la reazione del principe Maffeosecondo lui non spettava al comune decidere della sorte dell’elemento architettonico da eliminare ma al legittimo proprietario, che sosteneva essere lui stesso.

Dopo due anni di trattative portate avanti come si usava all’epoca, cioè mediante epistole scritte di proprio pugno, si giunse alla fine a un accordo che venne ratificato dal consiglio comunale del 20 febbraio 1885. Il compromesso comportava la cessione da parte del Comune di una piccola area di forma triangolare ubicata sotto il castello e all’interno della zona il principe avrebbe potuto costruire un giardino. Inoltre una parte dei sassi che sarebbero stati ricavati dalla demolizione del muro sarebbero spettati al principe. 

Maffeo annuì e firmò i documenti le cui dichiarazioni non lasciano spazio a ambiguità, poi agì di testa sua in barba agli atti ufficiali, raddoppiando l’area che gli sarebbe spettata, poi ignorando le successive rimostranze del municipio, in un classico esempio del prepotente “io posso”. Il principe successivamente andò incontro alla bancarotta, ma nella situazione cambiò solo il proprietario: le proprietà furono confiscate dalla Banca d’Italia che successivamente la rivendette ai fratelli Misciattelli.

Cento anni esatti dall’indebita appropriazione, il Comune tentò di riappropriarsi di quel che gli spettava attraverso un’ingiunzione, attraverso l’intervento del geometra Giusto Mariani al cospetto della Regia Conciliazione di Orte. Anche stavolta la Nobiltà dimostrò di suscitare un certo timore reverenziale traducibile di interessi che non conveniva mettere in discussione da parte delle istituzioni, così l’atto ingiuntivo venne addirittura ignorato senza alcuna conseguenza.

Oggi i Vasanellesi possono sì usufruire della struttura, ma solo in occasioni speciali e pagando profumatamente. Tuttavia la svolta potrebbe arrivare approdando in tempi recenti: una sentenza della corte di cassazione del 28 settembre 2011 numero 19792 esclude in modo limpido l’usucapione “per terreni di proprietà del Demanio o del patrimonio dello Stato ivi inclusi gli enti territoriali quali i Comuni”. La sentenza chiarisce che l’usucapione, cioè acquisto della proprietà di una cosa o di altro diritto reale di godimento su di essa, mediante il possesso della cosa stessa per un periodo di tempo stabilito dalla legge, non ha legittimità in casi come questo. L’eredità dei secoli trascina situazioni e modi di pensare che sono difficili da cambiare anche da rivoluzioni che all’apparenza sembrano degli Tsunami ma che invece riescono sono a bagnare superficialmente la battigia, lasciando determinati meccanismi sostanzialmente invariati. Tuttavia, almeno in questa piccola ma interessantissima situazione, la Storia potrebbe davvero cambiare corso.

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

chi è on line

Abbiamo 614 visitatori online

 

 I libri

di Mauro Galeotti

 

Cartonato - pag. 246 - euro 25,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it

Cartonato - pag. 808, a colori
da euro 120,00 a euro 80,00
in esaurimento, per l'acquisto
scrivere alla email spvit@tin.it