Viterbo CRONACA STORICA da "PIZZERIA IL MONASTERO VITERBO"
Nicolò Maria Torelli

 

Acquerello del 1619 dal “Libro dei Miracoli” p.48 conservato nella Biblioteca Besso di Roma

"Nella Città di Sutri l’anno 1517 Francesco Piesaccini [Pieraccini] era entrato in tanta gelosia di Lucia [per altri Livia] sua Consorte che la Casa era divenuta un Inferno, non sentendosi che bravate, e minaccie di una parte, e lamenti, e pianti dall’altra;

aggiunti anche continui brontoli e rimproveri della Suocera, che invece di levar l’ombre, e metter pace trà la nuora, e figlio, s’ajutava a fomentare i sospetti, e lo sdegno di quello.

Accadde un giorno che Lucia affacciatasi alla finestra per vedere se veniva il Marito, fosse salutata da un Giovine, che passava, a vista di quello, che in fatti veniva; del che concepì tanto sdegno, che salito in Casa dopo aver vomitato mille ingiurie contro la povera Innocente, la ferì mortalmente con sei pugnalate nel capo, nelle spalle, e nel petto.

Chiamata elle ad alta voce in suo ajuto la Madonne della Quercia sua Avvocata; e accorsi i vicini levato a quello l’arme di mano, e rimproverandogli sì gran crudeltà, si sforzavano farli conoscere l’innocenza della Moglie, e che la sua gelosia proveniva solo da vane apprensioni; e suggestione del Demonio.

Ma l’imbestialito Marito sempre più ostinato nella sua falsa opinione, fu forzato alla fine deporla, e confessare il suo pazzo furore con l’innocenza, e fedeltà della Moglie, dalla virtù di questa Miracolosa Imagine.

Poiché non cessando quella di raccommandarseli con divozione, benchè stesa in terra, immersa nel proprio sangue, alla presenza di tutti, e confusione del Marito, sentitasi ad un tratto partire il dolore, ritornar lo spirito, e consolidare le membra, si trovò sanate le ferite, e perfettamente guarita.

Onde col medesimo suo Marito venne a ringraziare la sua liberatrice, non solo per avere a lei salvata la vita, e resa la sanità del Corpo, ma anche per aver mutato li bestiali costumi di quello, col quale visse poi sempre in pace".

(Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 101)

Altra versione del miracolo tratta dal libro di cui all'acquerello qui sopra.

“Livia di Francesco Pieraccini da Sutri accusata dalla sua socera che volesse bene ad altri che il suo marito, seppe tanto bene dire al suo figliolo che ritornato a casa et vedendola alla finestra piú per aspettare il marito, che per essere veduta d'altri fu ferita con sei ferite dietro alle spalle, una nel petto due nel braccio sinistro et una in capo et fu lasciata per morta, corse la madre di Livia et molte altre vicine et parenti e da tutte insieme si chiamava la Madonna della Quercia di Viterbo et fu votiva quale come fusse svegliata dal sonno disse 'la Madonna della Quercia mi ha liberata dalla morte' sanò in breve et si conobbe l'innocentia sua et portò il suo voto grande questo fu l'anno 1522 alli otto di maggio''.

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