Viterbo CRONACA STORICA da "IL MONASTERO"
Nicolò Maria Torelli
Mauro Galeotti

Francesca Caterina Vacchini

http://www.lacitta.eu/images/banners/il-monastero-frate-e-forno-ok.jpg

 

Fondatrice della divota communella ad onore della gloriosissima vergine Maria e dei nove cuori detta Communella. Il corpo benedetto fu ritrovato dopo due anni e cinque mesi che fu sepolto.

Hai mai sentito Francesca Caterina Vacchini, viterbese? Chi era? Ne parlano frate Nicolò Maria Torelli ed anche io.

"La venerabile Serva di Dio Francesca Vacchini Viterbese sino da bambina cominciò a frequentar questa Chiesa [di santa Maria della Quercia], ricevendo dalla Beatis[sima] Vergine grazie infinite, come si legge nella sua vita.

Nella prima Domenica di Maggio dell’anno 1604 desiderando esservi per la festa di S. Caterina da Siena sua speciale avvocata, e per la Processione del SS. Rosario, né essendoli permesso dalla Madre di Pietà, che esaudì il suo desiderio: mentre il suo Angelo famigliare la trasportò immantinente in questo Santuario, con farli vedere anche scoperta la miracolosa Immagine.

Sino dalla più tenera età propose di vestir l’abito del Terz’Ordine di S. Domenico; ma per più mezzi, che vi adoprassi, mai lo potè conseguire per le opposizioni dei parenti, ed altri.

Onde si rivolse a pregar la SSmaVergine, e andata alla Quercia il giorno dell’Assunta, al quale mistero è dedicata la Chiesa, ottenne dal Sagrestano d’entrare nella Cappelletta, ove si conserva la miracolosa imagine: e mentre con tutto fervore la supplicava, si vidde appresso il suo Angelo, e la sua Maestra S. Caterina da Siena, quale consolandola, l’assicurorno da parte della Madonna, che avria vestito l’Abito di S. Domenico.

Tornata a Casa si providde subito di Saja bianca, e teneva il tutto ammannito; ma per gl’impedimenti, che pur vi trovava, e per le jattanze, che li faceva il Demonio, che mai l’avria conseguito, stando un giorno tutta dolente, l’Angelo la consolò con assicurarla, che la visione, e promessa avuta dentro la Cappella della Madonna era verissima, e che per grazia della medesima il tutto si saria adempito. Onde nel giorno della Natività di Maria, al qual mistero è dedicato l’Altare della miracolosa Imagine, apparendogli questa con gran maestà accompagnata da Santa Caterina da Siena, comandò all’Angelo, che benedicesse l’Abito, e ne vestisse la sua Serva Francesca, conforme fece con le consuete Cerimonie.

Così vestita senza pensare ad altro comparve in pubblico, e la Madre, ed altri suoi parenti, che per il passato gl’erano stati tanto contrari, li dettero liberamente la licenza.

Andando una volta alla detta Chiesa per confessarsi dal Padre Francesco Cocchi, e desiderando trovarlo pronto per l’ordine della Madre di tornar presto, ne pregò la SSma Vergine Appena entrata in Chiesa vidde il Confessore uscir dal Coro, ove si cantava la Messa.

Confessatasi, li domandò, perchè fosse uscito il Coro contro il suo solito e li rispose il Padre, che senza avere alcun male, li era venuto un certo affanno, con forzarlo ad uscire, quale subito, che fu chiamato da lei, li era passato; e che credeva ciò fosse accaduto per opra sopranaturale, acciò ella si sbrigasse più presto".

(Frate Nicolò Maria Torelli: Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo, in Viterbo 1793, pag. 59)

----------------------

Francesca Caterina Vacchini
Mauro Galeotti L’illustrissima Città di Viterbo, Viterbo, 2002

Nacque in Viterbo il 26 Ottobre 1589 da padre svizzero, certo Cristoforo Vacchini d’Ascona, orefice, venuto a Viterbo nel 1575,  e da madre viterbese Giovanna (Feliciano Bussi dice Giustiniana nome più veritiero) de’ Carci, Carcere per Roberto Roberti (1613). Morì il 9 Ottobre 1609 e per sua disposizione testamentaria fu sepolta nella Cappella di santa Caterina da Siena.

Si dice che la Cappella sorgesse presso quella di san Vincenzo Ferreri, prima notizia che trovo è del 1348, quando è lasciato un legato.

Vi era l’epigrafe:

«Sepulchrum venerabilis sororis Franciscae de Vacchinis tertii ordinis Praedicatorum».

In quel tempo i Domenicani non erano ben visti dalla cittadinanza, perché si lamentava che quel convento era stato governato, per oltre sessanta anni, da estranei che recarono solo gravi disordini. Poiché i Viterbesi avevano amato la Vacchini, i frati d’astuzia, accolsero benevolmente nella loro chiesa il corpo della serva di Dio. Le fu eretto un monumento sepolcrale, a spese del convento, ove l’immagine di Lei fu anche esposta alla venerazione di tutti, «con lampada accesa dinanzi e con apposizione di alcuni voti».

Tali e tante furono le pressioni dei Viterbesi per far beatificare suor Francesca, che il Comune di Viterbo, in data 11 Novembre 1609, si vide costretto a inviare una lettera, al cardinale Lanfranco Margotti, vescovo di Viterbo, il quale però, ritenne che, senza espressa autorizzazione della Sacra Congregazione dei Riti, si poteva attribuire alla memoria della suora domenicana solo «qualche culto et veneratione».

Ma i frati Domenicani e i fedeli Viterbesi non si arresero, tanto che il cardinale, a seguito di tante insistenze, raccomandò al vicario di fare ulteriori ricerche e prendere informazioni sulla vita della Vacchini, seguendo le istruzioni del papa (19 Novembre 1611).

Si fece così, nel Febbraio del 1612, la prima esumazione del corpo della serva di Dio. Una seconda volta fu fatta il 28 (trovo anche 25) Novembre del 1713 alla presenza del vescovo di Viterbo, cardinale Conti.

Il corpo della Vacchini non fu trovato integro essendo state alcune ossa portate altrove, forse per farne delle reliquie. Il Lambertini, al quale era stata affidata la causa di beatificazione, in quel periodo sostenne che da ricerche da lui condotte, non vi fossero elementi concreti per la beatificazione della pia donna.

A queste parole i frati di Gradi, i canonici di san Lorenzo e le suore Domenicane si scagliarono contro il Lambertini esponendo i tanti miracoli compiuti dalla Vacchini e raccolti dalla testimonianza della popolazione.

Ho trovato due epigrafi che ricordano la serva di Dio, una l’ho già riportata, l’altra, del 1713, riferisce:

«D.O.M. / hic virginis Catharinae de Vacchinis / Viterbiensis Tertii Ord(inis) S. Dominici / ossa quiescunt / vixit annos XIX menses XI dies XIII / obiit anno MDCIX die IX Octobris -S.P.Q.V. posuit anno MDCCXIII».

In un manoscritto anonimo riportato da Massimo Miglio leggo:

«A di 7 agosto 1741 […]. In oltre ritrovandosi nella mentovata cappella [di santa Caterina] le ossa della venerabile serva di Dio suor Francesca Vacchini trasportate nel 1713 coll’intervento del cardinal Conti, poi Innocenzo XIII e dell’eccellentissimo magistrato, fu mestiere che si riconoscesse anche adesso da questo ordinario l’identità della cassa.

Quindi è che questo illustrissimo reverendissimo monsignor Alessandro Abbati vescovo di questa città si portò in questa nostra chiesa ove riconobbe la predetta cassa esser segnata co’ li cinque sigilli, come appare da protocollo della cancelleria episcopale, in oltre essere larga da capo palmo 1 once 10, da piedi palmo 1 once 4, alta da capo palmi 1 once 9, da piedi palmo 1 once 4, fermata con tredici chiodi e incrociata con fettuccia di seta verde, ma per l’umidità essendosi ritrovata alquanto consumata da capo, e staccati in qualche luogo i sigilli, per essere rotta e lacera la fettuccia, fu stimato bene rinovare la prima cassa, che perciò fu messa in deposito nella stanza posta a lato nella cappella del Santissimo Nome di Gesù, per poi coll’intervento di monsignore sigillarla di bel nuovo».

Nella Cappella, verso il XVIII secolo, era un quadro raffigurante la beata Lucia da Narni.

Nel 1741 furono intrapresi lavori nella cappella, per realizzare le fondamenta di un pilone dell’altare maggiore.

In quell’occasione furono ritrovati due corpi di Vergini assieme al corpo di suor Francesca Vacchini che fu riconosciuto dal vescovo di Viterbo, Alessandro Abbati o Abati.

La cassa era distinta con cinque sigilli, era chiusa con tredici chiodi e incrociata con una fettuccia di seta verde, ma era stata deposta in luogo umido e si era deteriorata, fu allora rimossa e messa in deposito in una stanza al lato nella Cappella del santissimo Nome di Gesù, per essere risigillata.

Leggi pure qui se hai tempo... clicca qui

VITERBO
Via Fattungheri. 10
(Quartiere medievale di san Pellegrino)
Tel. 0761.32.43.46
Chiuso il Mercoledì