Viterbo LA NOSTRA STORIA DIMENTICATA
Mauro Galeotti

La Casa del Catechismo e la Chiesa di san Leonardo in Colle dove era parroco don Alceste Grandori

Giuseppe Pino Pelliccioni‎ su facebook mi riporta alla memoria i luoghi dove visse don Alceste Grandori, figura viterbese di estrema importanza, purtroppo, ormai quasi dimenticata, ma quello che mi ha fatto molto piacere leggere quanto Pelliccioni scrive: "In quanti siamo a ricordarci il piccolo negozio gestito dalle 'Signorine di don Alceste', Bianca Leandrini e Annetta Grazini?

Era la meta obbligata per noi ragazzi di allora per il vasto assortimento di materiali per il traforo, dai progetti agli attrezzi ed accessori, legno compensato compreso. All'interno il profumo di liquirizia emanato da rotelle e caramelle, ci faceva spendere le poche lire di resto che restavano per acquistarne qualcuna".

Ricordo le due signorine di estrema cordialità, ma non ricordavo i loro nomi e cognomi. E ricordo gli attrezzi per il traforo, i fogli con su stampate le sagome da ritagliare per realizzare casette, navi, soldatini, ricordo i quaderni con la copertina nera o con figure e avvenimenti storici, era un mondo fantastico che mai, in quel tempo, potevo pensare andasse perduto per sempre.

Sul retro della Casa del Catechismo, quella in foto, era il teatro dove recitavano i ragazzi per una attività teatrale semplice e genuina, la quale consentiva noi ragazzini di familiarizzare e creare gradevoli amicizie.

Fuori il teatro era un'area di libertà, dove potevamo dare sfogo ai nostri bollori giovanili, poi, vicino alle mura e accanto alla Porta di san Leonardo, allora ancora murata, era una giostra di ferro che conservava, ai miei tempi, solo il traliccio centrale e un grande anello tenuto da catene sul quale dovevano scendere le catenelle e il seggiolino, tipo i calcinculo.

Lì in quella Casa del Catechismo, all'ultimo piano, ho frequentato la media, ricordo le scale, ripide, consunte e sapienti della mia svogliatezza per lo studio, ero un ragazzo come tanti e studiare era... una perdita di tempo. Poi però si matura, si comprende che non aver studiato è stata davvero... una perdita di tempo.

Ricordo anche la tipografia di don Alceste dove stampava libri a tema religioso, un'infinità di testi, dei quali posseggo un bel po' di titoli. L'intestazione della tipografia era Cultura Religiosa Popolare inaugurata il 31 Luglio 1925.

Al n° civico 25 di allora era la Casa del Catechismo, iniziata a costruire verso il 1946 su progetto dell’ingegnere Quoiani, l’appalto dei lavori fu dato a una ditta romana con l’aiuto dell’imprenditore edile Orlando Zarletti. In quel luogo era un lavatoio pubblico che fu spostato a spese di don Alceste Grandori, si trova ancora oggi sulla piazzetta accanto.

I locali iniziarono a funzionare completamente il 21 Settembre 1952. Al 27, numero civico ormai annullato, era l’ingresso della casa canonica della Chiesa di san Leonardo in Colle, a sinistra il lato della chiesa ove si trovano ancora finestre a monofora della originaria costruzione.
A destra, su un architrave, era scolpito Leo Salvatus Sabin rector [...]u[...]s / [...] restauravit 1664, sopra era una formella raffigurante la mitria poggiante sulle manette, con in basso le lettere R. E. S. L.

Poco più avanti, le mura urbiche della città con Porta san Leonardo, riaperta nel 1993, che presenta un bell’affresco sulla lunetta.

Sulla piazzetta, intitolata Largo don Alceste Grandori, che si apre in quello che fu il cortile della Chiesa di san Leonardo in Colle, l’8 Dicembre 1907 fu inaugurato il Circolo sportivo Robur, del quale ho una cartolina che ritrae i suoi circa quaranta componenti muniti di bandiera, il circolo era composto anche da ciclisti. 

Per i giovani fu istituito il Gruppo sportivo Viterbium in piena attività già nel 1908. Una bella cartolina, eseguita con una foto scattata il 15 Giugno 1908, ritrae i gruppi Viterbium e Robur riuniti con bandiere, gagliardetti e tamburini all’Arcionello, oggi Via Genova.

Sin dal 1895 a Viterbo esisteva l’Unione ciclistica operaia, la quale aveva sede in Via Principessa Margherita n° 17, l'attuale Via Matteotti.

In una lettera di quell’anno, che possiedo, leggo:
«La nostra associazione, che ha lo scopo d’intraprendere delle corse per pubblico divertimento nel posto di quelle con cavalli».
A scrivere è il presidente Antonio Graziosi che avvisava il destinatario della lettera, della disponibilità dell’Unione a partecipare a feste con corse ciclistiche.

La parrocchia di san Leonardo ha avuto una Filodrammatica che operò dal 1933 al 1973; quella, denominata Aurora, era stata fondata nel 1926 da Giuseppe Petroselli, che fu anche regista e attore.
Scrive Pio Semeria (1825 c.) :
«Doffius (Seraph[in]u[s]) [Serafino Doffi, notaio e giudice almeno intorno al 1532]. Così si legge sullo stipite di antica porta vicino a S. Leonardo, ove si vede l’arme con tre spighe di grano ed una stella, ed una sbarra», che in realtà poi disegna come una fascia, ossia in senso orizzontale.

La tomba di don Alceste Grandori (9 Gennaio 1880 - 7 Marzo 1974) è nella Chiesa di santa Rosa, con un tondo raffigurante il defunto e con inciso:
Sac. / Alceste Grandori / apostolo / della dottrina cristiana / 9.1.1880 Viterbo 7.3.1974.

In basso è:
Amò di soprannaturale / più generazioni di viterbesi / educandoli alla pratica delle / verità della fede. Maestro / incomparabile e indimenticato. / La chiesa viterbese riconoscente / 9 Marzo 1978.

Fu traslato dal Cimitero di san Lazzaro il 9 Marzo 1978, con breve sosta nel cortile della Chiesa di san Leonardo, ove fu parroco per 54 anni e un’altra sosta nella Chiesa di san Marco.

Un grazie a Giuseppe Pino Pelliccioni per aver risvegliato in me tanti ricordi.