Viterbo LA STORIA DI VITERBO
Mauro Galeotti (dal libro L'illustrissima Città di Viterbo)

 

Porta e Torre del Bacarozzo (Foto Cesareofotografi.it)

Porta san Lorenzo

Porta san Lorenzo è a sinistra della Torre del Bacarozzo per chi guarda dall’interno, Francesco Cristofori la dice ubicata presso il Molinaccio. Fu chiamata anche del Bacarozzo.

Non va dimenticato che fin dall’XI secolo si menziona una Porta san Lorenzo, dalla chiesa omonima dedicata al protettore della Città di Viterbo, che doveva essere posta, molto probabilmente, a capo del ponte attuale che conduce al Colle del Duomo. Venne lì eretta a protezione dello stesso.

Sembra che in un primo momento fosse chiamata Porta del Castello, per la strada che da essa portava al Castrum Viterbii, poi fu detta Arbitania dagli anniani, i seguaci delle tesi di frate Annio. 

La porta in questione, invece, secondo Andrea Scriattoli si trova nel tratto di mura costruito nel 1148, quando il Comune era retto da quattro Consoli de militia e da cinque de comuni populo. Attilio Carosi ritiene che Scriattoli sia caduto in errore, infatti il 1148 è l’anno del contratto tra il Comune e Farfa, e Pianoscarano era costituito da poche abitazioni.

La costruzione delle mura, perciò, è da posticipare, tanto è vero che altri studiosi sostengono che le mura furono edificate nel 1187. Pinzi, scrive che la porta, posta presso la Torre del Bacarozzo, fu aperta nel secolo XI e la dice chiusa a cavallo tra il XII e XIII secolo.

La confonde con la vecchia porta di cui sopra, posta presso il Ponte del Duomo, infatti afferma pure era la più antica delle porte urbiche. Dalla porta passava la strada, proveniente dalla Cassia, che si dirigeva verso il Duomo.

Nello Statuto del 1251, nel dividere la città in contrade, alla porta in questione sono destinate le zone di san Tommaso, del santissimo Salvatore e di Pianoscarano. Nel 1328 vennero posti a difesa della porta otto soldati.

Per il restauro di una parte delle mura, come ho già scritto, nel 1457 furono eletti Giacomo di Domenico Almadiani, Giovanni di Nofrio ed il cronista Niccolò della Tuccia, il quale scrive che fecero restaurare, tra l’altro, anche la guardiola della torre di Bacarozza.

I tre preposti, sempre nel 1457, tra l’altro, innalzarono il muro sopra la Torre dell’Amandola che è nominata il 13 Dicembre 1485 nelle Riforme.

Nel 1473 i priori ordinarono che fossero eletti al Consiglio quaranta cittadini, dieci per ogni porta, essendo quattro quelle prese in considerazione, tra queste risulta anche Porta di san Lorenzo che comprendeva le Chiese della Trinità, di santa Maria della Ginestra, di santo Spirito a Faul, di san Clemente, di santo Stefano in Valle, di san Giovanni in Valle, di sant’Antonio in Valle, di santa Maria della Carbonara, di santa Lucia de Castro Erculis, di san Lorenzo, di santa Maria della Cella, di san Donato, di sant’Anna, di san Tommaso, di san Bernardino, di san Salvatore, di san Niccolò degli Scolari, di sant’Andrea, di santa Maria del Carmine, di santa Maria Maddalena, di santa Maria di Valverde, di santa Maria in Salci, di san Paolo verso la Strada Signorino, di san Valentino, di sant’Antonio in Valle e di santa Maria di Risiere.

Alcuni storici vogliono che Porta san Lorenzo sia stata chiusa sin dal XIII secolo, altri invece avanzano l’anno 1467.

Probabilmente perse importanza trovandosi in un punto dove il terreno è aspro e difficile da superare tanto che, credo, sia stata dotata di un ponte indispensabile per oltrepassare il dirupo col sottostante Torrente di san Pietro.

Dai Ricordi dei priori nel Settembre Ottobre 1568 traggo: «Si è puntellato una parte delle muraglie apresso le bacharoze con quattro puntelli e dato el cotimo a m° Bartolomeo muratore e mastro Cristofano arrifondar dette mura e fare scarpe e si sono hobligati fare el muro a ragione di giuli nove la canna a loro rena et magisterio e li sasi li avemo consegniati alla porta a piano di Scarlano che si li conduchino a loro spese et noi avemo promesso condurli la calcina sotto al comfione a spese della Communità».

Il luogo un po’ isolato e difficile da raggiungere era anche l’ideale per introdurre di contrabbando molte robbe, tanto che così leggo nei Ricordi dei priori, nel primo trimestre del 1680:

«Habbiamo inteso [scrivono i priori che hanno terminato il loro mandato] vi sia un apritura nelle muraglie della città sotto alla Porta di S. Lorenzo della quale si puole introdurre e si introduce molte robbe contro bandi, e perché non habbiamo auto tempo di visitarla potranno le Signorie Loro Ill.me visitarle e provedere come più gli piacerà».

Porta e Torre del Bacarozzo in restauro nel febbraio 2008 (Foto Mauro Galeotti)